Il brutto restauro

lunedì 27 agosto 2012, di Sergej

Il caso del dilettantesco restauro nella chiesa di Borja, in Spagna

Ma esistono restaurazioni "belle"?

In questi anni abbiamo assistito alle azioni del papa brutto, che sta provando a mettere pezze a una chiesa cattolica che si dibatte tra scandali (con risarcimenti miliardari) e voglia di rivalsa fascista (le processioni antiabortiste e anti-divorzio in Spagna, Italia e paesi affini). Ah sì, perché poi c’è Videla che ha cominciato a parlare, in Argentina, a dire che lui ogni volta faceva sparire un comunista o buttava giù dall’aereo un oppositore avvertiva subito le autorità ecclesiastiche che andavano dalla famiglia della vittima a dirgli che era tutto a posto, che non c’era bisogno di schiamazzare.

Abbiamo assistito a un governo che sembrava uscito da un film di Lino Banfi e di Pierino, con omini brutti, grassi, pelosi e donnine procaci e deformi - a causa del silicone e del dover rispettare i canoni di supposta bellezza di quegli omini laidi e puzzoni. Berlusconi era ed è brutto. Ciò con buona pace per tutte le sue fans fasciste che invece lo considerano "bello".

Lo scontro ideologico, non solo in Italia, è innanzitutto uno scontro estetico. Tra folle di sfigati che da una parte e dall’altra hanno un diverso "gusto", una percezione diversa della bellezza - ciò che è bello e ciò che è brutto.

Il governo Monti è un governo "bello"?

Certamente il tipo di restaurazione che sta facendo, che per ora segue alla lettera quello che Berlusconi ha firmato prima di dimettersi in sede europea, non è granché "bello". Sembra più una rivalsa, con vent’anni di ritardo. Vent’anni fa un governo di compromesso (quello di Ciampi e solidali) fece una riforma parziale. Da una parte c’erano i "liberisti" che spingevano a fare come la Thatcher in Inghilterra, dall’altra c’erano i lobbisti del "magna e bevi" cresciuti all’ombra di Craxi. I liberisti non riuscirono a vincere e da allora hanno mugugnato, pur avendo in mano le redini del potere economico. Oggi tornano, ma anziani e avvizziti: hanno finalmente il potere politico, ma sembrano rispondere solo a domande vecchie di vent’anni, non alle domande di oggi.

Si restaura con il materiale che si ha a disposizione, con le conoscenze (parziali) di cui si dispone. Sì, a volte sarebbe bene non restaurare proprio, e lasciare i tesori del passato sepolti in attesa di generazioni migliori. Tutta la vicenda del "restauro" fatto nella (finora) sconosciuta chiesa spagnola di Borja, dalla dilettante pittrice Cecilia Gimenez sul viso del Cristo del pittore mediocre e sconosciuto Elias Garcia Marquez che lo dipinse nel 1910 ci sembra emblematica di un’epoca, la nostra. Che non fa nulla senza l’approvazione dei cattolici (la Gimenez sicuramente non s’è messa a ridipingere senza l’approvazione del prete della chiesa), che affidano il tutto nelle mani di un apprendista stregone di turno, che abbozzano una figura surreale, a metà tra un pupazzo malvenuto alla Disney e un urlo di Munch. E’ proprio quello che sta succedendo con Monti in Italia.

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Sergej

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