Castaneda e le streghe del Nagual

mercoledì 13 aprile 2005, di Salvatore Mica

La chiave per aprire molte porte socchiuse nella comprensione del Nagual

“Castaneda e le streghe del Nagual”. - eretica - stampalaternativa

Questo libriccino di neanche 100 pagine mi ha veramente stupito.

La conoscenza spirituale degli indiani Yaqui è stata raccolta, studiata e divulgata da Castaneda in tredici poderosi tomi, famosi negli anni ‘70 per aver totalmente sconvolto il concetto classico di “religione”, “percezione” e “realtà”.

Castaneda era intento a compiere una ricerca sull’uso del Peyote come pianta medicinale quando conobbe casualmente un vecchio ed anonimo indiano Yaqui: Don Juan Matus. Egli lo introdusse al sistema di pensiero degli antichi indiani Toltechi mostrandogli i vari mondi che soggiacciono al nostro, le tecniche grazie alle quali si può “fermare il mondo”, “vedere” ed entrare in stati di coscienza e “piani di realtà” inimmaginabili, completamente diversi dal nostro.

La vita, la morte, la realtà, la percezione, il mondo e tutto ciò che rotea attorno a questi concetti, assumono un significato completamente diverso a quello a noi noto nelle opere di Castaneda. Per questa ragione questi libri sono stati al centro di critiche feroci, accusati di traviare i giovani, spingendoli a fare uso di droghe psicotrope per penetrare nei vari piani di coscienza descritti dal libro. Questi testi sono stati accusati anche di rappresentare la totale negazione degli ideali antropologici di distacco e oggettività dello scienziato nei confronti delle culture osservate, sono stati additati come opera di pura fantasia, successi editoriali scritti da un dotatissimo scrittore con nessun valore scientifico o filosofico.

Castaneda descrive in questi tredici libri il suo trentennale apprendistato. Nel mezzo del quale egli è stato introdotto nel resto dell’ “accolta”.

Mi spiego meglio: gli stregoni Yaqui non “lavorano” da soli, per accumulare energia e riuscire meglio nel loro intento - che è diverso per ogni stregone, per Don Juan Matus è la Libertà - si uniscono in gruppo, ogni strega o stregone del gruppo (il gruppo viene da loro chiamato “accolta” ) è specialista in una tecnica sciamanica particolare: c’è un “cacciatore”, un “sognatore”, un “guerriero”, “un uomo di conoscenza” ed un “Nagual”. Ogni accolta ha le sue peculiarità,le sue configurazioni energetiche che la rendono unica ed irripetibile, ad esempio, normalmente un Nagual (maestro) dovrebbe avere quattro scompartimenti di Energia mentre Castaneda è uno dei pochissimi Nagual ad averne solamente tre, ed è stata proprio la sua peculiarità energetica a convincere Don Juan a iniziarlo alla via sciamanica. Nell’accolta di Castaneda vi sono anche delle streghe: la Gorda, Carol Tiggs, Florinda, Taysha. Molto spesso in ombra nei libri di Castaneda hanno anch’esse scritto dei libri sul loro apprendistato.

Sono loro ad essere le vere protagoniste di questo libriccino. Vengono intervistate una dopo l’altra e finalmente da un “umano” che porge loro domande “umane” che svelano la maggior parte dei dubbi che gli “umani” si sono naturalmente posti leggendo i libri di Castaneda.

Finalmente ho capito perché si dice che “l’aquila mangia la consapevolezza umana”, sono riuscito a capire perché le donne sono le migliori sognatrici ed ho anche appreso come il “femminismo” delle streghe e il femminismo “politico” siano due cose totalmente differenti.

Una presentazione ed una chiarificazione totali di un argomento tra i più complicati che abbia mai letto.

Nel testo sono presenti anche i titoli dei libri scritti dalle Streghe.

Aspetti negativi del libro sono l’eccessiva semplificazione che Giovanni Feo compie nell’introduzione riducendo tutta l’argomentazione trattata alla questione politica - che c’entra veramente poco - e anche e soprattutto il fatto che per chi non abbia mai letto neanche uno dei libri di Castaneda questo libriccino è praticamente incomprensibile.

Per gli appassionati - imperdibile -.


Salvatore Mica

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