Termovalorizzatore a Paternò: silenzio "eccellente"

mercoledì 23 febbraio 2005, di Angelo Mancuso

La questione "Termovalorizzatore Paternò": lo stanno per realizzare nel "colluso silenzio mediatico", con buona pace della salute dei cittadini paternesi.

Contrada Cannizzola - area collocata nella Valle del Simeto- è un s.i.c. o non è un s.i.c.? La sigla, sta per "sito d’interesse comunitario". Semplificando il giro di parole si può arrivare alla definizione: luogo di grande valore e bellezza; importante risorsa economica e culturale. A contare i milioni e milioni di euro che in questo decennio sono stati investiti, sotto forma di progetti atti alla sua rivalutazione, parrebbe che valore, bellezza e importanza di tale zona, ubicata a poche centinaia di metri dal fiume Simeto, non fossero mai stati messi in dubbio. Per ultimo, l’assessorato territorio e ambiente (por Sicilia 2000-2006) ha sborsato ben 605.550,00 euro per il progetto Itaca "itinerari turistici dell’etna" (comune capofila Bronte), senza battere ciglio.

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strada delle valanghe - Paternò - CT
Contrada Cannizzola - area collocata nella Valle del Simeto - Sicily

Chissà per quale "strano" motivo, però, se ne discute ancora. Addirittura, da questo si fa dipendere la realizzazione o meno del termovalorizzatore a Paternò.

Infatti, se qualcuno se ne fosse dimenticato o, più semplicemente, si fosse affidato all’etica professionale dell’informazione locale (ormai responsabilmente e saldamente in mano a "La Sicilia" e "Video Star"), il termovalorizzatore lo vogliono fare: anzi, i signori consorziati della Sicilpower s.p.a., appaltatrice dell’inceneritore, forti di una ormai certa collusione politica e del loro potere economico, sono certi di realizzarlo!

E c’è anche da capirli nelle loro pretese, viste le cifre da capogiro che hanno elargito ai partiti sotto forma di "finanziamenti ideologici".

La s.r.l. Aspica, con sede a Bussolengo (Verona), posseduta al 100% da Waste Italia (una delle maggiori ditte della cordata "Sicilpower s.p.a"), ha donato ad Alleanza Nazionale, movimento politico del ministro dell’Ambiente Altero Matteoli e del nostro benemerito concittadino on. Ignazio La Russa, oltre 103 mila euro. Stesso importo dalla Spem s.p.a. di Bari. La Spem è controllata al 100% dalla Daneco, partecipata sempre da Waste Italia. Ancora il gruppo Waste ha finanziato la campagna elettorale, per le elezioni nazionali, di Forza Italia con una somma pari a 950 milioni di vecchie lire. Basta riflettere poco su questi dati, per comprendere quanto siano alti gli interessi in gioco; per riuscire perfettamente ad interpretare le mosse o i silenzi eccellenti.

In questo contesto, l’informazione determina "giustamente" da che parte stare: come muoversi. Sabato 23 ottobre 2004, circa 3000 persone sfilano per le strade della città per manifestare il loro dissenso alla costruzione del megainceneritore. L’indomani, "La Sicilia" dedica un trafiletto dal titolo : "3000 in piazza per dire no al termovalorizzatore, ma c’è qualche si". Tanto nel titolo quanto nel testo dell’articolo, si dà più rilievo alle accuse di "strumentalizzazione da parte della sinistra locale" formulate dal sindaco, che come tutta la giunta e 24 dei 30 consiglieri comunali ha disertato il corteo, e alle dichiarazioni illuminate del presidente dei G.R.E.(gruppi di ricerca ecologica) Riccardo Tomasello,che in più occasioni si è espresso a favore dell’impianto, piuttosto che alle posizioni dei manifestanti. Il caso più emblematico, comunque, è quello di "Video Star", tv di Biancavilla, perché rappresentativo di un tipo d’informazione per nulla dissimile alla propaganda. Infatti l’emittente decide di occuparsi della manifestazione in differita di due giorni, preferendo mandare in onda, in concomitanza alla manifestazione stessa e nei giorni seguenti, una trasmissione sul tema inceneritore, piena di disquisizioni da parte di un funzionario della regione ai rifiuti solidi urbani e di un progettista della ditta appaltatrice, ma assolutamente carente di rappresentanza della controparte.

Ma non finisce qui, anzi.

Alcune settimane dopo, il DOTTORE Ranno, direttore responsabile dell’ emittente, che mai ha sconfinato dalla zona etnea, trasmigra addirittura in Emilia Romagna, precisamente a Rimini. Le spese per il viaggio, il vitto e l’alloggio non sembrano essere state un problema.

L’occasione è quella del "Salone dell’ambiente", vivace produzione intellettuale degli addetti al mercato della imprenditoria ambientale. La troupe registra fedelmente le morfinomani tesi sulla termovalorizzazione di Pietro Colucci, amministratore delegato della Waste che, parlando del "caso" Paternò, fra l’altro dichiara:<< si è scelto il sito di contrada Cannizzola perché oltretutto…i termovalorizzatori vanno costruiti lontano dalla città (cannizzola dista due km in linea d’aria dal centro abitato n.d.r.)>>. Emblematico, appunto.

Aggiungiamo disgustoso. Almeno quanto il silenzio che da questo episodio in poi è piombato sugli sviluppi della faccenda. Ai cittadini paternesi, non è stato più permesso di sapere se dovranno convivere o meno, per almeno quarant’anni, con una minacciosa incognita per la loro salute. A tal proposito una cosa è certa, la Regione Sicilia si è diligentemente premurata che le emissioni dell’inceneritore vengano monitorate da un sicuro e certamente affidabile organo di garanzia: l’A.R.P.A. (agenzia regionale protezione ambientale). Anche chi è meno avvezzo ad esercizi di memoria, non ha da sforzarsi molto per ricordare questa sigla, che rischierebbe facilmente di confondersi fra le centinaia di migliaia di lettere puntate che caratterizzano l’architettura delle istituzioni (molto spesso fantasma) della regione Sicilia. Chi non ricorda il caso Melilli e Milazzo? I casi d’avvelenamento tossico? Ebbene, spettava proprio all’A.R.P.A. evitarli; controllare. Il vicepresidente della regione Francesco Cascio, all’epoca intervistato sull’accaduto, non potè far altro che ammettere la grave inadempienza dell’agenzia, imputandola ad un "periodo d’assestamento dell’ente, nato da soli quattro anni, ed a una lunga fase travagliata che questo sta attraversando" e aggiungendo: << l’A.R.P.A non ha una pianta organica ne un regolamento, è a mezzo servizio>>. Naturalmente ha poi promesso cospicui investimenti volti ad un a miglioramento in qualità ed efficienza dell’ente.

D’avviso diverso invece Il prof. Adolfo Parmaliana, docente di Chimica industriale dell’Università di Messina e componente del tavolo tecnico prefettizio istituito per indagare e risolvere il caso Melilli e Milazzo, che interrogato sulle prospettive future dell’A.R.PA., ha dichiarato:<< Pessime. L’assessore regionale al Bilancio, Cascio, nella recente manovra finanziaria, al capitolo "Spese per il funzionamento dell’Agenzia regionale protezione ambiente", prevede per l’anno corrente una decurtazione di ben 14 milioni di euro dallo stanziamento iniziale di 18 milioni. Una situazione uguale a quella degli anni 2001-2003, quando erano stati stanziati 20 milioni di euro, poi regolarmente stornati.>>. C’è da fidarsi insomma.

Proprio in questi giorni l’Altacoen, altra ditta "consorziata" è stata commissariata nell’ambito dell’inchiesta "Messinambiente", in quanto in odor di mafia.Incoraggiante.

Il termovalorizzatore a Paternò, qualora si facesse, oltre che pulito, sarebbe bello e profumato; con tante finestrelle colorate che s’intonerebbero perfettamente al contesto naturalistico in è previsto, rosso arancia probabilmente.


Angelo Mancuso

:.: Città invisibili

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