Torino Film Festival: rinnovamento e tradizione nella cinematografia

martedì 7 dicembre 2010, di Greta Russo

Motivo conduttore dell’edizione 2010 sono stati i ritratti di uomini simili tra loro, ma diversi nei loro sogni e nei loro desideri.

28° edizione del Torino Film Festival.

Un evento unico ed originale che ha riunito le personalità maggiori del mondo del cinema. Il Torino film festival ha aperto le porte anche quest’anno a giovani registi e registe, che hanno presentato una personale visione del mondo attraverso l’occhio penetrante della macchina da presa.

Motivo conduttore dell’edizione 2010 sono stati i ritratti di uomini simili tra loro, ma diversi nei loro sogni e nei loro desideri. Tutti i protagonisti delle 234 pellicole presentate al Festival hanno una storia personale che ha appassionato, commosso, incantato e sorpreso il pubblico in sala. Ben 16 film in concorso nella categoria Torino 28, che con toni diversi raccontano dei rapporti umani, di culture, di amicizie e di storie vere che hanno fatto discutere.

The special relationship (I due presidenti), diretto dal regista inglese Richard Loncraine, mostra l’inizio di un’amicizia che segnerà un capitolo importante della storia nella società contemporanea. Il film racconta la storia del rapporto che ha legato due degli uomini più potenti del mondo: Tony Blair e Bill Clinton.

Accattivante, commovente e per certi versi adrenalinico è il nuovo film di Danny Boyle, 127 Hours, in concorso nella sezione Feste mobili (Figure nel paesaggio). Il regista descrive con maestria la storia del giovane alpinista Aron Ralston, che durante un escursione rimane intrappolato in un canyon dello Utah. Ottima la recitazione di James Franco, che interpreta i monologhi del protagonista rendendoli comici e leggeri persino nei momenti di disperazione quando tutto sembra finito.

Malinconico, invece, è Tournée del francese Mathieu Amalric, che interpreta anche il ruolo del protagonista. Il film mostra le difficoltà alle quali va incontro il personaggio, un produttore televisivo ormai in rovina, narra del suo rapporto complicato con i figli, che quasi non conosce, e della falsa certezza di non essere mai solo. È uno sguardo triste sul desiderio di uomini incapaci di realizzarsi professionalmente, ma soprattutto incapaci di guadagnarsi la stima e gli affetti dei propri cari.

Alla fine del Festival, è stato aggiudicato il premio Cipputi, per il miglior film sul mondo del lavoro, alle pellicole italiane Il popolo che manca di Andrea Fenoglio e Diego Mometti e Spezzacatene di Stefano Savona, presentate nella sezione Italiana.Doc.

Il festival di Torino indirizza, dunque, l’attenzione verso nuovi modi di fare cinema, verso nuove forme di espressione e rappresentazione di ciò che ci sta intorno, senza mai dimenticare i Grandi Maestri del passato che hanno dato vita al cinema irripetibile della grande “industria dei sogni”.

Ecco perché TFF ha dedicato al regista, sceneggiatore ed attore Jonh Huston un’intera sezione in cui vengono ripercorsi, pellicola dopo pellicola, tutti i successi del grande cineasta. Da Il mistero del falco, film che segnò l’esordio alla regia di Jonh Huston, ai film di avventura del dopoguerra - Il tesoro della Sierra Madre, L’isola di corallo, Stanotte sorgerà il sole - ogni pellicola conferma la forza narrativa e la capacità di rappresentare la realtà cruda fatta di figure antieroiche.

Grandi nomi per grandi pellicole, tutti accuratamente selezionati dal direttore artistico Gianni Amelio e giudicati dal regista Marco Bellocchio, presidente della giuria del Concorso internazionale lungometraggi. La ventottesima edizione del TFF non ha deluso quindi il suo pubblico, ha dato forza ad un evento realizzato con passione da chi ama il cinema, per coloro che lo amano e lo ameranno in futuro. Il Torino Film Festival si conferma pertanto come una delle eccellenze della città, un evento internazionale dove tradizione e rinnovamento si esprimono all’unisono.


Greta Russo

Cinema - Visioni

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