Latte per neonati in polvere

giovedì 13 gennaio 2005, di Sergej

Il Governo ha davvero ridotto il prezzo del latte in polvere la cui vendita è gestita in regime di "cartello" dalle case farmaceutiche private (leggi Netslé e simili)?

Latte in polvere. L’Italia vanta un prezzo, imposto dalle casa farmecutiche, che mediamente è doppio rispetto ai paesi europei. Basta varcare le vecchie frontiere italiane per trovare nei supermercati e nei negozi venduto normalmente ciò che nelle farmacie viene venduto a peso d’oro. Gli italiani si sa, fanno follie per i propri bambini, e questo le case farmeceutiche lo sanno. Il ministro Sirchia, in una delle polemiche para-estive dell’anno scorso è intervenuto pubblicizzando il grande accordo fatto con le case venditrici di latte in polvere che avrebbe dovuto imporre dei prezzi di vendita più bassi. E’ stato davvero così? Andando in una qualsiasi farmacia si direbbe proprio di no.

"Ovviamente", in regime di mercato libero, uno Stato nazionale può imporre ben poco ai "sacri diritti" del profitto delle aziende private. D’altra parte è bene che a essere incentivato sia l’allattamento naturale, il latte materno. Tuttavia è sempre imbarazzante la speculazione delle aziende private svolta sui minori e sui neonati. Né sempre è possibile per una neo-mamma allattare al seno il proprio bambino. Per questo, crediamo, resta immorale il comportamento delle case farmaceutiche che in Italia speculano su questa cosa delicata che è la vendita del latte in polvere per i neonati.

In allegato, un interessante documento sullo scontro parlamentare in atto, in Italia.


Camera Deputati - Allegato B Seduta n. 563 del 20/12/2004

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

SARDELLI, NICOTRA, LAZZARI, COSENTINO, FERRO, FLORESTA, AMATO, SANZA, RICCIOTTI, TESTONI, ROMANI, CESARO e DELL’ANNA (Gruppo Forza Italia Camera Deputati).

- Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:

il costo del latte in polvere in Italia, dalla stalla al biberon, aumenta di almeno 16 volte, da 0.33 euro al litro a 5.5 euro al litro;

l’Antitrust nel 2000 aveva già accertato una intesa fra le maggiori ditte produttrici, finalizzata ad escludere dalla vendita di latte artificiale le strutture a grande distribuzione, limitandola alle sole farmacie;

trattandosi di un alimento e non di un farmaco non sussistono ragioni perché continui a perpetuarsi tale limitazione dei canali di vendita;

la spesa media per le 200.000 famiglie di neonati (anno) che usano latte artificiale è di circa 150 euro al mese;

tale elevato costo comporta per i nati nelle famiglie meno abbienti un precoce divezzo con insorgenza di patologie gastrointestinali ed allergiche, ed aggravio dei costi sanitari per i successivi ricoveri;

per tale ragione il Ministero interrogato ha già convocato le aziende produttrici sollecitando un adeguamento del prezzo, ma ottenendo soltanto la esigua riduzione del 10 per cento del costo da parte di alcune aziende

- : se e quali ulteriori iniziative si intendano intraprendere a tutela delle famiglie per garantire un costo europeo del latte «adattato»;

se non reputi opportuno sollecitare l’Antitrust la possibile costituzione di un oligopolio in violazione della normativa in materia di concorrenza;

se non ritenga utile promuovere una campagna di corretta informazione per i consumatori al fine di far sapere che tutti i tipi di latte «adattati» rispettano nella loro composizione le indicazioni dell’OMS e pertanto non sussistono le ragioni per significative differenze di costo fra le aziende produttrici in Italia e quelle all’estero. (4-11332)

Risposta. - In riferimento all’interrogazione in esame, si comunica che, già in data 15 aprile 2004, il Ministro della Salute, dopo numerosi incontri in merito alle problematiche concernenti il prezzo dei sostituti del latte materno, ha inviato una lettera alle industrie produttrici, maggiormente rappresentative del settore, rivolgendo l’invito a valutare la possibilità di avviare tutte le iniziative utili a ridurre significativamente i prezzi di tali prodotti.

Nel corso degli incontri presso il Ministero della Salute, le imprese hanno sostenuto che il motivo dei costi dei prodotti, sensibilmente più elevati in Italia, rispetto alla media europea, è riconducibile al livello di consumo, più basso in Italia rispetto a quello 2-3 volte superiore di altri Paesi europei.

La riduzione dei consumi, oltre al progressivo calo delle nascite, è conseguente al successo delle iniziative avviate in Italia per la promozione e la tutela dell’allattamento al seno.

Il risultato di tali incontri ha portato all’impegno da parte delle ditte produttrici di ridurre i prezzi di cessione dell’8-10 per cento, a partire dal mese di ottobre 2004.

Il Ministero della Salute, inoltre, nel luglio scorso ha attivato un’indagine conoscitiva per acquisire i prezzi di cessione praticati e poter monitorare l’effettiva riduzione. I dati sono stati valutati durante la riunione, svoltasi il 20 ottobre 2004, del Gruppo di lavoro sull’alimentazione dei lattanti e bambini, che ha acquisito anche le tabelle dei prezzi al consumo, fornite dal rappresentante delle associazioni dei consumatori.

Il Gruppo di lavoro interdisciplinare è stato istituito nel giugno 2004, nell’ambito delle iniziative finalizzate alla promozione dell’allattamento al seno, con i seguenti obiettivi:

1) valutare la situazione italiana relativa all’alimentazione del lattante e del bambino, sulla scorta della linee guida elaborate dall’OMS;

2) disegnare un sistema di monitoraggio dell’allattamento al seno in Italia che, utilizzando metodi e definizioni standarilizzate, come indicato dall’OMS, fornisca dati comparabili tra le diverse Regioni, per stabilire la reale prevalenza e durata dell’allattamento al seno in Italia;

3) verificare periodicamente, tramite apposite metodiche, i prezzi dei sostituti del latte materno.

Va sottolineato che, in data 26 ottobre 2004, il Ministro della Salute ha convocato le imprese produttrici e l’Associazione di categoria, nonché i rappresentanti della distribuzione e delle farmacie pubbliche e private; hanno partecipato all’incontro anche i Presidenti della Società Italiana di Pediatria e della Federazione Italiana Medici Pediatri. Successivamente all’incontro, l’organo politico ha richiesto al Nucleo Carabinieri dei NAS di svolgere un’indagine conoscitiva presso le farmacie e i supermercati delle grandi città per una verifica dei prezzi dei prodotti in questione; i risultati di tale verifica hanno costituito uno «spaccato» realistico della situazione nel nostro Paese, utile per i successivi incontri tecnici.

Su proposta del Ministro della Salute, inoltre, è stato Costituito un Gruppo di lavoro ristretto, per approfondire i diversi risvolti del problema e formulare una proposta tecnicamente e concretamente valida.

A seguito delle riunioni, convocate in data 26 ottobre e 2 novembre 2004 dal Ministro della Salute, con tutti i soggetti imprenditoriali e rappresentativi del settore, è stato predisposto, al fine di regolamentare e ridurre il prezzo del latte in polvere, uno schema di Regolamento, di concerto con il Ministero delle Attività Produttive, che, modificando il Regolamento 6 aprile 1994, n. 500, di recepimento di direttive comunitarie in materia di sostituti del latte materno, ribadisce il divieto di ogni forma pubblicitaria degli alimenti per lattanti in occasione di convegni, congressi, stand ed esposizioni, negli studi medici e quello di distribuzione di campioni gratuiti o a basso prezzo alle donne incinte, alle madri, sia tramite il Servizio sanitario nazionale, sia tramite i medici e gli infermieri sanitari. È fatto divieto, altresì, di ricorrere, tramite sponsorizzazioni e contributi economici, all’organizzazione e partecipazione a congressi, fatta eccezione per quelli proposti dalle società scientifiche accreditate e autorizzati dal Ministero della Salute, finalizzati a promuovere la vendita dei prodotti menzionati direttamente presso il consumatore nella fase del commercio al dettaglio.

Il Ministero della Salute si impegna a promuovere l’allattamento al seno, secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, e ad intraprendere campagne di informazione per la corretta alimentazione del lattante. Anche le Regioni e Province autonome dovranno promuovere e sostenere la pratica dell’allattamento al seno, con azioni mirate all’organizzazione degli operatori sanitari impegnati nell’assistenza al «percorso nascita», alla realizzazione di sistemi di monitoraggio e di contrasto di forme di pubblicità occulta dei prodotti sostituti del latte materno.

Viene introdotto, inoltre, l’obbligo, per le imprese, di comunicare il listino dei prezzi dei prodotti ai Ministeri della salute e delle attività produttive.

Il provvedimento ha avuto il parere favorevole della Conferenza Stato Regioni, riunita in sede politica, e sarà inviato al Consiglio di Stato per il successivo iter di perfezionamento.

Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.


Sergej

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