Questioni d’eredità

mercoledì 24 novembre 2004, di Francesco Chiantese

Rispieghiamo Scampia per chi non c’era.

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Scampia
Ecco come appare la nuova trincea della guerra di camorra

Molte storie di camorra dovrebbero cominciare con un nome. Anche questa. Paolo Di Lauro, per amici e nemici Ciruzzo ’o milionario, perchè per unos trano caso del destino, proprio di quelli di cui tutti dovrebbero conoscere nome e cognome, si tramanda un soprannome. Paolo Di Lauro è uno che non è mai stato neanche in tribunale, perchè quando al suo soprannome è stato assegnato un nome ed una faccia, per motivi di privacy ha preferito sparire dalla circolazione. Almeno dalla vista. Perchè in realtà c’è, c’è sempre. ma è uno a cui è semrpe piaciuto fre polemiche, e cosi’ ha preferito bacchettare tutti e dimsotrare che non sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Al posto suo, a fare le veci, a fare il portavoce c’è il primo dei suoi undici figli. Undici figli. Perchè sempre a causa del solito destino spiritoso, certe persone fanno pure tanti figli. Anche suo figlio ha un nome, si Chiama Cosimo, Cosimo Di Lauro di Paolo. Detto ’ zuoppo! Perchè è nato sfortunato, e non solo per la famiglia a cui appartiene. Il fatto che cosimo, vuoi per il handicap, vuoi perchè non gli piace che si dica in giro che i camorristi sono gente poco per bene, è un pò più gentile, più delicato, sensibile quasi. Gli altri, quelli che gli sono contro e che non vedono di buon occhio lui al posto del padre, dicono che ha il polso troppo debole.

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Scenari di guerra
Le famose Vele di Secondigliano, che se non le conosci, sono peggio delle foreste del Vietnam.

E poi, Cosimo, ha pure un’altro difetto. Essendo cresciuto in una famiglia aptriarcale all’antica, e non è colpa sua, non è stato mai bravo a gestire le cose. Si è trovato all’improvviso tanti soldi da gestire ed una baracca da madnare avanti. Ed allora? Capita, capita. Capitano tante cose. Capita pure che nello spartire i soldi che provengono dalla vendita di droga nel triangolo Secondigliano, Scampia, Melito si sbagli a fare i conti. Si dia, ad esempio ma è solo un esempio, meno soldi di quanto prima faceva il padre. E che ne sapevo io? Direbbe il nostro povero Cosimo? finchè c’era Papà io giocavo con le corse clandestine, mica mi occpuavo di affari! Ma, come si sa, gli amici nel momento del bisogno non semrpe si lasciano riconoscere e così, gli altri, quegli stupidi "scissionisti" si sono messi in testa di fargli guerra e farlo fuori. E lui, Cosimo, è costretto ad usare i circa tremila uomi armati a sua disposizione epr difendere gli affari di familia. Fosse per Lui, sarebbe un pacifista, ma che fai? Se attaccano non ti difendi? E’ leggittima difesa. E poi si deve difendere l’onore di Papà. Papà infatti, uomo d’onoro quel Ciruzzo o’ milionario, una reputazione ce l’ha. E’ cresciuto sotto l’ala protettrice dei Nuvoletta di Marano, si...proprio loro, i tre fratelli Nuvoletta, che nonostante il cognome delicato si misero in testa di mettere fuori gioco Raffaele Cutolo negli anni ’80 tirando su una delle più grandi guerre di camorra mai esistite! E poi, ricordiamoci, che Papà non lascia mai solo il figlio, c’è anche se non si vede. Lui è uno che è cresciuto osservando da vivino Gaspare Mutolo, Pasquale Galasso (Clan Alfieri), e lo stesso Riina che spesso venivano a Napoli nella tenuta di campagna dei Nuvoletta per costruire i primi contatti tra Mafia e Camorra. Lui, è uno che lo sa come si tiene stretto il potere delle mafie. Sta mettendo i pratica la lezione impartita di Riina coi Viddani corleonesi negli ’80. Riempe i buchi che egli stesso a creato nella rete camorristica. Vincenzo Mazzarella boss di Napoli-est,la cui figlia ha sposato uno dei Giuliano di Forcella, è latitante... Riccardo Contini del centro di Napoli, ’o Romano, è latitante... Vincenzo Licciardi, o’ chiatto (il grasso), erede del secondiglianese Gennaro ’ Scigna (la scimmia) è latitante... Pasquale Sarno, gio’ gio’ di Ponticelli, è latitante...

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Le vele di Scampia
Ciascuna di queste costruzioni è gestita da una cellula dell’amministrazione camorristica, cone le proprie leggi e la propria polizia.

E così, Ciruzzo, da buon Papà sta aiutando il figlio Cosimo, che ricordiamo è pure sfortunato di gamba e sa solo non ce la fa, a fare un bel salto. Dalla gestione della droga a Secondigliano (importata da olanda e sud america in accorod con la mafia siciliana ed i narcotrafficanti), fino ad un posto più in alto. Solo che questo posto, questo ruolo di dirigente che fù all’epoca di Cutolo, non esiste più. La camorra, a differenza della mafia, è di difficile gerarchia. Non c’è un capo vero. Che vuoi farci? Sono un pò anarchici i napoletani. Ed allora? "Armiamoci, per costruircelo questo posto, perchè magari questa volta ci riusciamo" devono aver pensato i secondiglianesi. E poco importa se ci vanno di mezzo altre persone innocenti, o se tocca ammazzare qualcuno dei nemici. Gli utlimi sonos tati Domenico Riccio (49 anni) e Salvatore Gagliardi (58) in una tabaccheria di Melito di Napoli (che bello sentire il nome del proprio paese di nascita in Televisione, almeno gli altri sanno che esiste); ed ancora francesco Tortora (63 anni) che hanno ammazzato e poi sono andati a bruciare chissà perchè a Via dei tessitori, Biagio Migliaccio, cugino di Giacomo ’o femminello del Clan Di Lauro, ed ancora ancora Gennaro Emolo (56 anni) venditore ambulante di caldarroste "appena colte appena cotte", cocomeri "pieni di fuoco",e carciofi "solo cuore" che hanno ammazzato sparando in emzzo alla folla davanti al nuovo commissariato appena inaugurato del prefetto De Gennaro. Ma che vuoi fare? in guerra, si sa, ci sono sempre danni collaterali.

Stasera però, il governo vigile ed attento, (lo stesso governo che ad inizio mandato ha silurato Grasso, lo dico tanto per ricordare) ha deciso di mandare a Napoli altri poliziotti per controllare. Ma a Napoli i poliziotti non ci sono? Ci sono, ci sono. 12960 agenti dell’ordine, tra polizia, carabinieri e finanza. Un agente ogni 250 abitanti, questo dicono le statistiche. ma sono sbagliate. Dovrebbero contare non gli agenti, ma gli eroi. Perchè, cari miei, se uno che è andato a fare quel mestiere per uno stipendietto e per salvarsi dalla disoccupazione, sceglie di rischiare la propria vita o quella dei familiari in una guerra di camorra non è un carabiniere, un poliziotto, un finanziere. E’ un eroe. Mandateci questi a Napoli, gli eroi. Quelli si che mancano. E mancano altre cose. Altre cose che non si mandano a Napoli. Non si mandano mai, ad esempio, delle armi che i napoletani potrebbero rovolgerci contro. Non si mandano, ad esempio a Napoli, le armi della cultura e della legalità. Quelle non si mandano a nessuno, non fanno comodo, si mandano i carabinieri.

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L’abbattimento delle vele.
L’abbattimento a suon di esplosivi ed escavatori di una delle vele lo scorso anno. Una delle operazioni di "rinnoco" voluta dal goeverno e dall’amministrazione locale. Utilissima perchè le costruzioni, cocnepite da un architetto giapponese per altre culture ad altri stili di vita, sono diventate con tempo dei focolai di cultura camorristica alimentati dal disagio, dalla sporcizia e dai problemi economici di coloro che ci vivono. Ma...dove sono le case che avrebbero dovuto sostituirle ed ospitare le centinaia di sfollati? Oltre alle prime tre dimostrazioni, quando abbatteranno le altre?

Francesco Chiantese

:.: Città invisibili

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