La granita di limone

mercoledì 19 agosto 2009, di Piero Buscemi

Chi è diventato più famoso, tra Al Pacino protagonista de Il Padrino e Maria D’Arrigo titolare del Bar Vitelli? Chi è stato a Savoca non ha alcun dubbio sulla risposta.

“Una granita, per favore” – il turista milanese aveva fatto ingresso nel piccolo Bar Vitelli, senza provare a nascondere troppo la sua spavalderia di chi non deve passare inosservato. “E una briosc con la pallina”, aggiunse soddisfatto. Dietro il banco la signora Maria gli diede una veloce occhiata, riuscendo a non farsene accorgere. “Ecco n’autru nordista senza educazione, ca joca a fari u patrinu”.

“Che gusti ha per le granite?” - seguitò il milanese, cercando un posto libero dove sedersi. “Limone” – la secca risposta della signora Maria. “Non c’è al cioccolato?” A questa domanda, l’ottuagenaria signora Maria finse di non aver udito, ma dietro il banco aveva perfettamente distinto il disprezzo della ragazza che, rivolgendosi al compagno, chiese “ma dove mi hai portato?”

“Se non ce l’ha al cioccolato, magari al caffè?”, il milanese non mollò la presa. A quel punto, la reazione fu inevitabile: “La granita è solo di limone, le altre sono sciacquature”, sentenziò la signora Maria. Un alone di rispettoso silenzio invase il locale e mentre gli altri clienti si accomodavano ai tavoli all’aperto, il “nordista” acconsentì: “Due granite. Di limone”. Poi, incoraggiato dal sorriso di vittoria della proprietaria, ma non avendo comunque il coraggio di rimenzionare la briosc, aggiunse: “C’è da aspettare molto? Vorremmo visitare le mummie del Convento”.

“La granita va attesa come una grazia divina” – la risposta pronta della titolare. “Nessuno ti può assicurare del suo arrivo, ma il piacere è l’attesa stessa. La sua venuta è solo il compimento di un prodigio”. La signora Maria pronunciò queste parole, mentre con perizia sceglieva i limoni da spremere.

Al milanese non restò che accomodarsi fuori, insieme agli altri clienti. Prese a discutere del programma della giornata con la ragazza, sempre più nauseata dalla situazione. Non si distrasse dal suo itinerario turistico, neanche quando la ragazza gli segnalò la signora Maria che rientrava nel bar con il sacchetto di sale.

La scena appena descritta la si poteva vivere casualmente in estate al Bar Vitelli a Savoca, caratteristico centro collinare a 37 km a sud di Messina. Custode del Convento dei Cappuccini e della sua famosa cripta settecentesca con le sue mummie, la fama del paese si è affermata nel 1971, l’anno di produzione del noto capolavoro cinematografico di Francis Ford Coppola, Il Padrino.

Il merito dell’accostamento del film al paese di Savoca va riconosciuto proprio al baretto Vitelli, menzionato nel breve racconto di premessa. Fu scelto da Coppola per girare la scena che vede protagonista Al Pacino, Micheal nel film, il figlio del boss mafioso Vito Corleone, che rifugiatosi in Sicilia dopo aver commesso due omicidi negli Stati Uniti, al tovolino del Bar Vitelli contratterà il matrimonio tra lui e la figlia del proprietario, Apollonia.

Chi ha avuto la fortuna di visitare Savoca, non può aver mancato l’occasione di entrare al Bar Vitelli e, oltre a gustarsi la famosa granita al limone della signora Maria D’Arrigo, di ripercorrere un pezzo della storia del cinema internazionale, attraverso le immagini appese sui muri che ritraggono i vari Al Pacino, Marlon Brando, Francis Ford Coppola e la troupe impegnata nelle riprese.

Maria D’Arrigo, la protagonista del nostro breve racconto, ha deliziato per anni i turisti di passaggio a Savoca con la sua granita rigorosamente di limone, senza sottrarsi mai con gentilezza a raccontare gli aneddoti e i segreti degli attori, protagonisti del film. Lo ha saputo fare con la grazia e il folclore, tipici di una donna nata e vissuta per oltre ottant’anni in questo paesino della provincia messinese, diventando con il tempo, il vero personaggio principale della saga.

Maria D’Arrigo ci ha lasciato all’inizio di agosto di quest’anno. Aveva 86 anni. Difficilmente sarà dimenticata da chi ha avuto la fortuna ed il privilegio di averla conosciuta.


Piero Buscemi

:.: Città invisibili

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