Un terribile virus in Italia: la violenza

mercoledì 4 marzo 2009, di Marista Urru

La violenza si contagia così come la prevaricazione, la ricerca di emozioni sempre più forti e trasgressive.

La violenza è contagiosa, così come la prevaricazione, così come la ricerca di emozioni “fuori delle righe”, il linguaggio scurrile ecc. sappiamo bene che il figlio di un padre violento ripeterà gli stessi errori del padre , quasi sempre. Sappiamo che se in una classe si pongono elementi violenti e prevaricatori, questi riusciranno facilmente a “rovinare” gran parte della classe, a questo proposito negli anni Novanta negli Stati Uniti, un team di sociologi ha studiato per cinque anni 1500 adolescenti e ha scoperto appunto che le mele marce contagiavano quelle sane, proprio come se fossimo innanzi ad una malattia contagiosa.

Secondo uno studio condotto da Felton Earls, della Harvard Medical School - e riportato da Science - assistere o rimanere coinvolto passivamente in episodi di violenza per un adolescente raddoppia le possibilità che diventi, a sua volta, una persona violenta. Noi genitori sappiamo bene come l’esempio sia il miglior insegnamento.

Anche il fatto di sentirsi insicuri ed esposti, dopo aver assistito a episodi violenti, aumenta il rischio di reazioni violente e nello stesso tempo chi usa violenza è dimostrato che tenderà ad usarne sempre di più. Difficile sradicarla questa malattia una volta che si è inserita in un contesto.

Gandhi, Thoreau fra gli altri hanno saputo contrastarla, per primi i Cristiani nel mondo romano e altrove fecero cambiare la società con l’insegnamento e l’esempio dell’amore, il messaggio di Cristo che provocò un autentico sconquasso nella cultura dell’epoca è quello dell’amore per il prossimo.

Noi ora possiamo contrastarla questa malattia acquistando la consapevolezza di essere di fronte ad un male che va estirpato e curato, accantonando ideologie e preconcetti esaminando con obiettività la diffusione per mimesi del fenomeno .

In un precedente articolo nel mio sito, a proposito del libro di Girard su Clausewitz, consideravo la impotenza della politica riguardo al diffondersi della violenza per mimesi, e non cambio idea, anzi i fatti di cronaca che stanno infestando l’Italia in questi giorni, rafforzano la mia convinzione: i precedenti governanti, non hanno saputo ed in parte voluto prendere rimedi, ma anche gli attuali hanno difficoltà, è la dimostrazione che la politica da sola non basta. Noi siamo le vittime del degenerare dei costumi, noi dobbiamo reagire.

Si deve quindi prendere, come bene espone il Girard nel suo libro tutto da leggere( Portando Clausewitz all’estremo), coscienza delle conseguenze della violenza sfuggita ad ogni controllo, appunto come Clausewitz, già ai tempi di Napoleone, intuì : ” Clausewitz arrivò nel periodo delle guerre napoleoniche , a teorizzare la necessità di perfezionare l’arte della guerra introducendo il concetto della “resistenza ad oltranza” contro l’invasore, nel senso che la resistenza legittima contro l’invasore legittima in un certo senso l’abbandono delle normali regole di guerra, dei codici di comportamento codificati e comunemente accettati.

Noterà poi Carl Shmitt nella Teoria del partigiano – Adelphi, che siamo di fronte alla Magna Charta del partigiano, cioè del terrorista.

Comunque la si pensi, viene da sè l’accostamento ai moderni fondamentalismi ed ai terrorismi che abbandonano ogni codice, anche morale, nel nome della resistenza, indifferenti alle vittime innocenti viste come un male necessario e poco o niente condannabile.

Le democrazie moderne di fronte a questi orrori sono deboli, e, nota lo scrittore, sono incapaci di porre seri rimedi alla violenza che avanza, hanno paura di perdere consenso intervenendo sulle varie disfunzioni che colpiscono le società moderne, temono di dispiacere agli elettori, quindi nessun freno agli egoismi, alle malvagità, alle ingiustizie. Purtroppo però la violenza, il malcostume, sono mimetici, progrediscono per contagio, e questo è facile da verificare.

Le società man mano imbarbariscono e per mimesi il male ha sopravvento sul bene. Si è distrutto il vecchio in nome del nuovo che non è arrivato, il nulla dei sentimenti, della ragione , ha impoverito la cultura, il Girard annota al proposito come la moderna letteratura sia generalmente puramente descrittiva, malata di quello che lui definisce “iperrealismo pornografico”, che uccide ogni magia artistica, ogni poesia.”

E di iper realismo pornografico la nostra pseudocultura si sta innebriando da molto tempo, e mai appare sazia di pornografia spacciata per cultura, in un continuo e sterile gioco di provocazioni che ormai ai nostri tempi appaiono solo grossolanità “d’autore”. Il virus è stato introdotto nel Paese e si estende: è un male terribile, e non sarà niente affatto facile sanarlo. Sappiamo tutti che nella nostra società c’erano già , come ovunque, violenze, omicidi, pedofili, stupri, non raccontiamoci bugie, paesi perfetti ideali, senza peccato… non sono di questo mondo.

Ma ormai è evidente anche per i più pervicaci utopisti, che è stata fatta entrare, e forse non c’era rimedio ( questo lo si vedrà) , una gran quantità di gente cui non siamo in grado di dare degna sussistenza, creando così dei disadattati, a questo ci abbiamo aggiunto un nutrito gruppo di delinquenti abituali rumeni latitanti nel loro paese, non bastasse, sono stati fatti arrivare e restare un folto numero di extracomunitari le cui abitudini di vita, i cui valori, contrastano con i nostri costumi. Una polveriera, si è creata una polveriera per la gioia dei fessi del “tanto peggio, tanto meglio”. Normale che i più deboli, dai giovani, agli adulti già disadattati siano stati i primi “contagiati”, lo si sapeva, lo si DOVEVA sapere, e non solo non si è fatto nulla, am si è cercato di aprire le porte a tutti, e solo dopo la batosta elettorale gente come Livia Turco, quella che più accesa, rossa in viso e urlante, in TV mentre perorava la causa delle porte aperte a tutti, ora dice : “ scusate, mi sono sbagliata”.

Troppo tardi signora Turco, Lei ha delle responsabilità, lei aveva come molti altri doveri precisi verso gli Italiani , così come quei magistrati che diventano “prudenti” di fronte a certi soggetti che ben altro atteggiamento meriterebbero, visto il passato che si portano appresso e chiedere scusa dopo che il danno è fatto, serve a zero.

Dobbiamo attrezzarci, con questi “guardiani” ideologizzati non si va vanti.

Di che parlo?

Non di armi, non di ronde, non di balletti e girotondi insieme ai rom, non di sdilinquirsi di fronte al multiculturalismo d’accatto che impera stupidamente acritico in certi ambienti.

Parlo semplicemente di rafforzare la nostra cultura, dico che da questo accidente che ci “capita”, noi dobbiamo trarre profitto, esso deve costituire una spinta a rafforzare la nostra identità, ovviamente nel rispetto delle altre culture qualora queste non confliggano con i nostri costumi, usanze, leggi.

Basta con lo stupido e tafazziano atteggiamento del disprezzo per quello che siamo, per quello che ci piace, per quello che è tradizione e costume nostro, è da dissennati non voler conservare le nostre tradizioni e addirittura deriderle, invece dobbiamo imparare a capire, apprezzare, amare quello che siamo e che possiamo essere e come possiamo progredire grazie a quello che siamo stati.

Noi non siamo perfetti, noi abbiamo le nostre mele marce, ma abbiamo chiara la coscienza che quelle sono mele marce, sappiamo per esempio che i figli e la moglie non sono proprietà del marito, sappiamo che mandare all’ospedale un figlio, non può essere perdonato perché “fatto a fin di bene”, questo non siamo noi e non dobbiamo accettare che avvenga nel nostro paese, mai. Sappiamo che comperare spose- bambine per avviarle alla mendicità è obbrobrio, e non è delitto da considerare con prudenza e benevolenza, niente di men che corretto secondo i nostri costumi e leggi e tradizioni, deve essere accettato.

Noi non siamo e non possiamo essere il paese di chi lascia liberi ladri e stupratori perché “si deve esser prudenti”, noi non siamo estimatori di Caino e persecutori di Abele, e se qualcuno ci vuole così ridurre, noi dobbiamo ribellarci, è un dovere ribellarsi a chi vuole riportare indietro l’orologio della civiltà di un Paese. Per poter fare questo dobbiamo prendere coscienza di quello che davvero siamo e di quello che in futuro vogliamo essere e della necessità di rafforzarci nell’amore per noi stessi e per il nostro Paese.

L’arte la cultura, uniscono e solo grazie ad esse le differenze diventano un patrimonio comune che permette di interagire nel reciproco rispetto.

Quello che è da evitare, da non accettare è l’appiattimento verso il basso, la pretesa criminale di fermare lo sviluppo della nostra società per favorire non si sa che e che.

Il bene ed il male non sono allungabili ed accorciabili a piacimento, non sono entità modificabili , sono lì’, son quello e non altro, ed a quello le persone per bene si attengono naturalmente, da qualunque paese provengano, basta capire questa piccolissima verità credo e fare che davvero l’unico discrimine sia il comune sentimento di fare parte di un Paese che si ama e che si rispetta, ma se noi per primi non ci amiamo e non ci rispettiamo, se abiuriamo alla nostra storia, alla nostra cultura, non saremo amati né rispettati ed i peggiori soggetti si sentiranno in dovere di schiacciare i più deboli di noi, cominciando dalle donne e dai bambini, (come sta avvenendo), contagiando per di più le nostre sacche residue di degrado, ben felici di essere in “lieta compagnia”, a che pro migliorarsi quando tanta benevolenza si usa verso i delinquenti comuni?


Marista Urru

Attualità e società

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