La legge Biagi colpisce quattro milioni di italiani

mercoledì 23 giugno 2004, di Giovanni Battaglia

In una inchiesta de "La Repubblica" su dati della CGIL emergono tutte le magagne della "flessibilità"

Il governo li usa per dimostrare che l’occupazione è cresciuta, invece si potrebbero definire "poveri che lavorano". Lo sconvolgimento creato nel mercato del lavoro dalla legge Biagi (figlia del "pacchetto Treu"), ha prodotto circa quattro milioni di lavoratori precari, sottopagati dalle imprese, che cercano di competere con le altre tagliando il costo del lavoro.

Questo è solo uno degli aspetti che emergono dall’inchiesta del quotidiano "La Repubblica" (sostenitore aperto della flessibilità del lavoro).Gli altri dati interessanti riguardano le percentuali di giovani occupati grazie a questo nuovo modo di intendere il mercato: il 53% dei "collaboratori coordinati e continuativi" (CO.CO.CO., figura-simbolo del nuovo mercato) hanno un’età compresa tra i 30 e i 50 anni. L’obbiettivo della riforma era però quello di occupare i giovani, per consentire loro di fare esperienza, in vista di un lavoro stabile.

Questo fa sorgere due problemi: gli stipendi bassi scoraggiano investimenti e creazione di nuovi nuclei familiari, ma soprattutto la scarsità dei contributi versati non promette niente di buono per la vecchiaia.

A questi neo-precari si aggiungono i lavoratori interinali e un numero indefinito di impiegati con contratti part-time o di apprendistato. La flessibilità non risparmia poi neanche il settore pubblico: ad oggi sono quasi 300 mila i lavoratori precari, ma se a questi sommassimo gli insegnanti il numero crescerebbe notevolmente.

Il tentativo di guadagnare flessibilità per la struttura produttiva è fallito perchè il costo non è andato a gravare sulle spalle dei giovani, bensì su quelle di gente matura, spesso con famiglie e figli da mantenere. Questo ha indotto nei lavoratori un grande senso di insicurezza, ha trasformato l’uomo in una bestia famelica pronta a saltare su qualsiasi pseudo-impiego e attenta a non farsi trovare impreparata dai suoi simili.

Intanto il ministro del Welfare Maroni critica le resistenze del "sindacato oltranzista". All’assemblea di Assolombarda, il ministro leghista si dichiara preoccupato per la non applicazione della legge Biagi in molti settori, a cominciare dall’Alitalia.

Insomma, scippati della previdenza, i lavoratori non possono neanche sperare nella provvidenza.


Giovanni Battaglia

Attualità e società

Parole chiave

Home page