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Sherazade n°6, giugno 2003: Quelle di Cosa Nostra, a cura di Pina La Villa.

Intanto una suggestione: il film "Angela" di Roberta Torre (2002). Ambientato a Palermo è la storia di una donna (nella realtà delle cronache giudiziarie, la moglie del boss Molina) che partecipa attivamente alla vita mafiosa del marito e della sua cerchia di amici. Se la fotografia di Daniele Ciprì e la regia di Roberta Torre danno il tono concentrato e privo di fronzoli a tutto il film, è il significato della storia che ancora ci colpisce. Il ruolo della donna all'interno della società mafiosa, che negli anni Ottanta e Novanta non è più subalterno né secondario. E' tutta una società che si è evoluta, non nella direzione della "rivoluzione borghese" sperata dai circoli della società civile. Neppure l'amore e la vicenda giudiziaria conducono alla "redenzione" e al "ritorno nei ranghi". Angela è una siciliana sentimentale ma non retorica. La "vita reale" in cui i rapporti di forza sono ancora dalla parte del realismo mafioso, è più forte di qualsiasi esaltazione ideologica.

 

Sui rapporti tra mafia e donne solo negli ultimi anni la pubblicistica e gli studi "sulla mafia" hanno cominciato a produrre. Il quadro che ne viene fuori è inquietante, forse più delle sconfitte che il movimento e la lotta antimafiosa hanno subito negli ultimi anni dopo la reazione militare messa in campo all'indomani dell'uccisione di Giovanni Falcone, di sua moglie e degli uomini della scorta. La mafia non è una questione di pochi capi e manovalanza, che basta segregare in carcere con il 41 bis. In mancanza di una prospettiva diversa, di una società diversa, l'offensiva militare dello Stato dopo aver registrato i suoi successi è destinata a fermarsi e recedere.

 

"Sherazade" pubblica nel suo sesto numero la breve ricerca di Pina La Villa, "Quelle di Cosa Nostra". Non è una ricerca esaustiva, ma una indagine intanto su quello che è stato pubblicato attorno all'argomento. Un primo approccio. Mettiamo intanto sul tavolo dei dati e delle "storie" concrete, e poi parliamone. Partendo anche dalla nostra esperienza di tutti i giorni. Perché la mafia non è una cosa che esiste sui giornali o sui libri militanti, ma per chi vive in Sicilia e nei paesi del Sud è una cosa che si vive tutti i giorni, all'interno delle famiglie, per le strade. Fa parte della nostra esperienza.

 

di Marta Di Stefano

Piera Aiello
Rita Atria
Antonietta Bagarella
Serafina Battaglia
Antonina Brusca
Michela Buscemi
Liliana Caruso
Brenda Colletti
Giuseppa Condello
Rosetta Cutolo
Teresa Deviato
Santa Margherita Di Giovine
Patrizia Ferriero
Giacomina Filippello
Margherita Gangemi
Maria Cristina Guimares, in Buscetta
Immacolata Jacone
Maria Imbraguglia
Tatiana Imparato
Pietra Lo Verso
Concetta Managò
Alessandra Maninetti
Vincenzina Marchese
Pupetta Maresca
Carmela Marzano
Contro la mafia: Liliana Ferraro

 

Bibliografia

 


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