Michela Buscemi
Cresciuta nei quartieri poveri di Palermo, era la più grande
di otto fratelli e sorelle. Suo fratello Salvatore fu ucciso nel
1979 dalla mafia per aver venduto sigarette di contrabbando senza
aver chiesto il permesso dei boss. Un fratello più giovane,
Rodolfo, fu a sua volta assassinato per impedirgli di vendicare
la morte del fratello. Durante il maxiprocesso svoltosi nel 1985-'86
Michela testimoniò contro gli assassini, ma fu costretta
a ritrattare la dichiarazione dopo aver ricevuto una telefonata
in cui si minacciava di attentare alla vita della sua bambina di
sei anni. Dopo la testimonianza di Michela, sua madre interruppe
ogni rapporto con lei e suo marito perse il lavoro. resta un'attiva
sostenitrice della lotta contro la mafia.
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