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Simone Weil (Parigi, 1909- Ashford, Kent, 1943)

Liceo, fabbrica, guerra civile spagnola. Nel 1940 abbandona Parigi, fa parte dell'organizzazione "France Libre" Opere, tutte postume: L'ombra e la grazia (1947); La prima radice (1949); La conoscenza soprannaturale (1950); Lettere a un religioso (1951); La condizione operaia(1951). Contro la filosofia necessitaristica della storia, la Weil riafferma l'esigenza etica. Critica al marxismo e ritrovamento di Platone in nome della priorità del momento etico . Gnosi cristiana imperniata sul concetto di decreazione.

OPERE (postume):L'ombra e la grazia,1947; La prima radice,1949; La conoscenza soprannaturale,1950; Lettere a un religioso,1951; La condizione operaia,1951. "Quando penso che i grandi Bolscevichi pretendevano di creare una classe operaia libera e che di sicuro nessuno di loro - Trockij, no di certo, e nemmeno Lenin credo - aveva mai messo piede in un'officina e quindi non aveva la più pallida idea delle condizioni reali che determinano la servitù o la libertà operaia, vedo la politica come una lugubre buffonata" (Lettera ad Albertine Thévenon del 1934,poi in "Condizione operaia")

C'è per la Weil una componente di necessità nel lavoro operaio, che corrisponde ad un elemento di "subordinazione" a forze naturali e sociali oggettive, che è propria dell'essenza stessa dell'uomo, della sua dolorosa umanità e che non può essere trascesa nella realtà. L'unica possibilità per l'uomo è quella di ridurre il livello di oppressione presente in una data società, ridurre quell'elemento di arbitrio e di inaccettabile prevaricazione che la "lotta per la potenza" innesta nei già subordinati rapporti sociali ed economici. E ciò lo si può ottenere solo umanizzando, favorendo la cooperazione fra i lavoratori, creando "rapporti sociali modellati sull'organizzazione del lavoro". Il lavoro è un "valore umano"... non un qualcosa di cui l'umanità possa sbarazzarsi. Qui ha origine il male oscuro che ha colpito, secondo la Weil, il Movimento operaio di fronte al totalitarismo: aver determinato lo stesso male, essersi proposto un fine del tutto immaginario e aver generato, con Lenin, una società che ha oppresso "nella speranza di liberare". E' da una tale visione del lavoro come simbolo dell'umanità e materialità dell'uomo e come segno della sua condizione di metafisica e strutturale alienazione che scaturisce il bisogno religioso.

Bibliografia "Sulla germania totalitaria"Adelphi,milano,1990; "La Grecia e le intuizioni precristiane", Borla, torino,1967

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