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Dacia Maraini: << In Italia le voci difformi sono messe a tacere>>

Dacia Maraini ha presentato alla Festa nazionale dell’Unità il suo nuovo libro, Piera e gli assassini.
La conversazione della scrittrice è stata accompagnata dall’esibizione del violinista Paolo Buconi, e dalla lettura di brani tratti dal testo, eseguiti da Simonetta Venturini.
Durante la serata, lo scrittore Gregorio Scalise ha avuto il ruolo d’interlocutore curioso ed esperto della Maraini.

Piera e gli assassini è la prosecuzione ideale di Storia di Piera, pubblicato dall’autrice fiorentina del 1980. Entrambi il testi sono tratti due interviste rilasciate a Dacia Maraini, a distanza di più di vent’anni l’una dall’altra, dall’attrice Piera Degli Esposti. In realtà, data l’amicizia che lega le due donne è più corretto parlare di “chiacchierata”.
L’attrice bolognese ha partecipato, nella sua carriera, a film dei Taviani, di Lina Wertmüller, e di Marco Bellocchio.

L’interesse che più di due decenni fa spinse Dacia Maraini a scrivere un libro da un’intervista a Piera Degli Esposti, e a tornare sullo stesso soggetto oggi, non fu causato dalla sua professione, ma piuttosto da qualcosa di decisamente più letterario: i traumi di una donna causati da un’infanzia difficile.
Piera da bambina è stata violentata da un parente, e si è trovata per molti pomeriggi a dover accompagnare mano nella mano la madre, ritenuta pazza per i suoi “disordini sessuali”, a subire l’elettroshock in ospedale. Di quel periodo, delle corse in bicicletta di notte, di bar in bar, a cercare la madre appartata con gli amanti, delle violenze sessuali, le sono rimasti diversi terrori irrazionali, al limite con la paranoia: gli angoli bui, le porte chiuse a chiave, i bar affollati.
Piera e gli assassini torna a scavare il rapporto tra questa donna e i suoi traumi, concentrandosi soprattutto sulle “contromosse” che Piera, come del resto ognuno di noi, applica meticolosa per sfuggire alle sue paure. E il metodo adottato dalla Degli Esposti è proprio quello di “frequentare”
il terrore, sia anche il terrore della morte, vivendolo da spettatore: da qui l’interesse morboso di Piera per la cronoca nera, e per i delitti misteriosi in particolare ( e da qui anche il titolo del libro).
La scrittrice prova a spiegare: << il delitto, somigliando alla morte le ruba qualche segreto, qualche trucco, delle maschere>>.

La serata in compagnia di Dacia Maraini prosegue parlando dei suoi personaggi (<<gli scrittori non sono burattinai, i miei personaggi bussano alla porta e si accampano a casa mia>>), di Moravia e Pasolini, del clima di terrore generalizzato montato ad arte dalle tv americane negli States, e
della necessità che i giovani ritornino ad un teatro civile che parli della società italiana odierna.
Poi, approfittando dell’occasione offertale da una domanda sul licenziamento improvviso e “misterioso” comunicatole dal settimanale del Corriere della Sera Io Donna, sul quale aveva una rubrica, affronta autonomamente l’anomalia Berlusconi: <<la concentrazione del potere in Italia non avviene più attraverso l’uso dei manganelli e dell’olio di ricino. Oggi avviene attraverso l’acquisto di tutto>>. Si maneggia la pubblicità, spiega la Maraini, per mettere in ginocchio economicamente delle aziende, che poi vengono comprate a poco prezzo.
<<Le voci difformi vengono messe a tacere, e la gente non se ne accorge.
Però gli effetti finiranno per essere gli stessi del fascismo>>.

 

 

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