La
rivoluzione open source conquista Hollywood
"Sinbad"
esce nei cinema statunitensi oggi e, qualunque sarà
il responso del botteghino, entrerà nella storia
dell'animazione: si tratta, infatti, del primo cartoon
interamente realizzato con sistemi Linux.
di alessio barbi
ROMA
- Quattro anni fa, quando i creativi della DreamWorks
iniziarono a lavorare su "Sinbad", non esisteva
una tecnologia che permettesse di realizzare esattamente
quello che immaginavano: un cartone animato quasi
interamente ambientato negli oceani. "Sinbad"
esce nei cinema statunitensi oggi e, qualunque sarà
il responso del botteghino, entrerà nella storia
dell'animazione: si tratta, infatti, del primo cartoon
interamente realizzato con sistemi Linux.
Al
fianco di Brad Pitt, Catherine Zeta-Jones e Michelle
Pfeiffer (i divi hoollywoodiani che hanno prestato
le proprie voci ai personaggi del film), gli spettatori
statunitensi ammireranno una nuova star: il software
open source, che per la prima volta porta a compimento
con successo una delle maggiori sfide dell'animazione
computerizzata, ovvero la riproduzione realistica
di un vero e proprio oceano.
L'acqua è probabilmente, per sua natura, l'elemento
più difficile da rendere in maniera realistica
in un disegno animato. Con le tecnologie utilizzate
finora, i grafici avrebbero dovuto creare un segmento
di mare per ogni fotogramma di pellicola. Una procedura
che, verosimilmente, avrebbe fatto slittare di alcuni
anni l'uscita di "Sinbad". L'ideale sarebbe
stato avere a disposizione una vasta distesa d'acqua
virtuale alla quale i disegnatori potessero attingere
a piacimento regolando, a seconda delle esigenze,
la forza del vento, l'altezza delle onde, il colore
della spuma e così via. Una vera e propria
sfida dell'animazione computerizzata, che avrebbe
richiesto una potenza di calcolo e un'affidabilità
da primato.
Utilizzando
oltre 250 terminali Hp dotati di sistema operativo
Linux Red Hat, i creativi di DreamWorks sono riusciti
nell'impresa. Per Linux, e in generale per il movimento
open source, si tratta di un successo d'immagine dirompente.
Già durante la realizzazione di "Shrek"
e di "Spirit" la DreamWorks si era in parte
affidata a Linux. Con "Sinbad" abbandona
definitivamente il codice proprietario per entrare
nell'era del software libero. Va sottolineato che
il programma utilizzato per creare l'oceano virtuale
(Maya 3D, già sperimentato nelle riprese della
"Tempesta perfetta") è disponibile
anche per sistemi Windows e Macintosh. Quella di affidarsi
ad una piattaforma open source, dunque, è una
scelta precisa di DreamWorks, che riguarda i costi
di gestione e l'affidabilità del sistema. "I
nostri clienti stanno utilizzando la flessibilità
di Linux per risparmiare e imporre nuovi standard
nell'industria dell'animazione", ha commentato
Martin Frink, vicepresidente della divisione Linux
di Hp.
Scottie
Miller, boss tecnologico di DreamWorks, racconta che,
inizialmente, i disegnatori erano riluttanti a passare
dalla piattaforma proprietaria a quella open source.
Hanno cambiato idea in fretta, quando ogni postazione
di lavoro è stata equipaggiata con acceleratore
3D e doppio monitor. "Un tempo, questo tipo di
configurazione sarebbe stato troppo costoso",
spiega Hp in una nota. "Utilizzando Linux, DreamWorks
è riuscita a risparmiare abbastanza soldi da
poterselo permettere". Con il sistema operativo
open source, DreamWorks ha realizzato il maggior numero
di elementi computerizzati mai apparso in una sua
produzione: non solo l'acqua del mare, ma anche i
mostri marini, le sirene, le navi e una quantità
di effetti speciali. "Ora", conclude Miller,
"gli animatori amano Linux incondizionatamente".
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