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Tanto per abbaiare di Riccardo Orioles

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riccardo orioles
tanto per abbaiare
28 aprile 2003 n. 176
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Come si chiamava il capo di stato maggiore dell'Impero Goto? E il Khan
degli Avari che vinse la guerra di Bulgaria? Chi era l'Imperatore di
Bisanzio che conquisto' Trebisonda? Ovviamente, noialtri posteri ce ne
fottiamo. Ricordiamo invece i nomi di filosofi come Boezio, scienziati
come Averroe', pacifisti come san Francesco. Uomini che all'epoca
"contavano poco" ma il cui lavoro e' rimasto, mentre di tutti gli
imperatori e i capitribu' del medioevo non resta che una ferraglia
arrugginita, e un ricordo indistinto di bestie rozze e feroci.
Cosi', nel medioevo - speriamo breve - che stiamo attraversando adesso,
i nomi di Bush, Blair, Saddam e Bin Laden, che i media ci impongono a
forza tutti i giorni, non sono in realta' che lo strato superficiale e
parassitario di un mondo ben differente. La storia vera, quella che i
nostri nipoti studieranno, si occupera' poco di questi nomi. Tutti
sapranno invece la storia di Matthew Lukwiya, primario dell'ospedale di
Lachir in Uganda, o di Carlo Urbani, medico senza frontiere, o di Gino
Strada, chirurgo. Costoro, diranno i libri si scuola, combatterono come
nessun altro per difendere gli esseri umani: con poche medicine, pochi
computer, pochi soldi, perche' i soldi nel medioevo andavano ai
fabbricanti di spot pubblicitari, di videogames idioti e di
cacciabombardieri.
* * *
"L'Europa comunque non corre pericolo". Ovviamente: due settimane fa il
virus era individuato, i pochi casi erano tutti sotto controllo, e
insomma non c'era proprio da preoccuparsi. E intanto, sotto i
riflettori del villaggio globale, generali e presidenti spiegavano
tutti fieri le grandi battaglie che avevano fatto, e che ancora
intendevano fare, per salvare l'umanita' a suon di bombe. I re del
medioevo erano troppo fieri per abbassarsi a studiare i topi che
portavano la peste. Quelli di ora, con le loro superbombe e
superideologie, non possono certo abbassarsi a pensare che la Sars e'
gia' la quarta pandemia nuova e non curabile apparsa in circa
trent'anni: Aids, Ebola, mucca pazza e ora questa.
Di nessuna di queste malattie sappiamo esattamente come sia nata, e
cosa sia. Nessuna e' stata segnalata in tempo. Per nessuna e' stata
realmente trovata una terapia. Ciascuna, alla fine, e' stata catalogata
fra le componenti normali del vivere moderno: l'Aids si cura col
preservativo, Ebola facendo a meno dell'Africa, la mucca pazza con
qualche controllo ex post ogni tanto, e la Sars negandone finche'
possibile l'esistenza. Se una parte infinitesima delle risorse spese in
un qualunque mese di guerra (cento missioni Stealth, mille colpi
d'artiglieria o una mezza dozzina di bombardieri) fosse stato investita
altrimenti, non c'e' dubbio che le terapie ci sarebbero. Ma non era un
obiettivo importante. I re del medioevo, feroci e imbandierati, che
alla fine morivano di peste.
* * *
La politica vera probabilmente e' esattamente questa. Non m'interessa
se il petrolio dell'Iraq alla fine verra' sfruttato dall'America o
dalla Russia. M'interessa chiedermi se davvero dobbiamo andare avanti
bruciando barbaricamente petrolio in macchine obsolete vecchie di
cent'anni. Non m'interessa sapere se e' stato piu' criminale il
criminale Saddam, che bombardava i bambini di una citta', o il
criminale Bush, che bombardava i bambini di un'altra. M'interessa
chiedermi se i soldi di tutti questi bombardieri potranno prima o poi
essere usati per combattere gli unici nemici veri, che sono virus e non
esseri umani.
Abbiamo la fortuna di vivere in un momento storico e in un luogo - il
terzo millennio, l'Europa - in cui molte persone tendono a porsi queste
domande, in cui esistono le risorse e le tecnologie per afffrontarle e
in cui infine esiste ancora una cosa - chiamata democrazia - che puo'
permettere a queste persone di porre insieme e non individualmente
queste domande. Sono tre circostanze eccezionali, nella storia umana, e
ancora piu' eccezionale e' il fatto che - in Europa almeno - si
presentino tutte insieme. Non sprechiamole.
L'Europa, contrariamente a quel che sembrava all'inizio, non e' affatto
l'euro ma qualcosa di fantascientifico che aspetta solo di essere
fatto.
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Dizionario. Ghetto. Un ghetto e' un luogo fisico e delimitato la cui
esistenza viene "tollerata" (nell'accezione tecnica del termine) da
un'autorita' superiore esterna al luogo stesso. La facolta' di entrare
e uscirne, e di muoversi liberamente all'interno di esso, non viene
negata in assoluto: e' pero' accuratamente centellinata a secondo del
migliore o peggior comporatamento degli abitanti di esso. Coloro che
sono ristretti in questo luogo appartengono, per definizione, a una
categoria diversa da quelli che rimangono all'esterno. Questa categoria
viene sovente definita "razza". Nonostante la formale condanna espressa
da quasi tutte le culture - appena tre generazioni fa - nei riguardi di
questa istituzione, essa sopravvive tranquillamente in diversi luoghi
del pianeta: per esempio a Gaza. Nel che, un osservatore molto estraneo
troverebbe qualche motivo di amara ironia.
* * *
Lebensraum. "Spazio vitale": e' il posto di cui una tribu' ha bisogno -
secondo lei - per vivere veramente ricca e felice. Lo spazio
originario, ci si accorge a un certo punto, non basta. Noi milazzesi
per esempio abbiamo assoluto bisogno del torrente asciutto che sta fra
il nostro comune e Barcellona-Pozzo di Gotto e che, per un'ingiustizia
della storia, e' stato assegnato a loro. L'Inghilterra non poteva stare
senza India, la Francia senza l'Africa, l'Italia senza un posto
qualunque purche' non italiano e i tedeschi senza la Russia intera.
Lebensraum e' il villaggio croato di cui hanno bisogno (o viceversa) i
serbi, oppure la piantata d'ulivi di cui il colono israeliano rivendica
l'assoluto bisogno. Su questa faccenda si spalmano poi le politiche e
le religioni.
* * *
Rappresaglia. Quando e' cominciata l'usanza di demolire le case dei
civili a fini di deterrenza militare? I primi, se ben ricordo,
dovrebbero essere stati i comandi del (primo) Reich durante la guerra
franco-prussiana. I francesi facevano i "franchi tiratori" di difficile
individuazione e l'Oberkommando reagi' decretando l'incendio di un
certo numero di abitazioni, scelte a caso, nell'area di presunta
provenienza degli attacchi. Questa prassi fu regolamentata dalla
Werhmacht nella guerra del '14 e in quella del '39 e ne costitui' uno
dei tratti distintivi. Attualmente, ad applicare con piu' precisione
questi vecchi regolamenti prussiani sono i comandi israeliani, presso
cui la demolizione di abitazioni civili a scopo di rappresaglia viene
non solo praticata ma teorizzata. In questo, probabilmente, un
osservatore marziano troverebbe qualche ironia.
Alcuni giovani americani sono stati feriti o uccisi nel tentativo di
opporsi a questa pratica e questo probabilmente e' il motivo per cui
l'America puo' ancora essere considerata un paese civile.
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Sicilia 1. Per una fortunata coincidenza, l'ultimo palermitano
eccellente beccato in un giro di coca, di mestiere faceva
l'uomo-immagine: del comune, della regione, del turismo e di tutto il
resto. L'anno scorso era toccata a un altro demi-vierge, tale
Alessandro Martello, che essendo nel giro del viceministro
dell'economia aveva installato un suo piccolo spaccio fin dentro il
ministero. Godibile per altri motivi (anni Trenta, Brancati, Sua
Eccellenza il Ministro, famelici gerarchi di paese), costui mancava
pero' di un riconoscimento ufficiale da parte delle Istituzioni, e
dunque non attingeva alla vetta di perfezione che di un comune e
occasionale personaggio di cronaca fa un personaggio letterario,
immortale. Mi pare che questo riconoscimento possa essere invece
degnamente una Sicilia "fatta" non a livello di piccoli parassiti ma
proprio di classe dirigente.
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Sicilia 2. Una ulteriore cementificazione delle spiagge (qui la
chiamano "riordino delle coste") messa - letteralmente - in cantiere
dall'assessore alla Devastazione del Territorio e' stata per il momento
bloccata dall'intervento di un altro assessore, quello dei Beni
culturali: "Dobbiamo valorizzare l'ambiente, non barattarlo per un
pugno di voti". La regione e' di destra, l'assessore unno si chiama
Parlagreco, quello civilizzato Granata e insomma anche fra i barbari
qualcuno e' meno barbaro degli altri.
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Sicilia 3. Insomma, si puo' sapere chi ha messo la firma sotto la
candidatura (alle passate politiche) di Cecchi Gori? Candidato del
centrosinistra a Catania, trombato selvaggiamente e incriminato per
contatti con mafiosi, e' piu' di un anno che cerco - per vie traverse -
di farmi dire il nome del dirigente che aveva garantito per lui. Ma non
c'e' stato verso, e' uno dei segreti meglio custoditi d'Italia. E va
bene, mi arrendo: ditemelo voi, non gli faremo niente, basta che non
organizzi piu' altre elezioni.
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Gianni Boschi wrote:
< "Beh, io al mercatino sento parlare di euri. La lingua si fa al
mercato e non per legge...". Mi si sono rizzati i capelli, stando alla
tua risposta bisognerebbe parlare e scrivere come fanno al
mercatino!?!? A questo punto avremmo una babilonia di dialettismi,
oppure ritieni che si debba (come da esempio televisivo) parlare tutti
con accento romanesco o al piu' napoletano? >
* * *
Avremo una lingua, bella o brutta, come gli italiani la vorranno.
Meglio l'accento romanesco che il latinorum (salvo che non diventi
latinorum a sua volta). Pensi che un certo Alighieri, alla Rai di
Firenze, s'e' messo in testa addirittura di far programmi in dialetto
toscano! Dove andremo a finire, signora mia.
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Nicola wrote:
< Ciao Riccardo, ti stampo, ti leggo in bagno e ti accumulo tra i
fumetti nel bagno... >
:-(
< ...un altro mio amico ti ha trovato interessante. Penso sara'
contento di ricevere la catena. Ecco l'indirizzo... >
:-)
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Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche marrocchini,
africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi).
Il lavoro si chiama: work, lavoro o travaglio, a secondo che sia piu'
facile o piu' faticoso. I contadini in alcuni paesi si chiamano
lavoratori, in altri paesani e in altri ancora semplicemente cristiani.
Ci sono uomini e donne ma quando si parla di tutt'e due insieme di
solito le parole portano i pantaloni. Alcune parole sono nuove come il
ketchup e altre antiche come il panino. Le cose cattive di solito hanno
nomi piu' complicati di quelle buone: mitragliatrice o
cacciabombardiere sono piu' difficili di caramella o cavallo. La lingua
di un paese e' fatta da tutte le parole usate dalle persone di quel
paese, tranne quelle usate proprio per non farsi capire.
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Primo Maggio

L'interpopolare

In piedi poveri del mondo
in piedi noi l'umanita'
Un sogno sorge dal profondo
di giustizia e liberta'

Del passato niente nostalgia
tutto quanto cambiera'
Al mondo diamo un'altra via
chi nulla e' tutto sara'

Su fratelli, lottiamo
tutti uniti, e sara'
l'interpopolare
fraterna umanita'

* * *

Niente re, padroni, ideologie,
niente schiavi: liberta'!
vivremo in pace e in allegria
la terra a tutti apparterra'

Pace a noi, nel limpido pianeta
che nessuno sporchera'
Coi muri non dividerete
generazione che verra'

Su fratelli, lottiamo
tutti uniti, e sara'
l'interpopolare
fraterna umanita'
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La "Catena di San Libero" e' una e-zine gratuita, indipendente e
senza fini di lucro. Viene inviata gratuitamente a chi ne fa
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riccardoorioles@libero.it. La "Catena" non ha collegamenti di alcun
genere con partiti, lobby, gruppi di pressione o altro. L'autore e' un
giornalista professionista indipendente. Parte dei suoi contenuti si
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girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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