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riccardo orioles <riccardoorioles@libero.it>
tanto per abbaiare
24 marzo 2003 n.171
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Dopo. Americani isolati, aiutati solo dagli inglesi
(con l'appendice
australiana) e da 200 polacchi. Pero' anche americani
coesi - il
riflesso patriottico e' scattato come programmato -
e molto piu' a
destra di prima. Seppellito definitivamente Roosevelt
e anche la
dottrina del "mondo libero" anni '50-'60.
Impero e basta, ancorche'
popolare. La motivazione profonda non e' stata il petrolio
(oggetto di
speculazioni private ma non di un incoercibile interesse
nazionale) ma
questo scatto "imperiale" ormai maturo. "Delenda
Carthago", e poi la
Grecia e l'Asia e il "pane e giochi". Questo,
naturalmente, rende
- come si sente gia' da un paio d'anni - obsoleta la
vecchia
democrazia.
Nella zona: l'Iran vince la sua antichissima guerra
con Bagdad e
diventa la potenza della regione. Possiede adesso interessi
comuni con
la Turchia e, come questa e probabilmente insieme a
questa, ha le
capacita' e gli strumenti ideologici (islamismo sofisticato,
eterodosso
e moderno) per unificare sul serio, col tempo, l'intera
area
"islamica".
Crollo del rapporto turco-americano (agli Usa i curdi
servono) e di
riflesso di quello, importantissimo in questi anni,
turco-israeliano.
Anche per cio', impegno diretto americano nella zona.
Costretti a
rimanere in Iraq. Costretti pero' anche a importarvi
un qualche
rudimento "democratico" (McArthur) che esercitera'
appeal sui ceti
medi
attualmente sotto dittatura nei regni/regimi "filoccidentali"
(in
particolare nella penisola). Parallelo e contrastante
richiamo
(stavolta non fanatico ma credibile e "ragionevole")
dell'Iran o
dell'asse turco-iraniano. Crisi a breve di uno o piu'
di quei
regni/regimi, evoluzione in alcuni casi "democratica"
e filoamericana,
in altri popolare e panaraba. In ogni caso, ostilita'
verso
l'"Occidente" di *tutti* gli arabi (nessuno
escluso, neanche i
"filoamericani") per le prossime due o tre
generazioni. Abbassamento e
cronicizzazione del terrorismo. Pulizia etnica in Palestina.
L'Onu non muore affatto: cambia di ruolo. Da cinghia
di trasmissione
del "mondo libero" con alla testa gli Usa,
diventa camera di
compensazione di tutti gli interessi anti-americani
o anche
semplicemente non-americani. Nel caso peggiore (per
gli Usa)
potrebbe
anche diventare il luogo dell'alleanza di fatto fra
Europa, Russia e
Cina.
Europa: spostamento "a sinistra" molto netto,
probabile crisi o
comunque forte indebolimento delle componenti "di
destra" (Inghilterra,
Spagna e Italia) con possibili riflessi a breve sulla
tenuta dei
governi. Non so se sto usando "destra" e "sinistra"
in senso
politico-sociale o politico-nazionale: ma non cambia
molto. In ogni
caso, il centrosinistra sta tornando al potere in Europa,
ma molto piu'
consapevole e incattivito.
Fine di ogni residua velleita' di grande politica da
parte inglese (si
chiude il ciclo delle Falkland, stranamente durato piu'
di vent'anni).
Fine anche delle velleita' mitteleuropee, di ost-politik
ecc. da parte
tedesca: gli europei nuovi sono tranquillamente americani
(la
Slovacchia come il Kirghizistan), e dunque non sono
affatto europei
ma
semplicemente "occidentali", qualunque cosa
significhi questa strana
parola. L'Europa, esattamente come prima, finisce a
Berlino, Salonicco
e Vienna. La sua politica naturale, ora come ora, e'
esattamente quella
di De Gaulle: buoni rapporti con Cina e Russia, ostilita'
per
l'America, buone parole al Terzo Mondo.
* * *
E noi? Intanto, in Italia, abbiamo ottenuto un successo
enorme.
Abbiamo
fermato la spedizione italiana in Iraq (a cui il governo
non avrebbe
fatto la minima obiezione se non avesse avuto contro
il 70 per cento
dei sondaggi), abbiamo dunque salvato la vita di non
sappiamo quanti
concittadini e l'immagine umana del Paese. Questo dobbiamo
pensarlo
per
prima cosa: non e' vero che "le manifestazioni
non servono a niente".
Al contrario, da esse il governo e' stato costretto
a fermarsi su una
classica posizione "andreottiana" ("l'Italia
insulta il nemico dal
balcone di casa sua") molto lontana dal cowboysmo
iniziale. Di questa
moderata posizione finale va dato correttamente atto
al governo:
partito per aggredire la Costituzione, alla fine ne
e' rimasto - a mio
parere - entro i limiti formali, sia pure pagando un
tributo al senso
del ridicolo di ogni osservatore neutrale. Il transito
per le basi non
e' un peccato di questo governo, ma il frutto "bipartisan"
dell'esistenza stessa di esse: che prima erano basi
straniere in
Italia, ma ora sono basi straniere in Europa.
* * *
Una vittoria nostra, ripetiamo, su cui bisognera' costruire,
a partire
dall'immediato, il futuro.
"Nostra", di chi? Ah, questo lo sento benissimo
con le emozioni ma non
riesco ad esprimerlo in parole. E' nata finalmente la
sinistra, questo
e' certo: non un movimento qualunque, uno dei tanti,
ma "il"
successore
del vecchio movimento operaio e socialista che per tante
generazioni
ci
ha accompagnato, che avra' avuto i suoi errori ma che,
nel complesso,
ha incivilito e umanizzato il Paese. La nuova bandiera
rossa, adesso e'
la bandiera della pace: non perche' essa sia di un partito
(chi ha
voglia di partiti, adesso?) ma proprio perche' non lo
e'.
Come la vecchia bandiera rossa del primo movimento operaio,
essa
non
esprime affatto un partito preciso, un'organizzazione,
una setta: ma
un'ansia di cambiamento, una gioventu' speranzosa, dei
valori, che
non
sono "di" sinistra ma sono "la"
sinistra stessa. E come tali, a un
certo momento (*questo* momento) vengono riconosciuti
spontaneamente da
tutti. E' li' che cambia la storia, che termina il libro
vecchio e se
ne apre un altro da scrivere, tutto nuovo.
A questa nuova bandiera auguriamo di raccogliere tanti
dolori, tante
speranze e tanta umanita' sulla sua strada quanti ne
raccolse - nel suo
cammino lunghissimo - la vecchia; ma, a differenza di
quest'ultima, di
non essere mai sporcata da nessuno.
* * *
Abbiamo tanto parlato male dell'America, nei discorsi
da bar di questi
tempi, che ci siamo scordati degli americani in carne
e ossa, quelli
veri. E' stata un'americana, una ragazza di ventitre'
anni che si
chiamava Rachele, la prima a morire lottando in questa
guerra. Lottava
dalla parte giusta, non contro altri esseri umani ma
per difendere
delle persone; e non aveva armi, ma il suo semplice
corpo vivente.
L'ha
interposto fra i bulldozer di un esercito e le povere
case e vite che
esso voleva sgretolare, a Gaza, dentro un ghetto: ed
e' morta cosi',
difendendo.
Pensiamo alla ragazza Rachele, quando parliamo dell'America,
in
questi
giorni. Perche' l'America e' lei, non i fantasmi sanguinosi
che ora
vanno in giro a mietere con la falce.
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Bugie di guerra. C'e' un osservatorio che le registra.
Si chiama
Mediawatch ed e' promosso da un gruppo di media indipendenti:
Altreconomia, Azione Nonviolenta, Buone Nuove, Guerre
& Pace,
Information Guerrilla, Informazione senza frontiere,
PeaceLink, Terre
di Mezzo, Unimondo, Vita, Volontari per lo sviluppo.
Bookmark: http://www.peacelink.it/mediawatch
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Elenco. In calce a non so che comunicato vedo - tutti
in fila - un
elenco di nomi: don Ciotti, Gino Strada, Terzani,
padre Zanotelli e
altri. Improvvisamente viene in mente che l'anno prossimo
dovremo
fare
la lista del *nostro* governo.
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Maschere. La guerra strappa le maschere, e a volte
quel che c'e' sotto
e' migliore. Ho visto il vecchio politico marpione
parlare di se'
bambino orfano di guerra; un ministro che cercava
disperatamente di
convincere che non belligeranza vuol dire proprio
non-guerra; e
persino
il padrone in capo, per una volta non sorridente,
spiegare imbarazzato
che in realta' lui non voleva schernire i pacifisti
ma solo prendersela
coi propri avversari di partito. Ciascuno di loro,
in quel preciso
momento, sembrava - controvoglia - non insincero.
La guerra, le
sofferenze degli uomini, evidentemente incutevano
rispetto persino a
loro. L'unico che e' rimasto se stesso e' stato il
capo dei barbari, il
sacerdote del Dio Bottegaio. A lui, per primo istinto,
e' venuto da
dire "I profughi? Non rompano il cazzo. Se arrivano,
li cacceremo a
pedate". E poi, trucemente, ha sorriso.
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Banche armate. La legge 185 elimina la trasparenza
bancaria sul
commercio delle armi: ti impedisce cioe' di sapere
se la tua banca, coi
tuoi risparmi, finanzia industrie di guerra. Ne stanno
accelerando
l'iter - denuncia un parlamentare diessino - proprio
in questi giorni.
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Cronaca. Roma. Distrutta da ignoti stronzi la lapide
al vecchio leader
israeliano, quello che voleva fare la pace coi palestinesi
e fu
ammazzato per questo.
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Marinella M. wrote:
< Bellissima la frase di Fava: "A che serve
vivere se non c'e' il
coraggio di lottare?". Troppo spesso anch'io
dimentico di chiedermelo,
specie ora che voglio cambiare lavoro e non trovo
il coraggio per
questo "salto nel vuoto". Marinella >
* * *
Giovanna P. wrote:
< Io cerco il coraggio di lottare ogni giorno nella
mia vita
quotidiana, non sono sicura di riuscirci, ma la voglia
di vivere ancora
c'e' >
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Benedetta wrote:
< Ciao mi chiamo Benedetta e ho 17 anni. Volevo
darvi conforto
riguardo
a un punto dell'articolo del 12/03. Avete detto che
i meno contrari a
questa guerra sono i giovani, sui quali attecchisce
meglio la
"propaganda bellica" dato che proprio in
quanto giovani non hanno le
esperienze, ne' i ricordi o la consapevolezza delle
bombe che
uccidono.
Oggi e' 20 marzo, ieri notte sono iniziati ufficialmente
gli attacchi
militari americani. Ho sentito questa notizia alle
8,20 stamattina
prima di uscire e prendere il mio motorino per andare
a scuola.
Dall'inizio di Via Sicilia, dove sta la mia scuola,
ho visto una marea
di gente; io ero in ritardo, ma stavano tutti fuori.
Poco meno di 1000
ragazzi. Una mia amica mi e' venuta a salutare, mi
ha abbracciata e
piangendo mi ha detto: "Bibi, e' scoppiata la
guerra...". Lei e'
scoppiata a piangere. Dopo un quarto d'ora eravamo
a Piazza Fiume
seduti a terra in 500, e da li' e' cominciata la protesta:
in un corteo
di migliaia di ragazzi sono confluite tantissime scuole,
e quando
passavamo sotto le finestre per le strade, chi era
a casa e affacciato
a guardarci ci applaudiva.
In questo primo giorno di sporca guerra, i primi a
gridare per la
strada che non e' giusto sono stati un pugno di studenti,
di ragazzini,
giovani. Appena svegli, abbiamo iniziato noi. Non
temete, questa
guerra
non attecchisce comunque, neanche su quelli con meno
anni e meno
coscienza, che, per lo meno, non e' da buttare come
quella di chi alla
fine di questo schifo (se mai finira') ce l'avra'
davvero troppo
sporca, da non potersi piu' guardare allo specchio
>
* * *
Cara Benedetta, ho scritto molte cazzate in vita mia,
ma mai una
cazzata cosi' grossa come questa di non aver fiducia
nei ragazzini.
Non
ti fidare mai del tutto di chi ha piu' di trent'anni,
nemmeno di me.
Non perche' siamo stronzi. Ma perche' a un certo punto
la vista
comincia a diminuire: cerca di capirci, tu che hai
la vista buona. ("Si
sbaglio corrigetemi", disse un compagno).
________________________________________
Umberto wrote:
< ho letto qui che il conflitto israelo-palestinese
sarebbe un
conflitto di religione. non e' cosi' e io preferivo
quando lo si
definiva conflitto arabo-israeliano che mi sembra
piu' pertinente >
________________________________________
Angelo wrote:
< Tutti i servizi dall'Iraq della Cnn dovranno
essere preventivamente
vagliati nella sede centrale di Atlanta. Non vogliono
rischiare di far
capire che le "bombe intelligenti" esplodono
in testa a persone vere,
reali, provocando sofferenza vera. Ma ormai ci hanno
abituati con film
dove l'eroe di turno salva il mondo uccidendo solo
il cattivo e
salvando gli innocenti >
________________________________________
longoborina wrote:
< La Turchia, un paese meno ricco, meno progredito,
meno pacifico
dell'Italia, dice no al ricchissimo, progreditissimo
e pacificissimo
Impero degli Stati Uniti d'America. Noi, invece, che
siamo un popolo
civile, colto, con tanto di storia alle spalle, con
un'economia che va
a gonfie vele, possiamo ben allearci per una "guerra
infinita" >
________________________________________
Michele wrote:
< "Abbonamento ad Antimafia Duemila: si accettano
contributi da tutti,
meno che dai partiti". Ciao Riccardo, con i ragazzi
della sezione
(Sinistra Giovanile di Scafati) stavamo organizzando
una colletta per
fare l'abbonamento. Si puo' fare un'eccezione, oppure
dobbiamo
intestare l'abbonamento ad uno di noi? Per evitare
fraintendimenti, non
e' una polemica, solo un po' di amarezza per chi vive
in una citta' che
conta tre morti ammazzati l'anno per camorra (e non
e' poco) e
continua
comunque ad impegnarsi per il sociale e per la legalita'
(nostante
abbia 20 anni e militi in un partito). Ciao. Con affetto,
Michele >
< (Ps: il sito nel quale ti avevo chiesto di poter
pubblicare la
newsletter causa scarsita' di fondi deve ancora essere
pubblicato.
Appena sara' in rete te lo comunichero' :) >
* * *
Caro Michele, io in questo caso sono un semplice pubblicitario:
dovresti rivolgerti direttamente a loro. Pero', tutto
sommato, credo
che saranno d'accordo se ti dico che il contributo
della Sezione di
Scafati non ha bisogno di nessun permesso per essere
il benvenuto. I
partiti sono "antipatici" quando sono gente
importante che vuole
dividersi il potere, non quando sono uno strumento
umile e civile che i
compagni si danno per lavorare insieme per il bene
di tutti. E questo
e' il vostro caso. Pero' non scrivermi piu' con questo
tono, senno' va
a finire che ti chiedo la tessera del diesse :-)
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Davide. L'unica "vendetta" giusta: diffondere
le sue idee.
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Antonella Consoli <libera@libera.it> wrote:
< Poiche' nessuno
racconto' mai
di quanto freddo ebbero >
* * *
< Di me la terra ricordera' il profumo
e raramente, ogni tramonto di luna
o quando un bimbo avra' scoperto combriccole
di nomi in cerca del futuro.
Di me qualcuno avra' un nome nell'agenda
qualcun altro il sorriso
un altro ancora un bacio
le amiche il ventre morbido
e piatto dell'onesta'
gli amici la tentazione
e tu, amore mio,
le costellazioni e il cuore >
* * *
Lire novecento
< E ora che ci hanno
strappato il cuore,
con che cosa cammineremo?
Copieremo le loro poesie
Una rondine
ancora nel cielo
il verso azzurro
di una lunga solitudine >
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