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Scordia: sport e musica sono state le alternative dei giovani alla violenza di Salvo Toro

Il liceo scientifico “E. Majorana” di Scordia l’aveva detto già agli sgoccioli dell’anno passato con l’imponente striscione all’entrata: “Not in my name”. Il segnale era già stato lanciato. Dall’inizio dell’attacco è incominciata la protesta vera, una protesta che al contrario di quello che l’opinione pubblica avrebbe potuto intuire non è stata la perdita di tempo di soliti alunni qualunquisti, che non avrebbero potuto trovare scusa migliore di una guerra per interrompere le proprie lezioni. Il gran senso di rispetto per le vittime e per i popoli che stanno subendo l’inferno ha fatto sì che le manifestazioni di questi liceali divenissero un messaggio chiaro e diretto a chi ha creduto che di questa guerra non se ne potesse fare a meno: all’indomani del primo bombardamento, dopo una breve assemblea di istituto, gli alunni si sono tutti diretti allo stadio comunale, a giocare la partita della pace, con il lungo minuto di silenzio per le vittime che ci sarebbero state da quel momento alla sperata vicina fine della guerra, scegliendo lo sport, una semplice partita di calcio alla violenza. Il giorno dopo, di venerdì, la più grande marcia della pace che fino ad allora si era vista a Scordia. La quasi totalità del liceo, al grido di pace e fratellanza, si è recata al palazzo municipale, dove ha deciso insieme al sindaco di esporre perennemente dal balcone del palazzo la bandiera della pace, insieme agli striscioni. Dalla settimana successiva si è deciso col consenso della presidenza di autogestire una delle ore di lezione ogni giorno, aprendo in ogni classe un forum di discussioni sul tema e leggendo la rassegna stampa dei giornali del giorno. A conclusione della settimana il liceo è tornato sulla piazza, ribadendo che ci sono migliaia di alternative alla violenza, alternative di rispetto reciproco. Dopo lo sport, è stata l’arte il tema della seconda settimana di guerra e di protesta del liceo. Dopo una manifestazione, gli alunni sono scesi tutti nella villa comunale, e, a microfono aperto sia per chi volesse dire la propria sia per chi volesse cantare, si è svolto un concertino che ha visto sul palco la giovane band dei Kamurria, che con la voce di molti degli alunni del liceo e sulle note dei vari Bob Dylan, Beatles, LigaJovaPelu e molti gruppi ska hanno ribadito il loro ennesimo no a tutte le forme di violenza, e le nobili alternative ad essa.

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