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Bu$h batte cassa di Ugo Giansiracusa


A poco più di una settimana dall'inizio della guerra all'Iraq Mr. Bush chiede al congresso 75 miliardi di dollari per portare a termine l'operazione.
Entro un mese altri 110 mila soldati statunitensi arriveranno in Iraq.

Operazioni Militari 44 miliardi $
Richiamo Riservisti 10 miliardi $
Munizioni 6,5 miliardi $
Ricostruzione 1,7 miliardi $
Aiuti umanitari 500 milioni $
Fbi 500 milioni $
Guardia costiera 1,5 miliardi $
Aiuti all'Afghanistan 400 milioni $
Aiuti ad Israele 10 miliardi $
Aiuti alla Giordania, Egitto 1 miliardo $

guerraLa guerra che sarebbe dovuta essere breve e indolore, secondo le parole di chi la proponeva, sarà invece lunga e dolorosa come era facile prevedere. Tutte le premesse che erano state prospettate come sicure, quali la resa in massa dell'esercito iraqeno e le sollevazioni popolari del sud sciita, non si sono verificate.
Comincia ad essere evidente che la scelta di salvare il popolo iraqeno dalle barbarie del regime di Saddam con la guerra dovrà passare dall'emergenza umanitaria di quelle popolazioni che si volevano liberare e salvare e democratizzare.
Dopo le rappresaglie di Saddam, dopo lo sterminio dei curdi, dopo la persecuzione di tutti gli oppositori politici, dopo 1.5 milioni di vittime civili causate dalla cecità del regime e dal disgraziato embargo ONU il popolo iraqeno aspetta e vive già altri drammatici giorni.
Viene spontaneo chiedersi se tutto ciò non fosse facilmente prevedibile e se non sarebbe stato il caso di prepararsi ad una situazione così drammatica avendo già pronti, insieme agli eserciti e alle bombe, anche gli aiuti umanitari per le genti che si andavano a salvare.
Ovviamente non c'e' risposta a questo quesito.
Anche perchè questo non sembra essere fra le principali questioni all'attenzione del duo Bush & Blair che all'ultima conferenza stampa hanno calorosamente compianto i militari caduti nello svolgimento della loro missione ma non hanno speso neppure una parole per tutte le vittime civili né, tantomeno, per l'emergenza umanitaria che si vive in questi giorni nelle città assediate dagli eserciti anglo-americani.
Le priorità di Mr Bush si evidenziano nella richiesta di nuovi finanziamenti. Tra le spese più rilevanti, ovviamente, quelle legate alle operazioni militari e all'aquisto di nuove munizioni… tra le meno consistenti proprio quelle legate agli aiuti umanitari.
E mentre in Iraq si vivono drammatici giorni il governo USA pensa già a come recuperare i soldi spesi stipulando con compagnie americane contratti per il dopo Saddam. Mentre tutto il mondo, a causa dell'aumento del prezzo del petrolio, paga le conseguenze dirette della politica anglo-americana.
Purtroppo è fin troppo facile prevedere che, comunque, il prezzo più alto sarà pagato dal popolo iraqeno e che la lista delle vittime sarà sempre più lunga in questa guerra che non sembra avvicinarsi alla fine. E anche se l'esito finale sembra essere segnato ci chiediamo ancora e ancora se il prezzo umano che si pagherà a questo scopo non sia veramente e comunque troppo alto e se non sarebbe stato evitabile perseguendo una politica comune all'interno delle Nazioni Unite.

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