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Movimento
Io ci sono! Cronaca di un giorno di storia |
Cronostoria
della manifestazione per la pace, uno sguardo
personale. |
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di
Piero Buscemi |
Ore
6,30. Il treno è in leggero ritardo.
Mi volto a guardare i miei compagni di viaggio
ancora addormentati. Un cocktail di dialetti mi
addolcisce il risveglio.
Ore 6,40. Abbiamo oltrepassato
Roma Ciampino. Puccio, cinquantenne catanese mi
dice: ci siamo!? Ieri sera ci siamo assopiti sul
suo viaggio a Baghdad di qualche anno fa. Una
coppia di mezza età è rimasta ad
ascoltare in silenzio.
Poi, ci hanno confessato: "nostro figlio
presta giuramento all'esercito,
stamattina".
Ore 7,00. La stazione Termini
ci accoglie con appena qualche grado sopra lo
zero. Assaliamo il bar di fronte con un centinaio
di illusi. Poi, è in metropolitana che
un ragazzo sui diciotto accarezza la bandiera
della pace accennando un sorriso.
Ore 7,15. Piazza Albania è
già stata conquistata. Migliaia di zainetti
fanno la coda pazientemente alla distribuzione
delle spillette, dei colori di pace. Degli "straccetti"
di Emergency. Mi avvicino all'autoambulanza. Un
ragazzo di Milano mi chiede: "che gruppo
sei"? "Emergency Siracusa"-
rispondo.
Emergency a Siracusa di fatto non c'è!
Da oggi, c'è!
Mi consegna la bandiera bianca con al centro la
E rossa. Poi mi stringe
la mano.
Ore 8,30. Dividiamo cioccolata
e paste di mandorla con un gruppo di Bergamo.Masticano
soddisfatti. Una ragazza dai capelli bordeaux
con in bocca ancora un grosso pezzo di biscotto
al pistacchio mi dice: "Noi ITALIANI, siamo
i più bravi a fare i dolci". E' maleducazione,
non essere d'accordo. Penso tra me.
Ore 12,00. Con due ore di anticipo
rispetto al programma, i palloni multicolori di
Emergency si dispongono in corteo. Il gruppo di
Arci invita i ragazzi della Cgil a fare altrettanto.
Viene distesa una lunga bandiera della pace. Credo
sia almeno trenta metri. Forse di più.
Si parla di guiness. A piccoli passi comincia
la manifestazione.
Ore 13,00. Il corteo fa una breve
sosta davanti alla sede del TG5. Esce Mentana,
un po' impacciato. Accenna un saluto e un sorriso
di rito. I suoi collaboratori stanno affacciati
alle finestre sventolando le bandiere di pace.
Una ragazza di Emergency gli presta soccorso.
S'avvicina al cancello e gli annoda lo "straccetto"
al polso. Oggi nessuno si può permettere
di rimanere distratto.
Ore 15,00. Cominciamo a ballare
a ritmo di samba con un variopinto gruppo brasiliano.
Dal fondo del corteo qualche canzone politica
sotto i stendardi di Rifondazione, dei DS e dei
Verdi disturba la festa. Passiamo sotto il palazzo
dei DS. Una timida bandiera all'ultimo piano ci
lascia ad intendere che qualcuno la pensa come
noi. Un ragazzo di Firenze mi ricorda che grazie
a "loro" si è aperto un varco
sull'art.11 della Costituzione. Speriamo nondiventi
una voragine.
Ore 16,00. Un Cessna bianco ci
sorvola sulla testa. Una striscia pubblicitaria
inneggia: COMUNISTI ITALIANI. NO ALLA GUERRA.
Si scambia qualche passo di danza con un elicottero
della polizia che ci sorveglia da un po'.
Ore 17,00. Mettiamo piede su
Piazza S. Giovanni sfiorando sorrisi fraterni
con chi l'ha già fatto e a fatica prova
a fare il percorso all'indietro. Ci fermiamo a
salutare dei ragazzi di Catania. Ognuno racconta
la sua esperienza di viaggio dalla Sicilia. Con
gli autobus. Con i treni. Un ragazzo sui quaranta
mi fa rivivere la sua notte di freddo alla carrozza
quattro e il suo impianto di riscaldamento rotto.
Saltella e ride. Ci comunica un riassunto veloce
dei discorsi solidali e di speranza che politici
"sensibili" hanno alternato sul palco.
Lo interrompo offrendogli l'ultima pasta di mandorla.
Poi, gli
dico: SONO SOLO UN PACIFISTA!
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