PERCHÉ
LA JUNTA PETROLIERA CHENEY-BUSH VUOLE LA GUERRA CON L’
IRAQ
Si consiglia calorosamente di leggere questo libro piuttosto
che guardare un qualsiasi reportage “televisivo”
taroccato sul September 11th. Innanzitutto perché
è una versione cartacea d’autore con tanto
di testimonianze, del pensiero comune sommerso (global o
no?) della maggior parte dei cervelli in osservazione (…e
in fuga?) dopo l’11 settembre 2001. Cioè che
Bush & C.&P.C.(dove la prima C. sta per Cheney e
P.C. sta per Petrol Company) fossero da mesi a conoscenza
dell’eccidio di massa che stava per consumarsi e non
si siano attivati ad impedirlo al solo scopo di procurarsi
una valida scusa-occasione per giustificare una guerra all’Iraq
di Saddam; perché, ad esempio, si attese non poco
nel dare l’ordine di procedura in caso di dirottamento
e soprattutto come mai Bush, che è anche capo delle
forze armate e che per primo doveva essere informato dei
dirottamenti aerei iniziati alle 7:45, si trova alle 8:45,
mentre avviene il primo schianto, in una scuola seduto in
mezzo ai bambini, in posa per il servizio fotografico. L’altro
valido motivo è che il libro porta la firma di Gore
Vidal, uno fra i maggiori narratori e saggisti americani
viventi, una delle poche voci liberal di un paese sull’orlo
della crisi morale. Nel suo ultimo libro altri gustosissimi
articoli di Vidal, pubblicati da testate come Newsweek,
Vanity Fair, The Nation, va oltre l’orrendo capitolo
del W.T.C. e getta uno sguardo chiarificatore sulle oscure
manovre perpetrate dagli strateghi politici che affiancano
Bush, le cui conseguenze che stanno portando l’America
al collasso; da Pearl Harbor a Hiroshima, dal mancato rispetto
di Jalta, al pastiche delle presidenziali del 2000.
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