Cinque
anni fa facevo un lavoro molto duro, perche' come si sa
nel nostro Paese se uno studente si deve mantenere da solo,
solo un lavoro duro puo'trovare e io cominciavo a lavorare
alle sei di sera per finire alle tre di notte senza sosta:
ho lavorato in pubs molto frequentati di Catania. Questo
lavoro l'ho fatto per tre anni e sono riuscita a dare a
stento tre esami!
Poi la svolta... durante quei tre anni avevo anche superato
il concorso magistrale e finalmente la graduatoria scorse
fino a me! Da servire patatine e superalcolici mi ritrovai
un mattino all'alba, le otto, in una scuola del cosidetto
quartiere Angeli Custodi,che fino a quel momento per me
era una strada da cui passare quando al porto c'e' casino,
ma...attenti!! Quello e un brutto posto, si diceva. Il primo
giorno di scuola non si scorda mai e devo dire che io ne
ricordo due.
Quando sono arrivata non sapevo neanche quali classi mi
sarebbero state assegnate e quali discipline,ma intanto
c'erano bambini che correvano da tutte le parti e riuscii
con non poche difficolta' a raggruppare la prima e portarmela
in classe.Quelle minuscole persone erano da quel giorno
la mia nuova clientela!!Mi guardavano da basso con occhietti
vivi e pieni di compiacenza per quello che di li a poco
mi
avvrebbero fatto passare. Quel primo giorno fu un disastro,
trascorso tra liti e piccole congreghe che valutava fin
dove potevo arrivare e quanto avrei resistito. Mi sono detta,
non ho passato tutto quello che ho passato per farmi trattare
cosi da voi!
E' la guerra che volete? Bene e guerra sia, e guerra e'
da allora ogni giorno:guerra a questo modo di crescere figli,
abbandonati a se stessi, a questo modo gratuito di alzare
le mani, al non chiedere mai una volta com'e' andata oggi
a scuola, al parlare davanti a loro di qualunque cosa, alla
convinzione che sono piccoli per capire, al rapare a zero
le teste perche' togliere i pidocchi e' una camurria, a
questi occhietti neri perche' si e' caduti sbattendo proprio
lì, ai
genitori che evadono gli incontri e gli inviti,che non vengono
neanche a vedere la pagella, guerra a chi sporca con le
loro perversioni il loro candore!
A questa guerra se n'e' poi aggiunta un'altra, altrettanto
difficile: quella contro la scuola,ovvero la scuola "a
rischio".
Tre anni fa fu elaborato dal Ministero della Pubblica Istruzione
un progetto destinato alle scuole situate in zone ad alto
rischio di dispersione scolastica e criminalita'minorile.
Pensavamo di aver fatto 13, nel senso che finalmente veniva
riconosciuta l'emergenza di intervenire in maniera attiva
ed efficace; non se ne sapeva molto fino alla fine,ma nei
corridoi si vociferava che sarebbero state stanziate ingenti
cifre
per la realizzazione di progetti e laboratori. In realta'
al momento della firma una circolare ministeriale chiariva
che: gli insegnanti che avessero aderito al progetto erano
obbligati a rimanere nella sede d'appartenenza per n.3 anni,
gli stessi avrebbero percepito un compenso annuale di 3
milioni di lire lordi e non era previsto alcun ulteriore
finanziamento relativo all'acquisto di sussidi e materiali
didattici per le attivita' da
svolgere. Mi ricordo che da buon toro sentii salirmi vampate
di fuoco e nonostante quel foglio che tutti avevano firmato
finisse sotto il mio naso, aspettai che avessero finito
coi loro discorsi e dissi:io non lo firmo, e' tutta una
presa per il culo e adesso vi saluto, me ne vado da mia
madre che e' un mese che non la vedo per fare sti progetti
che a quanto pare ormai non servono piu'!
Non voglio dire altro se non che quando siamo arrivate c'erano
sette posti su sette vacanti e se il Ministero pensa di
risolvere la situazione con tre milioni lordi l'anno si
sbaglia dato che l'anno prossimo ce ne saranno ancora sette
vacanti perche' i 3 anni sono passati,adesso i posti sono
10 ma a rimanere siamo sempre in tre.Non puoi pensare di
legare cosi gli
insegnanti perche un insegnante che resta solo per denaro
sicuramente in un ambiente come il nostro vive un inferno
e lo fa vivere anche ai bambini.
Si dovrebbe dar la precedenza a persone che magari sono
in fondo alla graduatorie ma che se la sentono di fare la
scelta di lavorare in una scuola a rischio,sono convinta
che debba esserlo come e' una scelta quella di andare a
Roma o ovunque ti porti un ideale.
Dedico questo articolo ai miei bambini e dico oro che li
amo e li saluto con una frase di Francoise Trouffaut:"Un
giorno anche voi avrete dei figli,che vi ameranno se li
amerete,altrimenti riverseranno il loro amore in altre persone,altre
cose,perche' nella vita non si puo' smettere di amare e
sentirsi amati,mai". |