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Scrittura e multimedialità intervista a Carlo Infante di Alessandro Calleri

Cosa è la scrittura?

La scrittura è una estensione della nostra mente, la scrittura è tecnologia,con questo termine non dobbiamo riferirci solo le macchine. La tecnologia nasce con la storia dell’uomo da quando si è inventato degli arnesi, una clava è tecnologia.
La scrittura è una straordinaria tecnologia prima per sua complessità secondo per l’alone di mistero che tuttora cela, basta pensare al fatto che un bambino, impugnando uno strano oggetto chiamato penna o matita, possa iniziare a siglare dei codici delle lettere che poi costruiscono un senso e che possa far risuonare dentro di se quelle parole leggendole è veramente un mistero.

Carlo InfanteCome cambiano i concetti di lettura e di scrittura?

La nostra mente incorpora al suo interno delle procedure sedimentate da millenni, a seconda delle latitudini in cui nasce e vive l’uomo ha diversificato gli elementi genetici che permettono di poter affrontare delle cose così complesse come la scrittura e la lettura. L’uomo oceanico e aborigeno ha certamente delle altre proprietà rispetto a quelle di un occidentale, noi siamo molto arroccati intorno a dei valori culturali che ci strutturano rigidamente. Oggi non possiamo certamente parlare di scrittura come se ne è parlato in tutti questi secoli, un concetto legato alla penna stilografica e ad un foglio bianco. Bisogna iniziare a considerare la scrittura in rapporto con le nuove tecnologie, la possibilità di usare la tastiera di un pc per scrivere semplifica molto il procedimento, è molto più facile scrivere cliccando sui tasti, assomiglia molto ad un gioco, sai dovè la C, dovè la B, altra cosa è farle le B e le C.

Nei tuoi libri e nelle tue riflessioni giocano un ruolo centrale le “sinapsi”, le associazione di idee che sarebbero alla base di del nostro agire…

Infatti, la sinapsi rappresenta il funzionamento base del nostro cervello il quale funziona attraverso impulsi elettrici che danno la possibilità ai nostri neuroni di comunicare tra di loro, una immensa grandezza di segnali elettrici che ci fanno percepire ed interpretare e reagire. Queste sono le sinapsi e più ne abbiamo meglio è; quando arriva una sollecitazione, quando arriva un’informazione tu la rielabori in qualche modo e li scattano le sinapsi, significa creare delle associazioni logiche e analogiche, che mettono in moto un meccanismo di risposta agli stimoli ricevuti.

E come si intrecciano le sinapsi con le tue riflessioni attorno ad internet ed alle reti in generale?

Riguarda il rapporto con le nuove tecnologie della comunicazione e l’ipertestualità che è propria della rete. Attraverso l’ipertesto vediamo liberato e realizzato qualcosa che già accade naturalmente dentro di noi; la natura è già un realtà ipertestuale, tutto accade contemporaneamente, mica una cosa alla volta, tutto quanto di fatto è simultaneo e noi nella moltitudine degli avvenimenti diamo inconsciamente una gerarchia, nel dire al vigile “ora me ne vado” o scegliere di rispondere prima al cellulare che suona noi stabiliamo un’ordine, una gerarchia su come reagire ai fatti del mondo. Queste attitudini naturali si scontrano però con le nostre abitudini, fatte di fatto giornali, libri, televisione, cinema, che a differenza della natura sono lineari e consequenziali. La multimedialità invece, riavvicinandoci nuovamente ai processi naturali che ci caratterizzano inizia a farci intendere che ci sono altro modi di espressione e comunicazione, le nostre sinapsi in relazione a qualcosa che ci sollecita in modo multimediale si attivano di più e in maniera più naturale.

La lettura tradizionale è quindi destinata a sparire?

Leggendo un libro ne porto dentro me il testo e mi “faccio il mio film”, me lo vedo dentro, ne vivo le immagini, i suoni, i colori, è una cosa interessante ed attraente,certamente, bisogna però essere dei bravi lettori, devi aver letto molto e devi avere una capacità di lettura notevole, è quella che ti permette di rielaborare gli le sensazioni che arrivano dal testo. Insomma, leggere è una cosa difficile che sembra semplice solo in apparenza, ed a questo proposito (per ciò che riguarda specificamente la lettura). Credo che la multimedialità è capace di avvicinare le nuove generazioni alla lettura, quegli stessi ragazzi e ragazzini che iniziano a respingere il libro tradizionale.

Tu sei un grande sostenitore e coltivatore di Forum on-line, una piazza digitale dove incontrarsi e discutere su vari argomenti, ma attualmente riusciamo a malapena a creare delle relazioni tra persone che se si incontrano non si parlano, perché crearla anche su internet la comunità?

Io sostengo che su internet, incredibilmente è anche più facile, perché nel forum ci sono persone che intervengono e che magari non lo farebbero mai dal vivo, si può decidere di utilizzare i forum per inserire degli elementi di riflessione e diventa un incentivo che permette di creare una traccia, degli appunti pieni di valore che non fanno altro che aumentare il livello delle nostre riflessioni.
Rispetto le remore che in molti ancora hanno nel volersi confrontare con la piazza virtuale, sono comprensibili, ma se vogliamo affrontare una cosa entriamoci dentro, iniziamo a giocare e scopriamo le regole del gioco, certamente non è possibile portare dentro un nuovo gioco le regole dei giochi precedenti, da questo derivano molte di quelle remore. Dentro il virtuale, ci sono altre categorie di senso diverse dalla realtà quotidiana, per imparare a nuotare bisogna tuffarsi però, altrimenti corriamo il rischio di morire senza avere mai provato il piacere di una bella nuotata.

Però oggi si parla tanto di Digital Divide…


Il digital divide non riguarda specificamente il terzo mondo, anche qui, nel sud Italia, siamo già messi molto male. Nei paesi poveri c’è un problema strutturale che riguarda in primis la fame e la sete, di particolare gravità sta già diventando il problema dell’acqua per cui nei prossimi anni potremo vedere aprirsi dei conflitti molto gravi, il cibo lo spedisci ma ti voglio vedere a spedire bottiglie di acqua minerale….. Risolti i problemi strutturali, che riguardano l’aspetto più impellente ed importante, penso che un coefficiente di civiltà futura sarà legato alle reti, il comunicare e con un senso che non è solo quello orale della telefonata. Oggi telefonare ad un parente o ad un amico è una cosa quasi vitale che abbiamo parzialmente risolto con l’utilizzo dei cellulari portando la rete telefonica anche dove non arriva, un’evoluzione che molti legano esclusivamente al consumismo ma in realtà la tecnologia interviene sulla nostra sfera di civiltà interna. L’intelligenza è estensione, è fatta di cose che sai che puoi fare, devo saper cambiare la ruota di scorta quando resto in panne con la macchina, altrimenti mi sentirei un poco deficiente. Usare internet nei prossimi anni sarà come usare il telefono, cioè fare delle cose che sono funzionali alla vita e alla sopravvivenza.

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