segnali dalle città invisibili
  Giro99 Tribeart
Esplorando i limiti del visibile

Tom Friedman in mostra a Milano
di Gaetano Mangiameli

Un cartello all’ingresso richiama i visitatori all’attenzione: alcune opere sono ai margini della percettibilità. Per fortuna, una mappa indirizza lungo un percorso fatto di oggetti “sottoposti a riflessione”. Ecco una folla di esploratori intenti a scrutare nelle direzioni indicate dalla mappa, per andare a verificare l’effettiva presenza di una fila di “palline di polistirolo dipinte, fissate in un angolo tra due pareti e disposte in verticale dal pavimento al soffitto”. Momenti di imbarazzo, occhi che vanno su e giù a cercare, poi qualcuno ce la fa e, tronfio, indica agli altri il punto in cui guardare.
Non tutto è così faticoso da percepire. All’interno del padiglione della Fondazione Prada è possibile incontrare un campionario di frammenti di quotidianità da decifrare.
Esempi sparsi: “due fogli di carta spiegazzati in modo identico”; “banco di scuola di legno crivellato di migliaia di buchi”; “un bicchere sul pavimento, l’altro in aria”; “tarantola realizzata con capelli dell’artista”; “pallottole di carta disposte sul pavimento in una sequenza di dimensioni via via digradanti”; “due mazzi di bastoncini; gli uni sparpagliati sul pavimento, gli altri diposti accuratamente in modo da duplicare la disposizione dei primi”.
Friedman sperimenta la possibilità di stupire che ogni oggetto possiede, come nella “raccolta di scaglie di gomma per cancellare sparse sul pavimento a formare un’area circolare dai contorni non definiti”. Prima di andare via si incontra una parete dipinta con dentifricio, e si saluta l’installazione ammirando la perfezione maniacale delle api realizzate a mano e attaccate a un muro. Due figure umane rimandano alle prossime mosse: una, in cartoncino, è intenta a scrutare qualcosa che non c’è (ancora -?-). L’altra, realizzata con palle di polistirolo, sta pensando: ce lo dicono le “nuvolette di pensiero” sospese in aria: un accenno di balloon.

Milano, Fondazione Prada. Fino al 15.12.2002

 

Il Progetto
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