segnali dalle città invisibili
 

Giro99 Siamo tutti sovversivi
E' quello che vuole il governo

riccardo orioles, dalla mailzine tanto per abbaiare, 18 novembre 2002 n.153
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Donatella wrote:
< Subject: Paura.
Essere no-global e' reato. L'hanno arrestati, no?, e allora e' reato.
Io non sono no-global. Ma sono contro questo governo. Essere contro
questo governo, dichiarare di essere contro questo governo, cosa
comportera'? Direttamente la pena di morte? Mi fucileranno in piazza? O
mi faranno semplicemente sparire? Solo perche' non la penso come loro
mi considerano una pericolosa sovversiva? Rivoglio i miei diritti. Il
diritto di pensare, di parlare, di manifestare, di mandarli al diavolo
se non mi piacciono. Rivoglio la mia liberta'. Ho paura, giuro. >
* * *
Cara Donatella
niente paura. Semplicemente, datti al terrorismo. Picchia gli
immigrati, minaccia di sparare ai giudici, datti alla lotta armata: e'
quel che vuole il governo. Mentre comportandoti civilmente rischi
effettivamente qualche cosa, cosi' non rischi niente. Puoi scegliere
tra fare il terrrorista "di sinistra" (in questo caso ti
rimprovereranno un pochino, ma solo in pubblico: concretamente ti
lasceranno magari qualche vittima senza scorta) oppure quello "di
destra". In questo caso lascia stare le bardature da nazista, che sono
fuori moda, e fa' il terrorista moderno, multimediale: "I giudici
sappiano - proclamerai per esempio - che una pallottola costa solo un
euro!". Oppure "Ho cinquecento uomini - minaccia - pronti a farsi
saltare in aria per la liberta'!". In questo caso non solo non ti
diranno niente, ma ti faranno pure ministro.
Il povero Caruso, che non ha capito nulla di tutto questo, in galera
c'e' finito infatti non per terrorismo, ma per antiterrorismo. Si e'
rifiutato, il mascalzone, di incitare alla guerriglia urbana, di
"militarizzare il movimento", di cascare insomma nella solita trappola
che i governi ogni volta preparano, quando se la vedono brutta, ai
giovani dei movimenti: ne ammazzi qualcuno (a bombe, come nel 69, o a
revolverate, come nel 77), aspetti che quelli reagiscano violentemente
e poi ti fai la tua brava campagna "contro la violenza". E cosi' campi
tranquillo per altri vent'anni.
Il movimento di questi anni - Caruso in testa - nella trappola
viceversa non c'e' cascato. Di fronte a un ragazzo assassinato in
piazza, a migliaia di feriti, a centinaia di torturati, non ha perso la
testa. Ha ricominciato ad avanzare forte e tranquillo, parlando con le
persone, estendendo se stesso. E questo, a Caruso e agli altri, i
terroristi di stato (ti pare forte questa parola? bene, pareva forte
anche quando la usavamo per Piazza Fontana) non lo perdoneranno mai.
(Ah: e che ci azzeccano, gli inquirenti di Cosenza, in tutto questo?
Niente: evidentemente, per qualche motivo che non sappiamo, erano gli
unici fidati. Vecchia storia in Italia, d'altra parte: il processo per
piazza Fontana mica lo fecero a Milano: lo dettero ai giudici... di
Catanzaro. E quando ammazzarono Matteotti, tanti anni fa, il processo
non fu fatto a Roma bensi', in camicia nera, dai magistrati di Chieti.
Queste due cittadine sono oggi citate, negli annuari giudiziari, come
esempi non propriamente da lodare).

 

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