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L'Europa e gli accordi commerciali con il Sud del mondo

Davvero è tutta colpa dell'America?
di lorenzo misuraca

E se, impegnati come siamo, a smontare il mito americano ci fossimo
dimenticati di prendere in considerazione la possibilità che esista anche un
mito europeo?
Si contrappone spesso la politica economico-commerciale degli USA,
imperialista e ingiusta, a quella del vecchio continente, generoso ed equo
nei rapporti con i paesi in via di sviluppo. La realtà, venuta fuori dagli
interventi dei relatori provenienti dal Sud del mondo al seminario su
"Accordi commerciali ed Europa ed accordi commerciali tra messico e
UE"(organizzato dall'Osservatorio Euromessicano e da Manitese), è ben
diversa.
I paesi europei si muovono sul piano degli accordi commerciali bilaterali e
multilaterali esattamente come il governo statunitense, e cioè sfruttando la
posizione squlibrata e impari di contrattazione dei paesi in via di
sviluppo. Doth Keat, intervenuta raccontare la drammatica situazione in
Africa, e specialmente in Sud Africa, attacca direttamente i governi europei
definendoli il "maggiore problema" per l'economia africana. I paesi europei
direttamente, tramite accordi, e indirettamente, tramite la banca mondiale e
l'Organizzazione mondiale del Commercio, spingono l'economia africana in
direzione di un sempre più deregolamentato liberismo, più dannoso che
inutile per la fragile economia del continente, già schiacciata dal potere
delle multinazionali occidentali. Nella stessa ottica rientra il recente
piano di accordi economici panafricano, ufficialmente concordato dai
diversi governi nazionali, ma in realtà etero-diretto dalla comunità
europea. L'esperta Sudafricana ha poi ripreso la parola ricordando tutti gli
elementi che rallentano e indeboliscono la formazione di un movimento
sociale in quello stato: la dipendenza economica dai paesi occodentali, la
repressione poliziesca,la mancanza di risorse, la mancanza d'autonomia dei
sindacati, la povertà, e l'AIDS che decima due milioni di sudafricani
l'anno. Manuel Perez Rocha, della rete messicana di resistenza al liberismo,
ha ricordato gli effetti perversi causati dagli accordi NAFTA stabiliti con
gli USA, sottolineando come, in realtà, gli accordi presi con la comunità
europea siano del tutto analoghi al piano NAFTA. Questo tipo di accordi
economici favorisce l'accrescimento economico delle grandi corporazioni
economiche, strangolando l'economia locale, strettamente connessa con la
sopravvivenza e l'identità dei popoli autoctoni. Scandalizza che in un paese
con 170 milioni di poveri, degli accordi così importanti siano stati
stabiliti senza chiamare in causa la società civile.
Una critica rilevante viene poi fatta al mondo delle ONG europee che, forse
distratte dall'ingente quantità di denaro da gestire, si arrogano spesso il
diritto di essere i veri portavoce dei paesi del Sud del mondo, dimenticando
che tali paesi hanno capacità sufficienti per esporre i problemi con propria
voce. Un'auspicio comune di tutti gli intervenuti al seminario è che il
movimento europeo si dia da fare per modificare innanzitutto l'approccio
economico-commerciale della UE con gli altri stati, combattendo così sul
fronte interno una battaglia per la dignità e la sopravvivenza di miliardi
di persone.

 

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