Si è svolta in un
clima sereno e propositivo lassemblea
pubblica venerdì 27 settembre 2002,
organizzata dalla CGIL di Catania anche
se la retorica non è mancata. Apertura
di rito di Pietro Milazzo seguito
dallintervento di Francesco Battiato.
Entrambi si sono soffermati sulle tematiche
della serata, sulla politica governativa,
e quale invece le risposte-proposte del
sindacato, e dei vari movimenti che si riconoscono
in esso.
A seguire gli altri interventi:
Antonio Pioletti indirizza il proprio
intervento verso una pura e semplice analisi
politica della nuova sinistra che in qualche
modo cerca di farsi avanti, e che deve poggiare
su gli antichi e quanto mai attuali ideali.
Non trascurando i temi della serata, Pioletti
ha parlato della valorizzazione dellantifascismo,
lopposizione al revisionismo storico
puramente destroide, alle fregature che
nasconde il nuovo mercato del lavoro (agenzie
interinali, corsi di formazione non retribuiti
ecc
) alla politica del togliere i
diritti che il governo nazionale lentamente
sta attuando. Critica anche alla riforma
Moratti.
Otello Urso del Collettivo
Kiostro facoltà lettere e filosofia.
Ripresa la polemica sulla riforma della
scuola, critica anche la riforma regionale
su i buoni scuola che praticamente
renderebbe eccezionale la gratuità
e non il contrario come prevede invece la
costituzione della nostra repubblica, palese
incostituzionalità, oltre allappoggio
pieno del proprio collettivo alla linea
che la CGIL ha avuto il coraggio di intraprendere
e portare avanti. Alla fine si è
soffermato sullimminente guerra allIraq
e sullassurdità di un nuovo
conflitto armato.
Quello di Anna Bucca
è stato lintervento più
bello e seguito. Anna si è soffermata
sulle stesse tematiche, non con le convinzione
di chi appartiene a un sindacato o un partito,
ma di chi appartiene al Social Forum e che
ha una apertura intellettuale maggiore.
Quindi larea dei cosiddetti NO GLOBAl,
più precisamente il movimento
dei movimenti che non sono e non vogliono
essere allo stato attuale inquadrati. Inevitabile,
parlando di un logica nuova della globalizzazione,
il riferimento al G8 di Genova e ai tavoli
di discussioni e confronto che si aprirono
allepoca. La voce si fa più
fioca, un brivido di commozione pervade
lei e chi la ascolta. Parla, si sforza a
parlare, di un G8 che sicuramente è
diventato storia e che in qualche modo ha
modificato laspetto di un movimento
che è pacifico e propositivo. Ricorda
quando a Genova si è appresa la notizia
della morte di Giuliani e il cambiamento
di clima che la contestazione subì.
Tale clima che non permise più di
discutere serenamente come invece si è
fatto a Porto Allegre.
Giuliano Giuliani
si è soffermato sul G8 che lo ha
visto suo malgrado protagonista. Rivendicando
un diritto importante quanto gli altri,
il diritto alla giustizia. Si chiede ad
alta voce: che ci facevano i nipotini
politici di Salò e di Mussolini nelle
caserme insieme a chi dirigeva e eseguiva
le operazioni delle forza dellordine?.
Incalza Giuliani: chi erano i BLACK
BLOCK? Erano distruttori autentici
ma cerano anche, secondo il suo e
molti altri pareri, agenti infiltrati che
con tale comportamento avrebbero creato
lalibi per pestare chiunque. Poi si
perde in discussioni belle ma inutili: la
fame nel mondo, acqua della vaschetta del
cesso e cose simili, oltre a belle e lapidarie
citazioni.
Questi e molti altri i discorsi
retorici e poco stimolanti che tutti gli
intervenuti hanno fatto. Avrei preferito
si parlasse di cose vicine alla realtà
in cui vivo e viviamo. Della disperazione
dei disoccupati siciliani, dellimpossibilità
da parte di chi non è borghese di
frequentare luniversità. Del
modo di lavorare nelle campagne che praticamente
è rimasto uguale dal dopoguerra a
oggi. Di tutte quelle persone che sono tagliate
fuori da internet e altre tecnologie che
allo stato attuale sono il mezzo che veicolano
la maggior parte della cultura e delle informazioni.
Della distanza abissale che cè
dal sindacato alle istanze e bisogni della
classe operaia. Queste persone fanno parte
o no della globalizzazione? Il tutto si
è ridotto invece a delle avance
velate al movimento NO GLOBAL da parte anche
della CGIL attraverso quella che mi è
parsa una squallida strumentalizzazione
di Giuliano Giuliani. Il corteggiamento
è palesemente inutile poiché
sono due cose che viaggiano a velocità
completamente diverse. Il sindacato è
vecchio e lento, il NO GLOBAL è un
movimento giovane forse bambino, che corre
e si evolve in maniera incontrollata e incontrollabile.
Penso che un sindacato serio e popolare
come CGIL dovrebbe occuparsi più
delle tematiche del lavoro e della formazione,
e meno di corteggiare possibili alleati
per le elezioni politiche.
Dopo lultimo
intervento la pioggia fa scappare gli spettatori
ma alcune decine di ragazzi intonano BELLA
CIAO. Finita la pioggia la serata viene
allietata dalla musica tribale di una formazione
senegalese e dalla band I beati paoli.
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