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Giro96
Zerobook
American psycho
di angelo luca pattavina
Titolo: American Psycho
Autore:Bret Easton Ellis
Edizione: Bompiani (2000)
Anno di prima pubblicazione: 1991 (Vintage Books)
Note: Traduzione di Pier Francesco Paolini.
Lasciate
ogni speranza, voi chentrate.
Comincia così, come una discesa agli inferi,
uno dei capolavori più inquietanti e scandalosi
della letteratura contemporanea.
Un viaggio infernale tra le pieghe più
nascoste della mente umana. Un viaggio che lentamente
si fa sempre più vertiginoso, sempre più
spietato, fino alla perdita totale di ogni controllo.
Una generazione (quella degli anni 80),
unAmerica (quella degli yuppies di Wall
Street), nascosta dietro la maschera impeccabile
di un cittadino normale. Anzi, invidiabile.
Una normalità che esplode però in
una psicotica violenza gratuita, in una ammaliante
soggezzione al Male, in una rincorsa disperata
verso un successo indefinitamente vuoto.
Una storia di follia, di quelle
che ci potrebbero sfiorare ogni giorno e di cui
neanche ci accorgiamo, raccontata con uno stile
sapientemente lucido e spietato. Una scrittura
ossessivamente ricca di particolari descrittivi
esteriori, ma capace anche di ammaliarti
con una poetica introspettiva che
lascia spazio anche a un senso di umana pietà
per quel pazzo furioso e bastardo.
Comunque, non abbiate paura.
Non siamo più negli anni Ottanta.
E questa non è lAmerica di Wall Street.
Quindi, leggete con calma. Poi alzate gli occhi.
E guardatevi attorno. Quante persone normali
vedete in giro?
E quando tutto andava a catafascio,
nessuno ci faceva tanto caso.
Talking Heads
«Prima di recarmi in riunione,
inghiotto due Valium con alcune sorsate di Perrier,
poi mi detergo la faccia con batuffoli di cotone
preinumiditi, quindi mi applico un idratante.
Indosso un completo di tweed, camicia di cotone
a righine, entrambi di Yves Saint Laurent, e cravatta
Armani di seta. Ai piedi, porto scarpe nere di
Ferragamo, nuove, con mascherina. Mi sciacquo
la bocca con lantiplacca Plax, indi mi lavo
i denti. Quando mi soffio il naso, scorgo venature
di sangue nel muco denso che si spande sul fazzoletto,
acquistato da Hermès per 45 dollari. Meno
male che non me lhanno regalato. E
qualche tempo che sto bevendo venti litri di acqua
Evian al giorno e sto frequentando regolarmente
il tanning salon, quindi una singola serie di
bagordi non ha inficiato la levigatezza della
mia pelle nè il suo colorito. La mia epidermide
è ancora eccellente... Insomma: dentro
mi sento una merda, ma fuori appaio uno splendore.»
«... cè unidea
di Patrick Bateman, una sorta di astrazione, ma
non esiste un vero e proprio me...
Puoi pure sentire la mia carne a contatto con
la tua, e credere che i nostri stili di vita siano
comparabili, ma io semplicemente non ci sono.
Per me, è difficile avere un senso, a qualsiasi
livello. Io sono uninvenzione, unaberrazione.
Sono un essere umano incoerente. La mia personalità
è appena abbozzata, informe; solo la mia
crudeltà è persistente e alligna
nel profondo ... »
«... Quello che resta del
corpo di Elizabeth giace raggomitolato in un cantuccio
del soggiorno. Le manca il braccio destro e una
gamba risulta incompleta. La sua mano sinistra,
mozzata allaltezza del polso, si trova su
un piatto in cucina. Lì accanto, al centro
del tavolo, cè la sua testa sanguinolenta,
senza gli occhi, che le ho cavato dalle orbite.
Le ho messo un paio di occhiali da sole Alain
Mikli... »
«... questa non è
unuscita. »
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