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L'Isola in treno

Inchiesta sullo stato di salute delle linee ferroviarie siciliane
di francesco augello

Nuove reti stradali, ponte sullo stretto, nuove condotte idriche e nuovi dissalatori.... quante belle novità porterà il governo Berlusconi? Poche o nessuna probabilmente, visto che le opere pubbliche proposte sono in assoluto le più costose oltre che le più inutili.
I dissalatori per esempio: superflui, se si riuscissero a collaudare le molte dighe incompiute; inutilizzabili, in mancanza di una adeguata linea di condotte idriche; costosissimi, se si considera che si tratterebbe di opere da costruire ex novo.
Non da meno è il ponte sullo stretto, opera di alta tecnologia che, ad un costo ancora impreciso ma comunque già fantascientifico, permetterà ai viaggiatori di risparmiare una ventina di minuti sulla traversata, anche se, una volta dall'altra parte,si perderanno delle ore per coprire distanze ridicole. E' da anni infatti che sentiamo ripetere che, per il trasporto sull'isola, si è puntato sul trasporto su gomma, senza però migliorare la rete stradale, mentre la rete ferroviaria è stata in gran parte smantellata, quando invece il suo potenziamento sarebbe la via più economica ed ecologica da seguire per risolvere i problemi di mobilità.
Che le ferrovie siciliane si trovino in pessime condizioni è risaputo, con questa breve rassegna si vuole dare un'idea del "quanto" esse siano disastrate e di quale danno arrechi all'isola la carenza di una linea adeguata.

Messina- Siracusa
Lunghezza km 182 quasi tutti di monorotaia elettrificata. Interessa molti comuni della costa jonica, oltre ad importanti centri industriali come Catania e Augusta. E' una delle linee più trafficate,insieme alla Messina- Palermo, soprattutto nei mesi estivi. I lavori vennero conclusi definitivamente nel 1871. Nel 1950, prima che la linea venisse elettrificata, il tempo di percorrenza era di due ore e 43 minuti, oggi l'Intercity Peloritano (sulla carta il treno più veloce in servizio nell'isola) impiega due ore e 45 minuti! Il traffico è ostacolato dal binario unico, presente su più di tre quarti del percorso, con le conseguenti soste per gli incroci, e la conseguente necessità di limitare la lunghezza dei treni merci per farli rientrare nella lunghezza dei binari d'incrocio.

Messina- Palermo
Lunghezza km 231, anche qui quasi tutti di monorotaia elettrificata.Attraversa i comuni della costa tirrenica, tra i più importanti Termini Imerese (sede di uno stabilimento Fiat), Cefalù,Milazzo (dove ci sono gli imbarchi per le isole Eolie). La linea è forse la più pericolosa e trafficata fra tutte. Completata nel 1895 non è più stata modificata. I binari sono posti a poche decine di metri dal mare e di fianco a costoni scoscesi di rocce. Questo spesso causa la chiusura della linea, o perché con le mareggiate la sede dei binari cede o perché gli incendi lungo il percorso impediscono il passaggio. Migliorare questa linea oggi è possibile solo costruendone una nuova. Ma, considerato il fatto che i cantieri per lo stesso tratto autostradale sono aperti da più di vent'anni, forse sarebbe meglio trovare delle soluzioni alternative.

Palermo- Agrigento
Lunghezza km 137 di monorotaia elettrificata. E' tra le linee migliori, i tempi di percorrenza sono concorrenziali con quelli degli autoservizi, caso unico nell'isola. Anche questa ferrovia necessiterebbe però di qualche intervento: basta qualche temporale, infatti, per causare smottamenti dei pendii sovrastanti.
La linea interessa anche lo sviluppo turistico nella città di Agrigento ma non esiste una fermata nei pressi della zona dei Templi.

Palermo- Catania
Lunghezza km 243, monorotaia elettrificata. Interessa molti comuni dell'entroterra, oltre a rappresentare il collegamento diretto tra Palermo e Catania. La linea è stata ultimata nel 1881 e mai più modificata, ciò nonostante già all'epoca della realizzazione fosse inadeguata per l'eccessivo risparmio cercato nei costi di costruzione. Questo ha comportato il fatto che la velocità dei treni, nonostante l'introduzione di elettromotrici, sia rimasta troppo bassa (nel tratto fra Caltanissetta e Enna non supera i 40 km/orari), rendendo così scarsamente concorrenziale il trasporto ferroviario con quello, privato, della Sais autolinee, che da anni gestisce in regime di monopolio i collegamenti fra Palermo, Caltanissetta, Enna, Catania, con costi per il passeggero di anno in anno sempre maggiori.

Catania - Agrigento
La linea da Caltanissetta Xirbi ad Agrigento bassa è lunga 77 chilometri di monorotaia elettrificata dal 1992 (la restante linea è compresa nella CT-PA). E' una delle linee più lente dell'isola, soprattutto per i treni a lunga percorrenza trainati ancora da locomotive vecchie di cinquant'anni. Nel tratto da Canicattì ad Aragona la velocità massima raggiungibile è di 50 km/h e a questo si aggiunga il fatto che a Canicattì (per i treni a lunga percorrenza) si deve attendere il cambio del locomotore per effettuare l'inversione di marcia. Alternativa al treno è la solita Sais.

Catania- Gela
Lunghezza km 137 di monorotaia non elettrificata. Attraversa i comuni di Lentini, Scordia, Militello, Caltagirone, Niscemi. I lavori vennero iniziati nel 1880 e conclusi definitivamente nel 1977. E' una linea molto importante perché costituisce il collegamento diretto fra il Petrolchimico di Gela e Catania. Il miglioramento di questa linea (ad esempio con l'elettrificazione) agevolerebbe di molto il polo industriale di Gela, oltre che ad eliminare molto del traffico di mezzi pesanti dalle tre pericolosissime strade statali che collegano Gela rispettivamente ad Agrigento, Ragusa e Caltanissetta. Purtroppo in questi ultimi mesi si è parlato di soppressione della linea. E' inutile sottolineare come sarebbe un gravissimo errore chiuderla, oltre che un tremendo spreco di denaro pubblico investito recentemente per l'ultimo tratto.

Canicattì- Siracusa
Lunghezza km 264 di monorotaia non elettrificata. Inizio dei lavori nel 1870, conclusione nel 1893. Attraversa i comuni di: Noto, Pozzallo, Ragusa, Modica, Comiso, Vittoria, Gela, Campobello di Licata, Ravanusa, Canicattì. Si tratta di una delle linee che negli ultimi anni hanno maggiormente rischiato di essere chiuse. La prima questione da affrontare è anche qui evitare la soppressione della linea. Le risorse e le potenzialità di sviluppo agricolo e turistico del territorio attraversato sono enormi. Anche la rete stradale della parte meridionale dell'isola è catastrofica, risalendo nei suoi assi principali all'epoca borbonica.

Palermo- Trapani
Lunghezza km 125, monorotaia elettrificata. Linea importante dal tratto iniziale, dove serve da metropolitana di superficie per Palermo,a quello finale, dove incontra le industrie vinicole del Partinicese e ittiche di Mazzara di Vallo e i comprensori archeologici di Segesta, Mozia e Selinunte . La situazione però non è nemmeno qui tanto rosea: la lentezza (media 80 km/ora) e la scomodità delle automotrici hanno infatti finito per favorire i soliti autobus. Da considerare inoltre il fatto che non esiste un collegamento diretto fra Trapani e Agrigento.

Alcantara- Randazzo
Lunghezza km 37 di monorotaia non elettrificata.La linea nel suo progetto inziale avrebbe dovuto attraversare il parco dell'Etna, quello dei Nebrodi e delle Madonie e i comuni di Cesarò, Troina, Nicosia, le Petralie per sboccare a mare a Termini. I lavori iniziati nel 1928 sono stati conclusi nel 1959 con soli 37 km di ferrovia, lasciando la restante zona fra le catene montuose completamente scollegata,non per niente ancora oggi una delle più povere della Sicilia.

P. S. quasi tutti i treni che ogni giorno "corrono" nell'isola sono sprovvisti di aria condizionata.

Come si può notare in Sicilia la ferrovia, come l'acqua, non manca. Il problema è che, come in ogni triste favola siciliana, non si è saputo (o voluto) sfruttarla, lasciando l'isola in una condizione di spaventosa arretratezza rispetto al resto d'Italia (sud escluso naturalmente). Gli interessi in gioco erano molti, in primis quello del potere criminale che nell'isolamento, che causa la povertà e l'ignoranza della gente, trova da sempre la sua forza. In secondo luogo gli interessi del potere pubblico, che , confondendosi spesso con il potere criminale, non ha fatto nulla per migliorare la situazione, concentrando anzi i propri sforzi nel miglioramento dei collegamenti nel nord Italia e smantellando quelli del sud, costringendo così una grossa fetta della popolazione all'emigrazione.
In molti dei comuni delle province di Caltanissetta e Enna, ad esempio, chiuse le miniere di zolfo e con l'agricoltura in continua perdita a causa della siccità, si è pensato bene di smantellare anche le ferrovie, rendendo i collegamenti con le città e con i servizi principali (scuole, ospedali, stazioni, aereoporti, etc.etc.) lenti e scomodi, a causa di una rete stradale in pessime condizioni. Questi paesi si sono così trovati in un tale stato di isolamento,da rendere obbligata la scelta dell'emigrazione per le nuove generazioni.
I Governi, tanto il nazionale quanto il regionale (oltre che l'europeo), dimostrano però di non voler risolvere il problema e di pensare solo al proprio tornaconto, non dimostrando il minimo interesse per le migliaia di persone che si trovano a dover abbandonare casa, amici e parenti per potersi guadagnare da vivere in quelle città dove i treni e l'acqua arrivano regolarmente.

 

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