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Giro96
Cosa succede in città...
L'Isola in treno
Inchiesta sullo stato di
salute delle linee ferroviarie siciliane
di francesco augello
Nuove reti stradali, ponte sullo
stretto, nuove condotte idriche e nuovi dissalatori....
quante belle novità porterà il governo
Berlusconi? Poche o nessuna probabilmente, visto
che le opere pubbliche proposte sono in assoluto
le più costose oltre che le più
inutili.
I dissalatori per esempio: superflui, se si riuscissero
a collaudare le molte dighe incompiute; inutilizzabili,
in mancanza di una adeguata linea di condotte
idriche; costosissimi, se si considera che si
tratterebbe di opere da costruire ex novo.
Non da meno è il ponte sullo stretto, opera
di alta tecnologia che, ad un costo ancora impreciso
ma comunque già fantascientifico, permetterà
ai viaggiatori di risparmiare una ventina di minuti
sulla traversata, anche se, una volta dall'altra
parte,si perderanno delle ore per coprire distanze
ridicole. E' da anni infatti che sentiamo ripetere
che, per il trasporto sull'isola, si è
puntato sul trasporto su gomma, senza però
migliorare la rete stradale, mentre la rete ferroviaria
è stata in gran parte smantellata, quando
invece il suo potenziamento sarebbe la via più
economica ed ecologica da seguire per risolvere
i problemi di mobilità.
Che le ferrovie siciliane si trovino in pessime
condizioni è risaputo, con questa breve
rassegna si vuole dare un'idea del "quanto"
esse siano disastrate e di quale danno arrechi
all'isola la carenza di una linea adeguata.
Messina- Siracusa
Lunghezza km 182 quasi tutti di monorotaia elettrificata.
Interessa molti comuni della costa jonica, oltre
ad importanti centri industriali come Catania
e Augusta. E' una delle linee più trafficate,insieme
alla Messina- Palermo, soprattutto nei mesi estivi.
I lavori vennero conclusi definitivamente nel
1871. Nel 1950, prima che la linea venisse elettrificata,
il tempo di percorrenza era di due ore e 43 minuti,
oggi l'Intercity Peloritano (sulla carta il treno
più veloce in servizio nell'isola) impiega
due ore e 45 minuti! Il traffico è ostacolato
dal binario unico, presente su più di tre
quarti del percorso, con le conseguenti soste
per gli incroci, e la conseguente necessità
di limitare la lunghezza dei treni merci per farli
rientrare nella lunghezza dei binari d'incrocio.
Messina- Palermo
Lunghezza km 231, anche qui quasi tutti di monorotaia
elettrificata.Attraversa i comuni della costa
tirrenica, tra i più importanti Termini
Imerese (sede di uno stabilimento Fiat), Cefalù,Milazzo
(dove ci sono gli imbarchi per le isole Eolie).
La linea è forse la più pericolosa
e trafficata fra tutte. Completata nel 1895 non
è più stata modificata. I binari
sono posti a poche decine di metri dal mare e
di fianco a costoni scoscesi di rocce. Questo
spesso causa la chiusura della linea, o perché
con le mareggiate la sede dei binari cede o perché
gli incendi lungo il percorso impediscono il passaggio.
Migliorare questa linea oggi è possibile
solo costruendone una nuova. Ma, considerato il
fatto che i cantieri per lo stesso tratto autostradale
sono aperti da più di vent'anni, forse
sarebbe meglio trovare delle soluzioni alternative.
Palermo- Agrigento
Lunghezza km 137 di monorotaia elettrificata.
E' tra le linee migliori, i tempi di percorrenza
sono concorrenziali con quelli degli autoservizi,
caso unico nell'isola. Anche questa ferrovia necessiterebbe
però di qualche intervento: basta qualche
temporale, infatti, per causare smottamenti dei
pendii sovrastanti.
La linea interessa anche lo sviluppo turistico
nella città di Agrigento ma non esiste
una fermata nei pressi della zona dei Templi.
Palermo- Catania
Lunghezza km 243, monorotaia elettrificata. Interessa
molti comuni dell'entroterra, oltre a rappresentare
il collegamento diretto tra Palermo e Catania.
La linea è stata ultimata nel 1881 e mai
più modificata, ciò nonostante già
all'epoca della realizzazione fosse inadeguata
per l'eccessivo risparmio cercato nei costi di
costruzione. Questo ha comportato il fatto che
la velocità dei treni, nonostante l'introduzione
di elettromotrici, sia rimasta troppo bassa (nel
tratto fra Caltanissetta e Enna non supera i 40
km/orari), rendendo così scarsamente concorrenziale
il trasporto ferroviario con quello, privato,
della Sais autolinee, che da anni gestisce in
regime di monopolio i collegamenti fra Palermo,
Caltanissetta, Enna, Catania, con costi per il
passeggero di anno in anno sempre maggiori.
Catania - Agrigento
La linea da Caltanissetta Xirbi ad Agrigento bassa
è lunga 77 chilometri di monorotaia elettrificata
dal 1992 (la restante linea è compresa
nella CT-PA). E' una delle linee più lente
dell'isola, soprattutto per i treni a lunga percorrenza
trainati ancora da locomotive vecchie di cinquant'anni.
Nel tratto da Canicattì ad Aragona la velocità
massima raggiungibile è di 50 km/h e a
questo si aggiunga il fatto che a Canicattì
(per i treni a lunga percorrenza) si deve attendere
il cambio del locomotore per effettuare l'inversione
di marcia. Alternativa al treno è la solita
Sais.
Catania- Gela
Lunghezza km 137 di monorotaia non elettrificata.
Attraversa i comuni di Lentini, Scordia, Militello,
Caltagirone, Niscemi. I lavori vennero iniziati
nel 1880 e conclusi definitivamente nel 1977.
E' una linea molto importante perché costituisce
il collegamento diretto fra il Petrolchimico di
Gela e Catania. Il miglioramento di questa linea
(ad esempio con l'elettrificazione) agevolerebbe
di molto il polo industriale di Gela, oltre che
ad eliminare molto del traffico di mezzi pesanti
dalle tre pericolosissime strade statali che collegano
Gela rispettivamente ad Agrigento, Ragusa e Caltanissetta.
Purtroppo in questi ultimi mesi si è parlato
di soppressione della linea. E' inutile sottolineare
come sarebbe un gravissimo errore chiuderla, oltre
che un tremendo spreco di denaro pubblico investito
recentemente per l'ultimo tratto.
Canicattì- Siracusa
Lunghezza km 264 di monorotaia non elettrificata.
Inizio dei lavori nel 1870, conclusione nel 1893.
Attraversa i comuni di: Noto, Pozzallo, Ragusa,
Modica, Comiso, Vittoria, Gela, Campobello di
Licata, Ravanusa, Canicattì. Si tratta
di una delle linee che negli ultimi anni hanno
maggiormente rischiato di essere chiuse. La prima
questione da affrontare è anche qui evitare
la soppressione della linea. Le risorse e le potenzialità
di sviluppo agricolo e turistico del territorio
attraversato sono enormi. Anche la rete stradale
della parte meridionale dell'isola è catastrofica,
risalendo nei suoi assi principali all'epoca borbonica.
Palermo- Trapani
Lunghezza km 125, monorotaia elettrificata. Linea
importante dal tratto iniziale, dove serve da
metropolitana di superficie per Palermo,a quello
finale, dove incontra le industrie vinicole del
Partinicese e ittiche di Mazzara di Vallo e i
comprensori archeologici di Segesta, Mozia e Selinunte
. La situazione però non è nemmeno
qui tanto rosea: la lentezza (media 80 km/ora)
e la scomodità delle automotrici hanno
infatti finito per favorire i soliti autobus.
Da considerare inoltre il fatto che non esiste
un collegamento diretto fra Trapani e Agrigento.
Alcantara- Randazzo
Lunghezza km 37 di monorotaia non elettrificata.La
linea nel suo progetto inziale avrebbe dovuto
attraversare il parco dell'Etna, quello dei Nebrodi
e delle Madonie e i comuni di Cesarò, Troina,
Nicosia, le Petralie per sboccare a mare a Termini.
I lavori iniziati nel 1928 sono stati conclusi
nel 1959 con soli 37 km di ferrovia, lasciando
la restante zona fra le catene montuose completamente
scollegata,non per niente ancora oggi una delle
più povere della Sicilia.
P. S. quasi tutti i treni che ogni
giorno "corrono" nell'isola sono sprovvisti
di aria condizionata.
Come si può notare in Sicilia
la ferrovia, come l'acqua, non manca. Il problema
è che, come in ogni triste favola siciliana,
non si è saputo (o voluto) sfruttarla,
lasciando l'isola in una condizione di spaventosa
arretratezza rispetto al resto d'Italia (sud escluso
naturalmente). Gli interessi in gioco erano molti,
in primis quello del potere criminale che nell'isolamento,
che causa la povertà e l'ignoranza della
gente, trova da sempre la sua forza. In secondo
luogo gli interessi del potere pubblico, che ,
confondendosi spesso con il potere criminale,
non ha fatto nulla per migliorare la situazione,
concentrando anzi i propri sforzi nel miglioramento
dei collegamenti nel nord Italia e smantellando
quelli del sud, costringendo così una grossa
fetta della popolazione all'emigrazione.
In molti dei comuni delle province di Caltanissetta
e Enna, ad esempio, chiuse le miniere di zolfo
e con l'agricoltura in continua perdita a causa
della siccità, si è pensato bene
di smantellare anche le ferrovie, rendendo i collegamenti
con le città e con i servizi principali
(scuole, ospedali, stazioni, aereoporti, etc.etc.)
lenti e scomodi, a causa di una rete stradale
in pessime condizioni. Questi paesi si sono così
trovati in un tale stato di isolamento,da rendere
obbligata la scelta dell'emigrazione per le nuove
generazioni.
I Governi, tanto il nazionale quanto il regionale
(oltre che l'europeo), dimostrano però
di non voler risolvere il problema e di pensare
solo al proprio tornaconto, non dimostrando il
minimo interesse per le migliaia di persone che
si trovano a dover abbandonare casa, amici e parenti
per potersi guadagnare da vivere in quelle città
dove i treni e l'acqua arrivano regolarmente.
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