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Giro95
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare
di riccardo orioles, 26 agosto
2002 n.141
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Mutanti. Fra le novita' di questi
anni c'e' l'apparizione, per la prima
volta nella storia, di un tipo nuovo e mutante di
siciliano: il
siciliano vigliacco. Esempi: le numerose (circa
duecento) famiglie
palermitane che non hanno mosso un dito per proteggere
i loro figli
venduti ai pedofili; i numerosi passanti (almeno
una ventina) che hanno
assistito tranquillamente allo spettacolo di un
bambino strappato in
pieno mercato alla mamma e usato come scudo umano
da uno spacciatore;
il "Comitato contro le esagerazioni nel ricordo
delle vittime della
mafia" recentemente costituitosi a Brancaccio
contro il monumento a
padre Puglisi; e il comandante del peschereccio
di Vigata "Buon
Oriente" che ha lasciato senza soccorso un
barcone con sessantanove
poveracci a bordo, disidratati, semivivi e in pericolo
di finire
annegati in mare.
Quest'ultimo episodio di vigliaccheria e' stato
giustificato con la
paura di "passare guai" con le autorita',
che a quanto pare non hanno
simpatia per i poveracci che s'incontrano in mare.
"Sono impegnato in
una battuta di pesca con le reti a strascico e quindi
non posso
soccorrere nessuno", ha comunicato via radio
il padrone del "Buon
Oriente". E quindi ha tirato diritto, soddistatto
di se' ("iu mi facciu
i cazzi miei") e cittadino esemplare ("la
legge e' legge, e io non
voglio guai"). Non credo che sara' punito,
come pure prevederebbe il
codice della navigazione, per omissione di soccorso
in mare. Ma forse
avra' qualche difficolta', d'ora in avanti, a farsi
offrire da bere
dagli altri marinai al bar del porto.
* * *
La giustizia e' stata svelta, invece, a confiscare
il peschereccio di
padron Corrado di Portopalo. Quando il "Ciro"
ha incrociato la carretta
dei disperati (un'altra: il nostro mare brulica
di crocieristi del
dolore) padron Corrado non ha esitato un istante
ad affiancarsi allo
scafo, a gettare una gomena e a rimorchiarselo dietro
fino a Portopalo.
Adesso e' in un mare di guai, poiche' il procuratore
Platania (che non
ricordiamo di aver mai incontrato in qualche inchiesta
contro la mafia)
ha deciso che forse padron Corrado fa parte di una
pericolosa
organizzazione di anti-Bossi e, in attesa delle
indagini, sequestrargli
la barca e' il meno che gli si possa fare.
Sul molo di Portopalo, adesso, padron Corrado va
su e giu' senza dire
niente a nessuno. Solo una volta e' sbottato: "Erano
degli esseri
umani, quei poveretti, non degli animali!".
Poi non ha detto piu'
nulla, e in particolare ha evitato di esprimere
la sua opinione su
queste leggi moderne che lasciano annegare i poveretti
per ordine dei
signori.
E sono centinaia e centinaia, nel fondo del mare
di Sicilia, i corpi
dei poveretti annegati dai signori. Quattrocento,
probabilmente, erano
a bordo della sola "Iohan", colata a picco
a Natale del '96 con tutto
il suo carico umano. Ne' il procuratore Platania
ne' alcuna altra
autorita' dello stato dissero niente allora, ne'
aprirono un'inchiesta
ne' trovarono niente d'anormale. Furono i pescatori
di Portopalo, con
un paio di giornalisti coraggiosi, a far ritrovare
il relitto e a
denunciare al mondo il caso.
Ci sono alcune leggi che non debbono essere rispettate.
Ce n'era una
contro gli schiavi fuggiaschi, in America, poco
piu' di cent'anni fa;
ce n'era una contro gli ebrei, in Europa, or sono
poco piu' di
cinquant'anni. Rispettare queste leggi e' vergognoso.
Padron Corrado
non lo puo' dire: ma i marinai siciliani - meno
i vigliacchi - lo sanno
bene, loro che da sempre appartengono all'internazionale
del mare.
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Il ragionier Fantozzi, al ritorno dalle vacanze,
ha abbassato il
finestrino della Bianchina, ha sporto il braccio
per prendere il
biglietto dal casello... e se l'e' sentita afferrare
da una mano
ferrea. "Agente Mc Pherson della Compagnia
Assicurazioni! Lei e'
Fantozzi Ugo?".
"S-si'".
"Ah ah! Lei e' ricercato per evasione assicurativa!
Brigadiere,
proceda!". E immediatamente un altro energumeno
ha aperto il bagagliaio
della Bianchina e s'e' preso pinne, maschera, giornali
pornografici,
radioregistratore e canna da pesca, tutti gli oggetti
cioe' che
costituivano il corredo da beach-enterteinment di
Fantozzi.
"Confiscati! Le saranno restituiti quando avra'
pagato il nuovo aumento
della Rc auto! Vadi, vadi!".
E fu cosi' che il ragionier Fantozzi seppe che a
partire da settembre
2002 l'assicurazione della Bianchina era aumentata
del quattrocento per
cento, allo scopo di pagare le vacanze dei megamanager
delle
Assicurazioni Generose.
Tornato a casa, Fantozzi trovo' sotto la porta una
cortese lettera
dell'Unita' Sanitaria Locale ("Da oggi gli
antireumatici si pagano!"),
una della sua banca - che non oso' aprire - ed una
dell'Enel
privatizzata che gli comunicava il taglio della
luce.
"Siamo senza luce! - grido' Fantozzi alla signora
Pina - E stasera c'e'
la partita!". Afferro' convulsamente il vassoio
d'argento dono di
matrimonio della zia Pia, il Bot e le quattro azioni
della New
Financing comprati all'inizio del governo Prodi,
due carciofi
acquistati a suo tempo a scopo di speculazione e
si fiondo' fuori di
casa. Riusci' a piazzare il vassoio al monte dei
pegni, il Bot a un
cieco che chiedeva l'elemosina a piazza Duomo, fu
preso a cazzotti nei
denti da un broker a cui aveva cercato di piazzare
le azioni che ormai
valevano un cent l'una, ed ebbe un vero colpo di
culo coi carciofi: a
piazza Venezia, uno spacciatore gli offri' per i
due vegetali mezzo
chilo di cocaina purissima (il prezzo dei carciofi
era ormai alle
stelle) che Fantozzi rivende' poco dopo a un ministro
a cui avevano
arrestato il pusher che riforniva abitualmente il
ministero.
Fantozzi riusci' ad arrivare agli sportelli dell'Enel
esattamente alle
13.25. "Ecco... qui c'e' la bolletta! La prego,
mi riattacchi la luce!
Stasera c'e' la partita!".
L'impiegato lo squadro' con disprezzo. "Fa...
ottantamila lire, cioe'
sessanta euri".
"Ecco... Ma scusi, ottantamila... Ottantamila
lire sono quaranta euri,
no? L'ha detto il Governo!".
L'impiegato non lo degno' d'una risposta e si limito'
a indicargli la
tabella appesa alla parete. "Nuove disposizioni.
Ecco il resto. Anzi
no, non c'e' resto". E abbasso' il vetro.
Fantozzi guardo' la tabella. C'era scritto: "Conversione
lire-euro" e,
in basso e piu' in piccolo: "Ad uso dei poveracci".
"Ecco, vediamo... -
lesse faticosamente Fantozzi - dunque... Un miliardo
di lire, uguale un
milione di euri... Un milione di lire, uguale cinquecento
euri...
Centomila lire, uguale settantacinque euri.... Cinquantamila
lire,
uguale cinquanta euri... Mille lire, uguale un euro...
Cinquecento
lire, uguale mezzo cent e un bottone...". Piu'
in basso ancora c'era
scritto: a partire da gennaio, le pensioni saranno
pagate in
patacones", ma questo era scritto in caratteri
cosi' piccoli che
Fantozzi, essendo anche miope, non riusci' a leggerli
per niente.
D'altra parte, era cosi' eccitato e impaziente al
pensiero della
partita che non lesse nemmeno tutto il resto del
manifesto.
La sera, a casa, alle ore venti e venticinque esatte,
Fantozzi era
sprofondato nella sua solita poltrona, con un pacchetto
di patatine
pronte all'uso a destra, la coca-cola a sinistra,
un'enorme bandiera
tricolore fra le braccia, un fischietto, una raganella
e un piccolo
petardo da mezzo chilo da gettare dalla finestra
al momento del gol
decisivo.
Si giocava Italia-Tonga, valevole per la semiqualificazione
ai
Mondiali: l'Italia schierava Vieri, Totti, Luca
da Montezemolo, Sabrina
Ferilli, Sgarbi ed altri quindici famosissimi calciatori
pagati
quaranta milioni (di euri) al minuto; il Tonga schierava
undici
giocatori due dei quali avevano gia' visto almeno
una volta una palla
(pero' da tennis) nel corso della loro vita.
"I-ta-lia I-ta-lia". Alle venti e ventinove
Fantozzi aveva gia'
cominciato a fare il tifo. Alle venti e trenta il
video s'illumino'
sinistramente e apparve un'annunciatrice.
"A causa dei contrasti emersi fra la lega calcio
e la televisione, la
partita di questa sera non verra' trasmessa. Andra'
in onda invece il
documentario: Gli etruschi, antico popolo del mistero".
"Aaaarg!". Da tutte le finestre del condominio
si alzarono grida di
panico, singulti strozzati e ululati, piu' un colpo
d'arma da fuoco (il
geometra Spirito, del settimo piano, che aveva trascorso
le vacanze
sulla poltrona per prepararsi meglio alla partita
e ora per lo
sconforto aveva cercato di suicidarsi con la pistola
lanciarazzi.
"Non possono farci questo! Non possono!".
Improvvisamente, sullo
schermo televisivo di Fantozzi e degli altri centocinquanta
abitanti
del condominio (e di altri cinquantacinque milioni
di italiani che
nello stesso momento stavano sbraitando la stessa
cosa) si
materializzo' la figura severa del Supermegamanager
Grand'Uff.
Min.degli Est. Gran Propriet. SuperPresidente d'Italia.
"Cosa, non possiamo, Fantozzi?".
"No... ecco... Io volevo dire... io pensavo..".
"Lei pensa, Fantozzi? Lei vorrebbe pensare?".
"No, ecco... Io... io non mi permetterei...
non mi permetterei mai,
Eccellenza...".
"Volevo ben dire!" fece l'immagine sullo
schermo. E si dissolse.
Quella notte, attraverso il tam-tam clandestino,
gli inquilini del
condominio vennero a sapere che il Tonga aveva battuto
l'Italia per
sette a zero; in premio, il centravanti del Tonga
aveva ricevuto una
piroga nuova. L'allenatore dell'Italia aveva immediatamente
fatto una
conferenza stampa per proclamare il proprio diritto
alla riconoscenza
della nazione. Alcuni dei condomini (quelli che
riuscirono a trovare
delle dosi a credito) si dettero alla droga. Altri
si arruolarono nelle
brigate rosse (ma prima dovettero firmare un modulo
presso la piu'
vicina sede del Sisde). Altri ancora, seguendo il
ragionier Visentin
dell'ottavo piano, andarono a cercar fortuna nelle
lontane Americhe, e
piu' precisamente in Argentina.
Fantozzi vago' da solo per tutta la notte blaterando
parole sconnesse
("Avevano ragione gli studenti! Bisogna fare
un sessantotto,
bisogna!"). Alla fine pero' la sua educazione
cattolica ebbe il
sopravvento: si infilo' in una chiesa per chiedere
perdono al Signore
dei suoi pensieri sovversivi. "Scusi, dov'e'
la fermata del tram?" gli
chiese una vecchietta mentre entrava. E Fantozzi:
"La'!".
Purtroppo, una pattuglia di vigilantes della Militia
Christi equivoco'
la risposta di Fantozzi: "Ha invocato Allah!".
"E' un estremista
islamico!". "Vuol fare saltare la chiesa
con tutto il cardinale!".
Fantozzi fu sottratto a stento all'ira popolare,
consegnato alle
Guardie Padane e da queste all'ambasciata americana,
che provvide a
tradurlo a Guantanamo. La' ogni giorno un marine
grande e grosso lo
interroga: "You taleban?".
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"Praga e' sola". Era il titolo di un vecchissimo
articolo del
Manifesto, piu' di trent'anni fa. I carri armati
di Breznev avevano
invaso la Cecoslovacchia. Come una calamita' naturale,
imperscrutabile,
da affrontare - nella rimozione generale - da soli.
Due generazioni
dopo, non sono le sagome dei carri armati che campeggiano
fra il
Castello e la Moldava. E' l'acqua del fiume impazzito
(la macchina del
clima s'e' rotta) che occupa le vie e le piazze,
con una regolarita'
capricciosa e ostile che fa pensare a una vera e
propria occupazione
militare. L'occupante, stavolta, non e' il "comunismo"
stolido dei
gerarchi russi ma il "globalismo" irresponsabile
di quelli americani.
Mentre l'acqua ricopre il centreuropa (ma gia' due
anni fa, in Francia,
c'erano stati prodromi di alluvione) una grande
e sinistra nube gialla
percorre l'Asia; ed e' gia' calato di un decimo
il raccolto del riso; e
intanto i potenti della terra si riuniscono per
decidere che per il
clima non faranno niente. "Tagliate gli alberi,
casomai" decreta
l'imperatore da Washington. Il titolo, ancora una
volta, e': "Praga e'
sola".
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Titolo di giornale.
< Il coordinatore regionale uccelli acquatici:
"La nostra passione non e' contro natura"
>
(tema: convegno sul birdwatching).
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Altro titolo di giornale.
< Allarme terrorismo: video di ricognizione girato
dentro la Basilica. Coinvolto uno storico dell'arte
BOLOGNA: QUATTRO ARABI E UN ITALIANO
PROGETTAVANO UN ATTENTATO >
(tema: brillante operazione contro il terrorismo
islamico)
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Altro titolo ancora:
< Perche' bisogna moderare i toni della politica
MORI (SISDE): "IN AUTUNNO PERICOLO:
GRUPPUSCOLI VICINI ALLE BR" >
(tema: dibattito su sindacati e politica al convegno
di CL)
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Informazione. Non e' stato ucciso dalla raffica
tirata al suo indirizzo
da un carro armato - comunica l'esercito israeliano
- il fotoreporter
Raffaele Ciriello, ucciso con la videocamera in
mano mentre filmava i
blindati israeliani a Ramallah. Il comando militare
non precisa i
particolari balistici che suffragherebbero la sua
opinione.
Probabilmente la raffica della mitragliatrice, sparata
in aria, e'
stata deviata da un sasso (sicuramente tirato da
qualche palestinese) e
ha infine colpito, per tragica fatalita', il povero
Ciriello.
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Cronaca. Catania. Il sindaco Umberto Scapagnini
vuole intitolare una
strade a Filippo Anfuso, l'ambasciatore di Mussolini
presso Hitler
durante il fascismo. Con Galeazzo Ciano si occupo'
dell'assassinio dei
fratelli Rosselli, leader antifascisti all'estero
uccisi a Parigi dai
sicari dei servizi segreti italiani. Un criminale,
insomma, oltre che
un fascista. A Catania non mancherebbero personaggi
onesti e chiari cui
intitolare le vie: la maestrina Graziella Giuffrida,
torturata e uccisa
dai nazisti a 22 anni a Genova nel '43; il commissario
Beppe Montana,
assassinato dai mafiosi a Palermo nell'85.
Info: anpicatania@yahoo.it
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Cronaca. Pavia. "Mi scusi signora, ma devo
rapinarla". Il rapinatore,
un giovane sui vent'anni, ha tirato fuori con
aria poco convinta un
coltello, ha rastrellato alcune decine di euri
che si trovavano sul
bancone della tabaccheria, s'e' avviato all'ingresso,
s'e' scusato
ancora - "Sa, ho proprio bisogno di soldi"
- e s'e' dileguato nelle
stradine circostanti.
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Cronaca. Devoluscion. In Sicilia la scuola comincia
quindici giorni
dopo ("Fa caldo"). A Messina, pero',
comincia quindici giorni prima
("Noi non riconosciamo gli ordini della regione").
Fa eccezione il
Morgana ("La regione ha ragione") che
comincia quindici giorni dopo.
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Concetta wrote:
< Vorrei capire perche' l'Unita' Sanitaria
Locale n.3 di Catania ha
deciso di investire non tanto nella cura dei malati,
dove materiali e
strutture mancano, ma nell'informazione degli
stessi: visto che da
qualche mese tutti gli ospiti dell'Ospedale, compresi
quelli in coma,
ricevono insieme alla flebo una copia fresca di
stampa de "La Sicilia".
Vorrei che qualcuno ci spiegasse perche' questo
uso improprio dei soldi
dei contribuenti.
Perche' il dentista dell'Ambulatorio di Randazzo
ha dovuto aspettare
anni prima che il servizio di manutenzione riparasse
un banale guasto
alle apparechiature per la pulizia dei denti,
e tutti noi abbiamo
dovuto pagare costose sedute presso privati per
una cura elementare? E
perche' l'oculista del mio Ambulatorio e' costretto
a comprare le
lampadine per la lavagna luminosa di tasca sua?
>
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Vincent wrote:
< Sono uno studente di ingegneria informatica
di Bari di 20 anni.
Stamattina, 20/08/02, mentre facevo colazione
guardando il Tg5 delle
8 ho sentito a sapere che il "governatore"
della Puglia, sig. Raffaele
Fitto, nella giornata di ieri era rimasto bloccato
nella sua "auto blu"
per 2 ore da una folla di manifestanti a Terlizzi,
un paesino vicino
Bari. In realta', l'auto era stata bloccata da
alcune persone che le si
erano distese davanti. Il telegiornale si riferiva
ai manifestanti come
"No-global". Ma chi c'era ha visto che
quelle persone non erano affatto
no-global: erano "normali" cittadini,
uomini donne e anziani, che
protestavano contro la chiusura dell'ospedale
di Terlizzi ordinata dal
governatore. >
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Al Garante per la Satira, via Pasquino e Marforio
4, Roma.
< Il sottoscritto (cognome e nome del denunciante)
O. R., nato a...,
residente a, ecc., denuncia alla S.V. i comportamenti
sistematicamente
posti in essere in violazione del Protocollo sulla
Satira dal signor
(cognome e nome del denunciato) Governo Italiano.
Costui, incurante del
danno economico e professionale arrecato al sottoscritto
e tutti gli
altri autori satirici italiani, si vale della
propria posizione di
preminenza per esercitare illecitamente la satira
sopra se stesso
mediante comportamenti palesemente caricaturali.
Sniffa coca dentro il
ministero, corrompe i testimoni dei processi per
bombe e stragi,
protegge i boss mafiosi, picchia i ragazzini per
strada e tira i codici
in testa ai magistrati. Tutti questi comportamenti
non vengono
esercitati, com'e' consuetudine dei governi, con
accortezza e riserbo
nei luoghi a cio' deputati, ma vengono posti in
atto ostentatamente e
in pubblico, persino in presenza di minori. Ne
risulta un intralcio non
piccolo al nostro lavoro di satiri, che consiste
nel disvelamento delle
occulte magagne governative e nel loro spezzante
additamento alla
pubblica opinione. Il che non e' evidentemente
possibile se dette
magagne, anziche' occultate, vengono consumate
pubblicamente fra rutti
e sghignazzi.
Per Questi Motivi il ricorrente chiede alla S.V.
di voler disporre, ai
sensi del protocollo citato, le pene previste
per Esercizio Abusivo
della Satira a carico del sig. Governo Italiano,
e di volere obbligare
quest'ultimo a un comportamento correttamente
ipocrita e confacente
alla categoria merceologica da esso commercializzata.
Con osservanza, ecc. (firma)
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I vecchi non bevono Coca-Cola
"Ehi, Clementina, quand'e'
che si mangia?" grido' il vecchio
(veramente, lo sussurro' soltanto, per via della
tracheotomia. Ma
sembro' che l'avesse detto forte, e allegro).
Clementina riempi' ancora
il bicchiere, bevve, si riavvio' meccanicamente
i capelli e comincio' a
trafficare fra l'acquaio e i cassetti. L'ombra
della donna si muoveva
snella e veloce nel terrazzo e solo la luce della
lampada illuminava,
quando lei si voltava, le rughe agli angoli della
bocca. Nessuno gliene
darebbe settantacinque, penso' il vecchio, e forse
nemmeno a me, in
fondo.
Cenarono sotto il pergolato, sul cartellone pubblicitario
che il
vecchio aveva ridipinto, munito di due cavalletti
e trasformato in
tavolo. Erano l'una di fronte all'altro, e lei
riempi' compostamente il
proprio bicchiere e quello del vecchio. "Forse
dovresti bere di meno -
disse lui - Forse anch'io". Lei alzo' il
bicchiere, ammiccando: "Gia'".
"Forse dovremmo sposarci, un giorno o l'altro
- disse ancora il vecchio
dopo un po' - Sposarci sul serio, voglio dire.
Coi testimoni e i documenti e il resto".
Lei sorrise
impercettibilmente. "Sai che ai ragazzi piacerebbe"
insiste' lui. I
ragazzi avevano figli grandi, adesso, e molti
affari molto lontani da
la'. "Balle" disse lei sempre sorridendo.
"Gia'".
Continuarono a mangiare in silenzio, sotto la
luce che oscillava dalle
rughe di lui a quelle di lei e ad un tratto si
spense. Il vecchio si
alzo' faticosamente, si stiro' in punta di piedi
e riavvito' la
lampadina, stringendola molto forte e respirando
pesantemente mentre
faceva questo. "Dovrei cambiare anche il
filo, una volta o l'altra -
disse quando si fu riseduto - Domani lo cambiero'
certamente". Ora la
luce illuminava di nuovo la tavola di compensato
e i bicchieri e i
vecchi che mangiavano e le foglie verdi in alto.
La bottiglia era finita ma erano gia' alla frutta.
Clementina si alzo'
e torno' con la bottiglia del porto e il brandy.
Aveva portato anche il ghiaccio e il vecchio approvo'
con un cenno.
Rimasero in silenzio, bevendo. Il vecchio tiro'
fuori la pipa e
l'accese con cura con un fiammifero di legno.
"Ti da' fastidio il
fumo?". "Ma no, lo sai. Vado a prendermi
una sigaretta". La citta',
lontano, scintillava di fronte al mare. Ancora
piu' in la', c'era la
luce del faro. Il vecchio non rimpiangeva la citta'.
Forse, il mare. Ma
non quello che vedeva ora, la' in basso: il mare
vero, l'Atlantico.
L'Atlantico che non si vedeva, dal ponte della
nave quando non c'era
luna, ma sapevi che era la', davanti dietro e
ai fianchi della nave,
fin dove potevi pensarlo. L'Atlantico al quindicesimo
giorno, quando
tutto era andato bene e c'era solo da badare ai
ghiacciai sottocosta e,
avendo gli occhi buoni, potevi distinguere i primi
gabbiani
all'orizzonte. Tranne che uno, naturalmente, non
faceva caso ai
gabbiani, e a molte altre cose. Buffo che tornassero
in mente adesso,
che non servivano piu' a niente.
La nave, l'avevano bombardata i tedeschi a Trieste,
nel quarantatre'.
Era una nave lunga e bianca, prima che la mascherassero
con le
mimetiche per adibirla a trasporto truppe, e a
quei tempi la traversata
durava diciotto giorni e mezzo: loro la facevano
in sedici, e una volta
anche in quattordici giorni e diciotto ore. Lui
era su quella nave
quando questo era accaduto e quando il comandante
del Bremen era venuto
a bordo a congratularsi con gli italiani.
Quello del Bremen poi era finito nel primo anno
di guerra, nei
sommergibili come Marchetti e Sfameni, mentre
Foggiani era finito col
Bolzano e Colombo sotto una bomba, in porto.
Sulla strada, adesso, si muovevano due coppie
di fari. Si avvicinavano
veloci, e dopo un po' i vecchi sentirono il rumore
dei motori e le
portiere sbattute e le voci dei ragazzi che risalivano
il viottolo e le
scale. "Mi piace ballare - disse Clementina
- Pensi che ce la faremmo
con quei balli moderni che si usano ora?".
Il vecchio soffio' uno
sbuffo di fumo e rimase a guardare il fumo che
si allontanava. "Una
volta si' - disse infine - una volta ce l'avremmo
fatta certamente".
"Mi piaceva molto ballare - ripete' lei -
Sarebbe molto bello poter
ricominciare". "Gia'". Rimasero
in silenzio ad ascoltare i ragazzi che
salivano e le luci della villa vicina si accesero
e ci furono risate e
voci e poi le luci si spensero e ci fu di nuovo
silenzio.
"Per quando hanno detto che bisogna farlo?"
chiese lei senza guardarlo.
"Ieri e' venuto uno di quei ragazzi dei Marino
- disse il vecchio
sorridendo - Un bravo ragazzo. Ha voluto uno dei
quadri, quello con gli
scogli e la tempesta". "Era un bel quadro
- disse lei - Ci hai lavorato
tutta l'estate passata". "Ma no che
non era un bel quadro. Un bel
quadro dovrebbe essere... Pero' era allegro da
vedere. Gli e' piaciuto.
Ah, gli ho regalato anche una pipa. Credo che
gli serva per darsi arie
con la ragazzina". "Anche tu ti davi
le arie - disse lei - Con la pipa
la barba e quel berretto in testa anche di notte.
Il perfetto lupo di
mare". "Pero' tu ci sei cascata"
sogghigno' il vecchio. "Gia'
- ammise lei - ci sono cascata". E bevve
ancora.
"Hanno detto che sara' per settembre - disse
lui - Ancora due
settimane". Lei non disse niente. "Due
settimane sono tante - disse
ancora il vecchio - E se va bene potrebbe durare
ancora sei mesi. Forse
otto. Il brandy non e' granche'. Dovremmo farcelo
mandare da Marcello,
invece. Quello si' che si poteva bere". "Gia'
- disse lei - Quello si
poteva bere".
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Wolfgang <goethe@sizilien.de> wrote:
< Bello fare il poeta, pero'
costa:
piu' versi faccio e meno soldi ho in tasca>
* * *
< "Perche' cosi' insolenti,
voi epigrammmi?"
"Noi titoliamo i libri della vita".>
* * *
< E rieccoci in Italia: bella
gente,
turisti spennacchiati, e cosi' via.
Chiasso ne trovi, trovi anche allegria
da villaggio turistico: serieta', niente.
Ognuno pensa a se' e ai suoi affari (tanti)
e piu' di tutti gli altri i governanti. >
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it
-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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