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Giro95
Zerobook
Camilleri: "Teniamoci in contatto"
andrea camilleri, da: centomovimenti.it
Quando i giornalisti stranieri
mi chiedono perché odio Berlusconi, io
mi
trovo in imbarazzo. Non so spiegargli perché
mi ritrovo, da vecchio, a fare
girotondi invece che passeggiate. Io a loro non
posso dirgli che sono
comunista fin da bambino, e che l'idea di democrazia
me la sono costruita
con fatica, e questa non è una democrazia.
Mi chiedono: teme un governo
fascista? No. E allora che teme? Il problema è
che no lo sappiamo: che cosa
sono questi, questo è il problema. E non
lo sappiamo perché dentro c'è un
po' di tutto. Ma la verità è che
non ne posso più di svegliarmi la mattina
e
di sentire di un governo che ci offende, noi comunisti;
ci offende come
cittadini. Di qua, tutti male. Di là, il
popolo dell'amore. Ma dopo averci
offesi, ci minaccia. E, peggio ancora, ci ricatta.
E sfrutta in modo
ignobile una manifestazione come quella del Palavobis.
I servizi segreti si
sono mobilitati per le manifestazioni dei sindacati;
Scajola di fronte a 300
bambini immigrati parla di emergenza... C'è
qualcosa che non va. E quando
questa gente parla di emergenza, datemi retta,
c'è da stare attenti... Le
avvisaglie del regime ci sono tutte. E per questo
è stato importantissimo,
per tutti noi, sapere che ci siamo. Ma - ancora
più importante - una cosa
semplicissima: teniamoci in contatto.
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