segnali dalle città invisibili
 

Giro93 Risonanze
Alla scoperta di Rita

di ugo giansiracusa

Lovely Rita
regia di Jessica Hausner
con Barbara Osika, Christoph Bauer, Peter Fiala

Trama
Rita è un’adolescente inquieta e ribelle che non riesce ad adattarsi alle regole e alle norme del mondo che la circonda. Isolata nel suo mondo fatto di silenzi e di insubordinazione Rita vive la sua esistenza scoprendo pian piano la sua sessualità, senza però riuscire a trovare e provare un sentimento coinvolgente ed un vero trasporto. Incompresa dai compagni di scuola, quanto dagli insegnanti e dai genitori Rita vive nella sua solitudine fino al giorno in cui decide di “eliminare” gli ostacoli che le si parano innanzi...

Recensione
Attimi di vita di una ragazza, se non simbolo, comunque partecipe di generazione in piena adolescenza, imprevedibile e imperscrutabile. Quasi autistica nel suo rifiuto del mondo e nella creazione di una realtà personale, soggetiva, autonoma, falsa e straniante.
Un film di atmosfere plumbee e di cieli grigi, pregnato da una narrazione lenta quanto gli attimi di una vita vissuta infelicemente. Nell’incomprensione e nel mistero di una vita vissuta nella solitudine interiore di chi non riesce a trovare un suo simile.
Presente alla sezione ufficiale - Un Certain Regard - al 54° Festival di Cannes, il film, sembra riprendere, senza convincere, alcune delle regole dell’ormai famoso Dogma. Pur non partecipandovi e non richiamandolo direttamente. Filmato in digitale con attori non professionisti e fuori dagli studi cinematografici, Lovely Rita non riesce ad avere quella forza dirompente e quella indigeribile tendenza al disturbo dei film che hanno imposto il Dogma all’attenzione delle platee internazionali. Pur raccontando situazioni e personaggi desolanti e tristi, colmi di solitudine e di un’insana follia della quotidianità il testo filmico non riesce, o forse non vuole, arrivare oltre i limiti imposti da una sorta di morale e di censura preventiva che ci impediscono di analizzare e di affrontare quella parte, nascosta, della “società civile” che cerchiamo di ignorare il più possibile e che diventa dramma sociale quando arriva sulle prime pagine dei giornali.
Notevole è la sensibilità della regista Jessica Hausner nel presentarci, senza descrivere e senza mai cercare di comprendere, la giovane figura della protagonista, nei cui occhi non leggiamo nulla se non l’indifferenza verso il mondo, in tutte le sue azioni e i suoi gesti, dai più comuni ai più particolari e unici e radicali. Notevole la creazione dell’atmosfera che circonda i personaggi. Notevole il finale in cui nulla si conclude pur essendo arrivati ad una svolta decisiva. Ci sarebbe piaciuto di più, però, anche se non ci avrebbe di certo dato piacere, un pizzico di coraggio in più nel descrivere e sottolineare alcuni passaggi “forti” della narrazione. Un film, indubbiamente, non per tutti... ma che forse in molti dovrebbero vedere.

 

Il Progetto
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