|
Giro92
GiroEditoriali
Carta d'identità e nuove tribù clandestine
di alessandro calleri
Il
dibattito scatenato in Italia dalla proposta di
legge Bossi-Fini, già approvata alla Camera
dei Deputati e in corso di discussione al Senato,
nel confusionario tentativo di imporre misure
restrittive e pene rigide contribuisce ad aggiungere
incertezza attorno ad un problema complesso ed
articolato come quello dellimmigrazione.
Ottomila km di costa non sono sicuramente semplici
da controllare ma, nello stesso tempo, non è
altrettanto semplice distinguere preventivamente
i buoni dai cattivi. In questi ultimi mesi abbiamo
sentito accalorarsi politici, esperti, semplici
opinionisti, tutti hanno avuto modo di esprimersi
sul problema immigrazione, abbiamo ascoltato posizioni
spesso lontane e discordanti che, sicuramente
non ci hanno aiutato a comprendere il problema.
Proviamo a fare una brevissima carrellata di quanto
abbiamo avuto modo di sentire, un elenco sicuramente
incompleto che, anzi, andrebbe sicuramente integrato,
sono ben accette integrazioni.
Immigrazione = criminalità, Il 30% della
popolazione carceraria italiana è composta
da stranieri, dato notevole considerando il numero
di stranieri presenti in Italia; non possiamo
sicuramente non ammettere che un elevato numero
degli stranieri che entrano in Italia finiscono
alla fine per delinquere e compiere atti criminosi.
Immigrazione = lavoro, gli stranieri sono quelli
che con il loro lavoro sostengono leconomia
Italiana lavorando nelle fabbriche dellopulento
nord-est o in lavori dequalificati che nessun
Italiano vorrebbe più andare a svolgere.
Cè però anche ci sostiene
che limmigrazione contribuisce allaumento
della disoccupazione sottraendo lavoro agli italiani
stessi.
Immigrazione = natalità,
dalle recenti rilevazioni dellIstat sembra
che il flusso demografico italiano abbia ripreso
a salire arrestando, finalmente la tendenza al
rapido invecchiamento della popolazione che ha
caratterizzato la società Italiana di questi
ultimi anni. Sempre secondo lIstat lincremento
è dovuto, per la maggior parte, da figli
nati da coppie immigrate.
Nuove identità per il nuovo
millennio.
La legge Bossi-Fini propone di
schedare tutti i nuovi arrivati prendendo loro
le impronte digitali; questo atto, se appare giusto
per certi versi sembra invece orrendo per altri
(ognuno è libero di fare le sue considerazioni),
ogni medaglia ha il suo rovescio. Ma per cosa
dovrei sentirmi diverso rispetto alle persone
che, ogni anno, disperate ed affamate, bussano
alla mia porta alla ricerca di un futuro migliore?
Perché le impronte dobbiamo prenderle solo
agli immigrati? Se norma devessere facciamo
che sia generale. le impronte prendiamole a tutti
e non se ne parli più, bianchi, neri, gialli
e rossi, consumiamo pure qualche milione di litri
di inchiostro, facciamolo, ma non voglio che qualcuno
un domani mi accusi di essere razzista solo per
il fatto che sulla mia carta didentità
non si trovano riportate le mie impronte digitali.
Non sia mai!
Una norma parziale e incompleta,
quale cittadinanza possibile per il nuovo millennio?
Tra soli venti anni cosa vorrà
dire cittadinanza, quali saranno i diritti e i
doveri di un cittadino, cosa bisognerà
fare per riconoscersi cittadino in unEuropa
che si avvia sempre più verso una società
multirazziale e multilingue? Sarà un problema
di pelle? Sarà un problema di braccia?
Sarà un problema di impronte? Come ci immaginiamo
tra venti anni, ci siamo guardati allo specchio?
Siamo o non siamo tutti clandestini?
P.S. Nel dubbio e nellattesa
di tutti gli interrogativi ho scannerizzato la
mia mano e le mie impronte, le ho pubblicate su
Girodivite e le ho inviate ai ministeri competenti
nella speranza che rilascino anche a me la nuova
carta didentità.
|