segnali dalle città invisibili
 

Giro92 Mafie da morire
Come va la magistratura a Catania?

intervista a Nicolò Marino, sostituto procuratore a Catania, a cura di alessandro calleri

Sciopero nazionale magistrati, qual è l'aria che si respira a Catania e cosa sta realmente accadendo all'interno della magistratura.
A Catania ferve l'attività associativa anche perché una delle correnti di maggioranza della magistratura associativa, Unicost, a Catania ha una quota di iscritti considerevole. Il problema dello sciopero è difficile da affrontare e da far capire nei suoi esatti termini, perché purtroppo manca una coesione all'interno della magistratura. Per un'istituzione dello stato importante come la magistratura che si accinge a fare un atto clamoroso come uno sciopero, dovrebbe avere come base una unità della magistratura stessa, unità che allo stato non c'è. Se un atto così grave quale è uno sciopero viene portato avanti senza una effettiva unità, credo che noi magistrati dovremmo interrogarci se stiamo facendo di tutto per affrontare davvero i problemi che ci vengono prospettati e spiegarli al meglio alla gente.

Allora crede che non ci sia abbastanza pubblicità sulle varie posizioni in campo e sulle proposte che ci vengono prospettate?
La magistratura sta subendo un attacco e ha necessità di mantenere una posizione che non vuole abbandonare, sta pensando più ad arroccarsi e a difendersi dagli attacchi frontali senza spiegare ai cittadini in maniera completa quelli che sono realmente i problemi della giustizia. Dal canto suo la maggioranza dei cittadini tecnici non sono, non hanno le condizioni per poter valutare tutto vivendo dal di fuori e non conoscendo la reale amministrazione della giustizia. La gente è stanca di tutti questi conflitti e nonostante tutto, bisogna tornare a confrontarsi veramente, politici e magistrati, senza arroccarsi sulle rispettive posizioni, ma di cercando di venirsi incontro per risolvere veramente i problemi.

Una delle ultime inchieste della procura catanese riguarda il Caso dell'ospedale Garibaldi. Come sta quest'inchiesta, permane ancora un livello di sovrapposizione tra mafia e interessi politico/economici a Catania.
Quest'inchiesta ha consentito di delineare in epoca recente quello che molto spesso è stato soltanto ipotizzato, cioè un rapporto tra criminalità organizzata, politica e pubblica amministrazione, stiamo parlando della prospettiva accusatoria ovviamente. Ciò è stato dimostrato con delle confessioni anche da parte degli imprenditori, cosa ci fa sentire molto soddisfatti dello svolgimento dell'attività svolta. I tempi brevi con i quali l'inchiesta è andata avanti e gli accordi che sono intervenuti successivamente per dirimere il contenzioso delle imprese che avevano preso parte agli appalti ci fanno ben sperare per la prossima apertura dell'ospedale Garibaldi. L'autorità giudiziaria catanese deve essere orgogliosa di avere guardato, oltre all'aspetto strettamente giudiziario, anche all'aspetto sociale, rendendo possibile al più presto il completamento e l'apertura di un ospedale di cui i Catanesi avranno certamente bisogno.

 

Il Progetto
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