segnali dalle città invisibili
  Giro92 Mafie da morire
Solo mafia?
di alex calleri

Sono passati dieci anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio e ancora oggi i veri mandanti degli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino non hanno un volto. Centinaia di inchieste giudiziarie, arresti eccellenti, hanno rimescolato le carte senza riuscire a chiudere definitivamente la partita con un sistema mafioso ancora saldamente seduto al tavolo da gioco, pronto a spartirsi con altri giocatori la posta in gioco. Altro giro, altra partita.
In passato complessi rapporti tra mafia, politica e poteri istituzionali dello stato hanno governato durante la prima fase dell’Italia repubblicana, quella democristiana per intenderci.

Cosa è successo in questi dieci anni? A cosa sono serviti i sacrifici dei due magistrati? Politica, mafia ed istituzioni nascondono ancora strani intrecci?

Bernardo Provenzano, ultimo ed incontrastato “padrino” storico di Cosa nostra, qualche anno fa lanciò dalla sua latitanza un segno della riorganizzazione in corso dei rapporti tra Mafia e Stato: “lasciate passare sette-otto anni, vedrete che le cose si sistemeranno da sole”. Sono passati solo sei anni da quando abbiamo sentito quelle parole e dobbiamo purtroppo ammettere che Provenzano aveva ragione. Un caso di veggenza?

Non si spara più, la mafia sceglie la via del silenzio in vista di un possibile accordo con lo stato; nuove intercettazioni telefoniche dimostrano come, ancora oggi, i boss siano interessati a piazzare loro uomini di fiducia all’interno delle istituzioni; otto pericolosi killer mafiosi vengono rilasciati per un cavillo di procedura; l’Assemblea Regionale Siciliana approva la nuova legge sugli appalti istituzionalizzando il ricorso alla licitazione privata invece che ai bandi pubblici; e come se non bastasse per il ministro dei lavori pubblici Lunardi inizia una lunga “convivenza” con la Mafia.

Nel frattempo il governo regionale siciliano, guidato dal democristiano Totò Cuffaro in sella da un anno, annaspa nelle “acque” dell’immobilismo.
I siciliani, però, non si rendono conto che la barca affonda.

 

Il Progetto
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