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Giro91
Catania
social forum
No al ricovero coatto, Sì
al diritto alla cura e alla libertà di
scelta
comunicato Stampa e Appello
Già 200 adesioni all'appello promosso dalla
Rete di operatori "La libertà è
terapeutica" contro il business delle carceri
private e delle terapie coatte
Nella 'guerra alla droga' del governo - dopo il
rilancio del codice penale
e del carcere per i consumatori e la privatizzazione
delle carceri per
tossicodipendenti, adesso arriva anche il trattamento
coatto.
Il prefetto antidroga, Pietro Soggiu, ha dichiarato
che "ci sono strutture,
residenziali e non, che ci stanno chiedendo proprio
questo". Ma a fronte di
comunità terapeutiche che non guarderebbero
in faccia nessuno pur di
riempire i propri posti letto, e che dopo decenni
di politiche repressive
non hanno ancora l'onestà di riconoscerne
il fallimento, esiste un mondo di
operatori del pubblico e del privato no profit
che afferma con forza il
diritto alla cura e alla libertà terapeutica.
Sono circa duecento le associazioni e gli operatori
sociali e sanitari,
inclusi molti operatori di comunità, che
hanno aderito all'appello "Just
say no! Dì di no!" promosso dalla
Rete nazionale di operatori e cittadini
"La libertà è terapeutica".
Recita l'appello: "Diciamo no alla trasformazione
delle comunità in
istituzioni totali per i trattamenti coatti, no
alle offerte di gestione o
co-gestione di nuove carceri per persone tossicodipendenti".
L'appello invita tutti gli operatori a partire
dalla propria esperienza
concreta e a ricordare che "la coazione non
ha mai prodotto salute, mentre
ha minato l'esercizio di diritti fondamentali.
La coazione non è
accettabile dalla nostra deontologia professionale!".
Le esternazioni del Prefetto Soggiu rendono trasparenti
gli interessi,
anche economici, che stanno dietro alle proposte
e ipotesi di coinvolgere
le comunità e il privato sociale nella
gestione delle carceri e di
strutture coatte per persone tossicodipendenti.
Un motivo in più per aderire all'appello
della Rete La libertà è
terapeutica.
Info: Susanna.ronconi@tin.it
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APPELLO AGLI OPERATORI DEL PRIVATO SOCIALE E DELLA
COOPERAZIONE
A UN NUOVO CIRCUITO PENITENZIARIO PER I CONSUMATORI
DI DROGHE
ALLE OFFERTE DI GESTIONE DI NUOVE CARCERI PER
PERSONE TOSSICODIPENDENTI
ALLA TRASFORMAZIONE DELLE COMUNITA' TERAPEUTICHE
IN ISTITUZIONI TOTALI PER
TERAPIE COATTE
ALLO SMANTELLAMENTO DI UN SISTEMA PUBBLICO DI
GARANZIE PER I CITTADINI
CONSUMATORI:
JUST SAY NO!!
DICIAMO NO!!
I propositi e le direttive del governo in tema
di droghe e dipendenze danno
linfa alla penalizzazione del consumo e pongono
una nuova enfasi sul valore
del carcere per i consumatori, come forma di "coazione
alla terapia"
Il binomio repressione-cura è alla base
di questa politica.
Per attuarla servono più carceri, e più
carceri "specializzate" per
tossicodipendenti: Non solo: servono nuove strutture
residenziali
improntate al contenimento, al controllo, alla
detenzione "a scopo
terapeutico".
Sono circa 15 le strutture penitenziarie che il
governo ha individuato a
questo scopo, e per due di esse già si
tratta la gestione: Castelfranco
Emilia e Legnano.
Questa gestione è stata offerta a strutture
del privato sociale che operano
in campo terapeutico.
Come operatori del pubblico e del privato sociale,
come consumatori, come
cittadini e associazioni chiediamo a tutti gli
operatori, le cooperative e
le associazioni di NON PRESTARSI A QUESTA DRAMMATICA
OPERAZIONE DI
REPRESSIONE, CRIMINALIZZAZIONE, AMPLIFICAZIONE
DEL DANNO E DELLA
SOFFERENZA!
PERCHE' NO:
Ø Più codice penale, più
carcere, più criminalizzazione significano,
come abbiamo visto in passato, più morti,
più malattie, più emarginazione:
sappiamo quali sono i costi umani individuali
e sociali del sommerso e
della clandestinità.
NON POSSIAMO - NOI CHE CURIAMO E CI PRENDIAMO
CURA - ESSERE COMPLICI NELLA
PRODUZIONE DI MAGGIORE SOFFERENZA
Ø Come terapeuti e educatori sappiamo che
solo il libero patto tra
persona dipendente e operatore garantisce percorsi
terapeutici positivi. La
coazione non ha mai prodotto salute, mentre ha
minato l'esercizio di
diritti fondamentali!
LA COAZIONE NON E' ACCETTABILE DALLA NOSTRA DEONTOLOGIA
PROFESSIONALE
Ø Il carcere non cura: sono ormai numerose
le ricerche europee -
pubblicate anche dal Emcdda - che testimoniano
come i percorsi di astinenza
attivati dietro le sbarre non reggono all'incontro
con la libertà
COME OPERATORI ABBIAMO IL DOVERE DI VERIFICARE
E VALUTARE L'EFFICACIA E LA
QUALITA' DEI PERCORSI TERAPEUTICI. IN "SCIENZA
E COSCIENZA" NON POSSIAMO
AFFERMARE CHE IL CARCERE CURA
Ø Il privato sociale ha una lunga tradizione
di umanizzazione dei
servizi, di difesa dei diritti dei più
deboli: gestire luoghi di detenzione
- carceri o comunità coatte - è
una contraddizione insanabile. Non è
credibile "gestire umanamente" una istituzione
totale.
COME OPERATORI DOBBIAMO SAPER DIRE DI NO, DOBBIAMO
PORCI LIMITI ETICI NON
NEGOZIABILI
Ø Il carcere privatizzato è una
realtà in alcuni paesi come USA e Gran
Bretagna: le aziende che li gestiscono sono quotate
in borsa, il giro
d'affari è sostanzioso, la qualità
della vita dei detenuti è ulteriormente
degradata, come le garanzie per il rispetto dei
loro diritti. E le celle
sono sempre piene: più se ne costruiscono,
più si riempiono. Più si spende
in carceri e meno si spende in welfare.
IL PRIVATO SOCIALE NON DEVE CADERE NELLA TRAPPOLA
DEL BUSINESS!
NON DEVE ESSERE COMPLICE DI NUOVI INVESTIMENTI
DELLE RISORSE PUBBLICHE IN
REPRESSIONE E DETENZIONE
Per difendere la nostra identità culturale
e sociale
Per rispettare la nostra etica professionale
Per scegliere sulla base di una serietà
etica oltre che scientifica
Per coltivare l'alleanza con i nostri utenti e
per promuovere i loro
diritti di cittadini
JUST SAY NO!!
A nuove carceri per i tossicodipendenti
Alla gestione privata delle carceri
A ulteriori penalizzazioni di nuovi e vecchi consumi
Alla trasformazione delle comunità terapeutiche
in istituzioni totali della
coazione
Seguono 181 adesioni.
Le adesioni sono leggibili sul sito di Fuoriluogo
all'indirizzo
http://www.fuoriluogo.it/highlights/carcere_firme.html
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