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A spasso tra la disinformazione siciliana

La Sicilia, il piacere di leggere e non capire
di alessandro calleri

Se c’è una cosa che faccio volentieri è leggere attentamente i giornali, il giornalismo mi appassiona. Leggere un giornale è tutt’altro che semplice, bisogna stare molto attenti, bisogna cercare di capire da dove arriva una informazione, individuarne la fonte, bisogna leggere la stessa notizia su diversi giornali (2 o 3 almeno), se leggi “La Sicilia” devi almeno essere vaccinato altrimenti non hai scampo.
Le fonti, il luogo da dove viene l’informazione, il pulpito dal quale viene la predica, il committente di una data opera. Per capire quanto La Sicilia, il maggiore quotidiano regionale, contribuisce tutt’oggi ad una (dis)informazione sistematica dei cittadini catanesi bisogna stare bene attenti alle note a capo pagina e alle righe piccole, importantissime per una “onesta” informazione giornalistica.
Speciale su Catania, allegato alla Sicilia del 29 maggio scorso, “Le nuove vie dello sviluppo. Orbita eccentrica di una città che pretende futuro”, un allegato interamente commissionato dall’Amministrazione Catanese di Don Scapagnini alla Publikompass di Ciancio Sanfilippo e pubblicato su “La Sicilia” di proprietà sempre dello stesso Cianciuccio. Vi elenco di seguito tutti gli articoli correlati:

Hi tech Soft e turismo per crescere
L’interporto della Sicilia orientale
Università: “Ponte” tra europa e mediterraneo (con foto dell’illustrissimo rettore Latteri)
La “missione” Etna Biotech
Ingegneria, preiscrizioni al via
Impresa, in nome dell’intraprendenza
Tecnologia al servizio della creatività, la divisione robotica della Ggg Elettromeccanica
“know how, risorsa per il futuro”. Componenti ultrapuri per semiconduttori all’ombra dell’Etna Valley

Titoli altisonanti, un depliant turistico che descrive pregi di una Catania che lavora, un’inchiesta giornalistica di vecchio stampo che, dati alla mano, ci accompagna passo passo attraverso Catania versione Hi-soft-middle-low tech. Niente di tutto questo. Ormai avviene periodicamente e non dovremmo scandalizzarcene, assistiamo ad un altro esempio di disinformazione e di affarismo spudorato, un altro esempio di convivenza tra potere editoriale con la politica di turno che governa a Catania. Chissà cosa ne penserebbe Cianciuccio di queste mie parole, tutto falso?
Nessuno degli articoli che vi ho su elencato era firmato da alcun giornalista de “La Sicilia”, un miracolo, il giornale autoscrivente, dodici pagine che, come per magia si compilano. “Orbita eccentrica di una città che pretende futuro”, diceva bene il titolista, pretendiamo futuro, pretendiamo che si parli di fatti e non di idee, un articolo giornalistico dovrebbe servire a descrivere Catania com’è adesso, deve parlare dei i suoi problemi, delle sue contraddizioni, le sue potenzialità, certamente, ma la progettazione e l’immaginazione lasciatela ad altri. Un articolo giornalistico parla di ciò che è avvenuto ieri non di ciò che, forse, avverrà tra vent’anni. Può darsi che i giornalisti de “La Sicilia” sono diventati tutti veggenti? Si, perché proprio di veggenza si trattava, dei veri e propri futurologi senza nome. Almeno avessero indicato nome e cognome magari li avrei contattati per un consulto sul mio futuro, mi avrebbero detto che sarei diventato un giornalista anch’io?
Un giornale dovrebbe essere lo specchio della realtà non l’organo di auto-incensamento di amministrazioni comunali rissose che pagano pubblicazioni con soldi pubblici per dire tutti in coro: “Stiamo lavorando magnificamente!!”. Fesserie! In due anni questa giunta non ha fatto assolutamente nulla, segue ancora progetti messi in cantiere dalla giunta Bianco senza esser riuscita a progettare nulla di nuovo nella città che “pretende futuro”. Se un giornale è lo specchio di una città “La Sicilia” è lo specchio di Catania.

Catania ti vogghiu sempri cca’ saluti

 

 

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