segnali dalle città invisibili
 

Giro90 Zerobook
Un kilometro di tela per Librino

di pina la villa

"E questo è il sogno della città che viene" (Gianni D'Elia)

8 maggio 2002, parrocchia della Resurrezione del Signore, a Librino, sono le 11,30. La giornata minacciava pioggia e quindi dalla piazza dov'era prevista, la manifestazione organizzata da Antonio Presti "Un Km di tela", si sposta al coperto, nella grande costruzione attorno alla Chiesa.
Dalle scuole elementari alle scuole medie del quartiere - gli istituti comprensivi Dusmet, Campanella-sturzo, San Giorgio - gli alunni sono presenti in massa. Librino è in festa.

Ragazzi da sei ai 25 anni - ci sono anche allievi dell'Accademia di Reggio Calabria - dipingono con una naturalezza da invidia le varie porzioni del chilometro di tela messo loro a disposizione. Alcuni con l'aiuto delle insegnanti, altri da soli.
Orgogliosi di far parte della II B delle elementari San Giorgio, due bambini minuscoli accanto al loro dipinto - per il quale si ispirano al libro di lettura aperto accanto alla tela - con una grande fiore giallo al centro. La maestra è impegnatissima, non voglio disturbarla.

Accanto, un fotografo impegna per diversi scatti un Antonio Presti sorridente in mezzo alla sua opera d'arte: centinaia di ragazzi e ragazze, insegnanti e giornalisti, curiosi e telecamere. Armonia di voci, di suoni, di visi e di colori. Dicevano i greci che la bellezza è armonia, è equilibrio. E' vero, lo capisco oggi, lo capisco qui, in quello che era - e che tornerà ad essere - un brutto edificio di Librino, nello spazio destinato alle auto, accanto alla Chiesa.
"Le cose che riesce a fare don Giuseppe…" sento commentare accanto a me da un anziano frequentatore di parrocchia. Sorrido triste dentro di me e ricomincio il mio giro fra le tele colorate.

Paolo Filippini è un ragazzo di Catania., Fa parte di uno dei gruppi che hanno animato la festa con la musica. Artista di strada, ma suona dove capita, a Catania si lavora bene, dice, suona la fisarmonica. Altri due ragazzi sui trampoli e altri con l'aiuto di un teatrino in legno, animano dei pupazzi, altri suono uno strumento fatto di tre grandi tamburi messi insieme, musica africana. Ragazzi si avvicinano, guardano, scoprono, battono sui tamburi, poi ballano alla loro musica.

Lello Voce è un poeta. Insieme a Maria Attanasio ha curato la parte dell'iniziativa che si conclude ufficialmente oggi ( ma chissà che succederà in seguito?) che ha visto i poeti nelle scuole.
Lello Voce è un ragazzo di Napoli, scrive testi per canzoni e ieri sera, a palazzo Biscari, per il reading di poesia, ha recitato una suo testo arrabbiato e intenso, che rendeva musica le parole e i versi, una riuscita contaminazione di spagnolo, napoletano italiano. L'ha dedicato ai ragazzi del carcere di Bicocca che incontrato in questi giorni. "Ai ragazzi" ha tenuto a precisare "non al carcere". Applausi da far venir giù gli affreschi e il lampadario in vetro di Murano del bellissimo salone antico, per lui e per gli altri poeti: Luciano Erba, Maria Attanasio, Gianni D'Elia, Evelina Schatz.…
Va in giro parlando al telefonino, occhiali, cappellino verde…

Mi sento salutare: è Mitsunu Hasegana, un giornalista giapponese che vive a Roma, corrispondente di due riviste giapponesi di cui non mi sono fatta dire neanche il nome, tanto sarebbe stato lo stesso. E' arrivato ieri sera, l'ho incontrato alla festa organizzata dopo il reading a palazzo Biscari nei locali della scuola Campanella-Sturzo. Vive da sei anni in Italia, parla benissimo l'italiano, ma teme che non sia così. Quindi scandisce le parole e si mette in ascolto con grande attenzione, per paura di non capire. Mi accorgo di scandire anch'io le parole, di alzare un po' il tono della voce, come se parlassi con uno che non ci sente bene. Anche lui guarda felice e meravigliato. Gli ho chiesto di farmi avere il suo pezzo…

Paola ha i capelli folti, neri, lunghi. e' studentessa all'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria . Mi spiega con molta chiarezza il mondo in cui hanno pensato e stanno realizzando il loro dipinto: hanno scritto con lo spray una serie di parole associate alla bellezza: donna, bambino…poi hanno versato i colori e ognuno li sta mischiando a modo proprio, ma i colori sono gli stessi e quindi dieci metri di tela, dipinti da quattro o cinque studenti sembrano fatte da una mano sola…

Antonella Barresi abita e lavora a Librino, alla scuola elementare Pestalozzi. Fa parte dell'Arcerp Associazione Rebecca Cultura Educazione Ricerca Programmazione. E' stato bello lavorare con Presti, coi ragazzi, coi poeti. E il lavoro di volontaria nell'associazione ha guadagnato un nuovo senso.

Stefania e Maria sono del Liceo scientifico di Giarre. Che ve ne pare? E' bello, è… bello.
Hanno scelto di rappresentare il mare - siamo in Sicilia no?

Gianni D'Elia l'ho conosciuto lo scorso anno, sul Treno dei poeti. Le mie alunne erano entusiaste.
Ha scritto alcuni volumi di poesia per Einaudi, Sulla Riva dell'epoca, Segreta, Congedo della vecchia Olivetti, Notte privata.
Gli parlo della nostra rivista, ostenta disprezzo per il mezzo (Computer, Internet) e dice che scrive sulla lettera 32. Poi però ci regala un verso, a noi di girodivite e ai ragazzi di Librino che oggi pasticciano e si imbrattano con i colori:
E questo è il sogno della città che viene.

 

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