Giro90
Zerobook
Tuffo nel passato
di cesare piccitto
Titolo: "Lettera a mio
figlio sul senssantotto" Autore: Mario Capanna
Casa Editrice: Rizzoli
Anno: 1998
Pagine: 166
L'ultimo
libro che ho letto è stato: "Lettera
a mio figlio sul sessantotto". Di questo
libro ne ho sentito parlare circa quattro anni
fa, al momento della sua uscita. Il testo mi colpì
molto, poiché m' interessava tutto quello
che trattava di quegli anni, soprattutto senza
la solita retorica tipica di altre pubblicazioni
dello stesso genere. Avendo letto diversi testi
cercavo un approccio differente su un delimitato
periodo ormai storico. Dopo averlo letto tutto
di un fiato posso affermare di aver trovato ciò
che cercavo. L'autore (uno dei leader del sessantotto)
racconta e trasmette la parte romantica di quei
formidabili anni. Infatti non si limita, come
la maggior parte di coloro che si confrontano
col passato, a puri sguardi nostalgici o bilanci
più o meno positivi.
Quest'aspetto fondamentale
lo si ricava dall'impostazione epistolare del
libro e dall'autore che narrando si rivolge al
proprio figlio. Capanna rievoca gli episodi più
importanti di tale periodo contestualizzandoli
con ciò che accadeva nel mondo. Descrive
passioni e desideri che attraversarono buona parte
di quella generazione.
Vi è un parallelo
tra visione oggettiva dei fatti ed episodi personali
in un crescendo che appassiona il lettore. Straordinaria
conoscenza del periodo storico, grande consapevolezza
di aver vissuto degli eventi importanti che avrebbero,
se non modificato, sicuramente segnato la storia
del mondo. Emerge la volontà di raccontare
e lasciare ai propri lettori, uno spaccato di
quegli anni visti non con gli occhi della ragione
ma con quelli dell'anima. In ultimo l'incoraggiamento
al figlio, nel quale identifica tutta una generazione,
a lottare contro le ingiustizie senza l'arroganza
di chi è più anziano e saggio, ma
con l'affetto di un padre mai rassegnato a un
figlio apparentemente smarrito.
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