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Giro90
Boicotta
Compri cose di cui non hai bisogno
"Sei obbediente. Sei
un consumatore. Compri spazzatura della quale
non hai alcun bisogno. Compri un paio di scarpe
da tennis da 200 dollari, perché le usa
Magic Johnson. E non rompi le scatole a nessuno.
Se vuoi uccidere quel bambino che sta vicino a
casa tua, fallo pure, questo non ci preoccupa.
Ma non cercare di depredare i ricchi. Uccidetevi
fra voi, nel vostro ghetto. Questo è il
trucco. Questo è ciò che i media
hanno il compito di fare. Se si esaminano i programmi
trasmessi dalla televisione si vedrà che
non ha molto senso interrogarsi sulla loro veridicità.
E infatti nessuno si interroga su questo. L'industria
delle pubbliche relazioni non spende miliardi
di dollari all'anno per gioco. L'industria delle
pubbliche relazioni è un invenzione americana
che è stata creata all'inizio di questo
secolo con lo scopo, dicono gli esperti, "di
controllare la mente della gente, che altrimenti
rappresenterebbe il pericolo più forte
nel quale potrebbero incorrere le grandi multinazionali".
Questi sono i metodi per attuare questo genere
di controllo." *
La pressione che ci sentiamo addosso
di continuo e che, nostro malgrado, ci spinge
ad essere sempre più omologati, globalizzati,
irreggimentati verso il modello unico del consumatore
planetario, non è il frutto di una naturale
tendenza dell'essere umano all'omologazione, bensì
è il risultato di una imponete e devastante
guerra mediatica-psicologica che solo negli USA
ha un costo di 200 miliardi di dollari sotto la
voce pubblicità.
Il più grande mercato sono
gli Stati Uniti d'America dove hanno base le maggiori
corporation, che hanno di fronte una società
globale collegata in tempo reale alla quale non
possono rispondere offrendo prodotti diversificati
a seconda dei gusti o delle usanze locali (e qui
quando parliamo di usanze locali non pensiamo
a qualche piccola popolazione amazzonica, ma ad
italiani, francesi, indiani etc.).
<Immagine: bomb the mall>"Per
promuovere una domanda mondiale di prodotti americani,
è necessario creare un sistema di bisogni
su scala planetaria. Per Coca-Cola, Marlboro,
Nike, Levi's, MTV, Pepsi o McDonald's vendere
prodotti americani significa vendere l'America,
la sua presunta prosperità, le stelle di
Hollywood". **
Per evitare generalizzazioni è
meglio specificare qualche caso.
Le campagne pubblicitarie delle multinazionali,
quegli spot da paura, non ci propongono prodotti,
ma ci vendono, tramite i prodotti, esistenze virtuali,
stili di vita immaginari. Ad esempio gli ultimi
spot della Nike ci vendono una vita "ribelle"
e "teppista", ma la campagna è
stata studiata per un tipo di consumatore che
spesso la cosa più ribelle e teppista che
fa è parcheggiare la macchina in doppia
fila o sul posto riservato ai portatori di handicap.
Ma compriamo quelle scarpe, quella felpa e saremo
subito Michael Jordan o Ronaldo anche se siamo
dei pipponi che non prendono la porta neanche
da un metro. Ugualmente McDonald's non ci prova
nemmeno a decantare la "bontà"
del cibo-spazzatura che propina alla clientela
(in teoria paghi per quello), McDonald's vende
(o spaccia) soprattutto SICUREZZE a basso costo
in un epoca dove non sei sicuro se domani lavorerai
ancora o se la casa in cui abiti dopodomani la
potrai ancora pagare, o se domattina nella casa
che occupi ti sveglierà la celere. Mentre
da McDonald's hai la sicurezza di trovare in ogni
fottuto anglo del mondo lo stesso identico negozio,
con lo stesso identico menù e lo stesso
identico sorriso "come da contratto"
dei commessi. Starà poi alle campagne pubblicitarie
il compito di distruggere le abitudini della comunità
locale ed adeguarli a quelli globali delle corporation.
Così se per tradizione millenaria nei paesi
mediterranei il pasto rimane un lungo evento in
casa e fuori altrettanto McDonald's vende nei
suoi spot una "atmosfera familiare",
che rimane solo negli spot, nei suoi "ristoranti"
poi lo stile è lo stesso di Londra o di
Hong Kong... a meno che a realizzare una "atmosfera
familiare" basti qualche realizzazione cartotecnica
o una disposizione dell'arredamento frutto di
studi di marketing decennali. Avete mai visto
un commesso di McDonald's durare così tanto
da arrivare a salutarlo quando vi serve? NO MAI!
Perché in quelle condizioni di lavoro...
per essere sempre così sorridenti e gentili,
con quella paga miserabile, più di due
mesi non resisti. Mentre nelle trattorie che frequento,
dove ho trovato un ambiente che mi piace, vedo
da anni lavorare le stesse persone. Certo è
tutto più rischioso... può darsi
che domani la pizza mi arrivi un po' bruciata
o con qualche oliva in più, o in meno,
o che al cameriere quel giorno gli roda un po'
il culo, ma sono rischi che posso correre prima
di trasformarmi in un obbediente robottino consumatore.
Lo stesso identico discorso può
essere applicato a moltissime situazioni dove
il mondo delle corporation sta attaccando le comunità
locali... un altro luccicante esempio di McWorld
è BLOCKBUSTER, la catena mondiale di noleggio
videocassette. Dentro questi negozi entri gratuitamente
nel sogno americano; luci sfavillanti (le stesse
di McDonald's), meraviglie in cartotecnica (le
stesse di McDonald's), commessi sorridenti e gentili
(gli stesse di McDonald's) e poi pop-corn, cappellini,
bicchierini, magliettine.. tutto l'occorrente
per essere uguale ai personaggi patinati del film
che affitterai, ma aldilà del "sogno
americano", la tua indole mediterranea è
forse più portata ad un atteggiamento del
tipo "frittatona con cipolle, peroni gelata
e rutto libero", oppure il sogno americano...
una volta arrivati negli USA ci si potrebbe sbriciolare
quando entriamo in una videoteca come quella raccontata
in "Clerks", oppure invece di trovarci
tra le luci di McWorld ti trovi sotto i colpi
dei manganelli elettrici della polizia di L.A..
Nella pubblicità non c'era? Diteglielo
agli Albanesi che sono sbarcati anni fa in Puglia
e che cercavano "il Mulino Bianco" o
Mara Venier in abito da sera ed invece si sono
trovati davanti un popolo che ogni giorno si deve
inventare come svoltare la giornata, con le buone
o con le cattive.
Ma nel mondo pubblicitario di McWorld,
alcuni particolari, vengono omessi, così
se vuoi avere un fisico che sia perlomeno vicino
a quelli che hai visto girando i canali del tuo
televisore o le pubblicità di qualche rivista
tipo Panorama, Espresso o Time o qualsiasi altra,
dovrai sottoporti ad un regime alimentare nazista,
questa sì una vera e propria "obsession",
a base di crusche, fermenti e germogli e se poi
al raggiungimento dell'obiettivo l'anoressia è
dietro l'angolo e il fisico è ridotto ad
un palloncino raggrinzito, potrai sempre credere
di vivere nel rutilante mondo dell'alta moda,
basta comprare la griffe giusta e sei subito Naomi,
Laetitia, Kate & C. anche se poi passi dieci
ore al giorno in uno studio commercialista con
il solito contratto "acrobatico" e la
tua casa non si trova proprio a Beverly Hills,
ma il tuo quartiere somiglia di più a Compton
o a quelli della banliues parigina.
Insomma nessuno di noi può
sperare di rimanere immune o di non essere toccato
da questo spiegamento di forze e di mezzi, almeno
fino a che non riusciremo a svelarlo ed a capire
che per non finire centrifugati (questa è
la sensazione che si ha all'uscita di un centro
commerciale tipo Auchan, I Granai o Cinecittà
2) occorrono dei cambiamenti radicali, opposizioni
radicali, ma soprattutto e fin da adesso occorrerebbe
fare lo sforzo di ragionare con il nostro cervello,
oramai semi atrofizzato o sovraccaricato di dati
riguardanti magari 400 modelli di telefonini e
relative tariffe, 300 tipi di profumi oppure gli
schemi tattici di tutte le squadre di serie A
europee. Capire alla fine che tutto in questo
pianeta è concatenato e che alla nostra
battaglia e che alla nostra resistenza dobbiamo
oramai dare una visione globale. Agire localmente
e pensare globalmente. Oggi è così
evidentemente sempre più vero!
Come faccio a commuovermi e ad
indignarmi sentendo le notizie che riguardano
la prostituzione di bambini in estremo oriente
o in Brasile e poi andarmi a mangiare il mio bel
BigMac, lo farò, fino a che non so che
i bambini che fabbricano in Vietnam i gadget Disney
in "omaggio" da McDonald's vengono pagati
1000 dong (8 cent) l'ora mentre la McDonald's
quest'anno ha diviso tra i suoi schifosamente
ricchi maggiori azionisti utili per miliardi di
dollari, che per la mia felpa di Pocahontas fabbricata
ad Haiti a 5.500 chilometri di distanza dai begli
uffici californiani di Disney, migliaia di giovani
lavoratrici, poco più che quindicenni,
lavorino alla confezione di abbigliamento a marchio
Walt Disney per uno stipendio di circa 27 centesimi
(430 lire) l'ora.
E' allora che di fronte alla brutalità
del lavoro schiavista l'alternativa, quando c'è,
è quella della prostituzione, oppure quando
in Brasile invece di coltivare cibo per la sussistenza
della popolazione viene coltivato il foraggio
e le terre vengono utilizzate dai grandi latifondisti
per far pascolare i manzi dei nostri hamburger,
o per coltivare il caffè dei nostri intervalli.
Le popolazioni vengono così spinte verso
la foresta o verso le favelas a ridosso delle
metropoli dove una parte finisce per dover vendere
se o i propri figli al turista sessuale o al ricco
locale per mettere insieme il pranzo e la cena,
o più spesso, uno dei due.
Fino a quando continueremo a vedere solo RONALDO
e non tutto quello che c'è dietro, difficilmente
riusciremo ad ottenere cambiamenti che vadano
oltre la frequenza di sfarfalli del nostro televisore
o una forma più ergonomica per il nostro
telecomando.
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o* Noam Chomsky - "Il potere dei media"
- Vallecchi editore 1994
o** Benjamin R. Barber - "Cultura McWorld
contro democrazia" - Le Monde Diplomatique
Settembre 1998
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