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Giro89
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare
di riccardo orioles, 6 maggio
2002 , n.125
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Cronaca. Lorient. "Un vigile en prison pour
avoir torture' son chien".
Un vigile di 32 anni, Michel Nore, e' stato condannato
a otto mesi di
carcere, di cui due condonati, per avere torturato
il suo cane. L'uomo,
dopo averlo selvaggiamente picchiato, aveva appeso
l'animale a un
gancio nel suo garage, lasciandolo sospeso la' con
le zampe posteriori
che toccavano appena terra. Avvertite dai vicini,
le forze dell'ordine
sono intervenute denunciando il vigile, che e' stato
successivamente -
e rapidamente - processato.
Nessun sindacato di vigili e nessun ministro e'
intervenuto in difesa
del Nore, che adesso verra' radiato dal corpo dei
vigili per indegnita'
morale.
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Cronaca. Villepinte. Un colpo di pistola e' stato
sparato nelle prime
ore del giorno, contro la moschea di Villepinte
(Seine-Sant-Denis). Il
proiettile ha attraversato uno dei vetri blindati
del luogo di culto.
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Cronaca. Sarcelles. Un incendio ha devastato l'atrio
della scuola
ebraica di Sarcelles (Val-D'Oise), senza fare vittime.
L'istituzione
ebraica Tipheret Israel ospita una scuola materna,
una scuola
elementare e un liceo. Il sinistro potrebbe essere
d'origine criminale.
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Cronaca. Melun. Circa 120 persone, per lo piu' zingari
originari della
Romania, hanno manifestato ordinatamente davanti
alla prefettura di
Melun (Seine-et-Marne). Ottanta famiglie Rom vivono
da piu' di dieci
anni in una bidonville presso Senartt, una cittadina
del dipartimento.
Chiedono una convenzione per la scolarizzazione
dei loro figli.
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Maggio francese.
Ma io quel ragazzino lo conosco: quello piccolo
la', che corre
diagonalmente verso il corteo, cosi' veloce che
nessun CRS e nessun
facho di questo mondo potra' mai acchiapparlo. Corre
cantando qualcosa
di cui distinguo solo le rime in "aire"
e in "au": e' "svelto, sveglio,
spiritoso", e nero; e' tanto parigino quanto
la baguette o il pave'.
Forse si chiama Abdul, forse Ahmed, non lo so; ma
in questo preciso
momento, il suo nome - vecchissima conoscenza -
e' Gavroche.
* * *
Sono stati i ragazzi di Francia, ma piu' ancora
degli universitari i
liceali, piu' ancora dei ragazzi i ragazzini, a
mettere nel sacco Le
Pen. Le Pen a cui gli adulti della sinistra avevano
aperto le porte
dividendosi, cavillando, mettendo la testa sotto
la sabbia in tutti i
modi, e che la destra perbene, quella "tricoloreuse"
di Chirac, aveva
infine usato essenzialmente come un regalo della
provvidenza per
mantenere insperatamente la poltrona.
Quando la campana ha suonato, la prima reazione
degli adulti e' stata
il panico; quella dei ragazzi, scendere subito in
piazza. E' stato
questo che ha svegliato la Francia, che dormiva:
nel giro di
ventiquattr'ore, l'unione contro Le Pen e' diventata
corale. Faceva uno
strano effetto leggere gli editoriali ben calibrati
del Figaro e di Le
Monde, gli interrogativi eleganti, i giochi, le
distinzioni; Chirac che
fondava il partito di Chirac-uno-e-solo, Jospin
che ci metteva tre
giorni prima di dire "votate contro Le Pen",
l'Arlette oca giuliva che
proclamava "abbiamo vinto! il centrosinistra
non c'e' piu'"; e in
questa vera catastrofe della sinistra e dei moderati,
in questa
bisanzio politica davanti ai fascisti schierati,
arriva impetuosamente
dalle piazze l'appello alla lotta dei liceali. "Allons,
enfants...":
chi ha scritto la Marsigliese davvero sapeva leggere
nel futuro del suo
paese.
* * *
La cosa che piu' faceva, nelle manifestazioni spontanee
di queste due
settimane, era la sobrieta', la serieta' per niente
giovanilistica dei
cartelli, degli slogan, delle canzoni. A differenza
dell'altra volta,
quando nei manifesti di sinistra si invocavano indifferentemente
la
"cause du peuple" e Mao, con tutto quel
di allegro, di giocoso, di
simpatico, ma anche di vagamente goliardico che
ci stava dentro.
"Epater les bourjeois"; donde, alla fine,
i Rossella e i Mieli. Ora,
invece, nessuno vuole "epater" nessuno;
anche nei cortei piu' giovani,
vedi soprattutto una sobria e ferma determinazione.
Piu' "republicain" che "gauchiste"
(ma non traducete letteralmente: non
e' possibile) eppure profondissimamente di sinistra.
Ecco: qualcosa di
adulto, molto piu' adulto della sinistra dei "grandi".
Nelle scritte
sui muri, uno dei piu' citati e' Victor Hugo.
* * *
(Le Pen: prendete un Bossi, un Sgarbi e un questore
Perugini;
aggiungete del Deuxieme Bureau e del Sismi e spruzzate
un bel po' di
padroncino. Mescolate e riscaldate finche' non raggiunge
le dimensioni
desiderate).
(Chirac: beh, un Andreotti senza mafia. Qui d'altra
parte mafia non ce
n'e', salvo un po' di malavita retro' in Corsica
e a Marsiglia che si
cerca di usare meglio che si puo'. Molto meno ironico,
comunque, e meno
gobbo.)
* * *
Chirac-Jospin, avrebbe vinto Jospin. Le Pen, vecchio
politico, ha
giocato su questo e ha sfruttato sapientemente (salvo
poi denunciarli
per dividere gli avversari) una rete di notabili
locali, tollerati o
forse anche insufflati dagli ambienti chiracchiani
(Le Monde parla
senz'altro di utilizzo della massoneria). Chirac,
a sua volta, ha
lasciato prendere il volo a Le Pen e poi, senza
concedere nulla alla
sinistra, s'e' garantito gratis il suo appoggio
per l'elezione, e
soprattutto per il dopo; avra' una forte (ma non
monolitica, e in buona
parte manovrabile) opposizione alla sua destra,
ma solo isole sparse
alla sua sinistra; le proteste sociali, che egli
come ogni altro
governante globalizzato mette nel conto, non daranno
benzina al
pericolosissimo ed efficiente (e, particolare non
trascurabile,
ugonotto) Jospin ma a un demagogo legato ai "patrons"
(monsieur Peugeot
e' ospite fisso alle feste nel castello di Le Pen)
nonche' alla destra
cattolica, che dall'Opus Dei in poi non e' priva
di ascolto nella Curia
romana.
Di fronte a questi due politiciens efficientissimi
e spietati (e
mascalzoni: il carnet penale di Le Pen e quello
di Chirac gareggiano in
"escroqueries" di milioni), gli uomini
della sinistra hanno fatto la
parte degli sprovveduti. Jospin, sicuramente di
sinistra e ottimo
amministratore, ha semplicemente dimenticato il
fatto di avere meta'
della sinistra fuori dal suo partito e un terzo
della societa' fuori
dalle sue provvidenze sociali. Questa meta' della
sinistra e questo
terzo della societa' se ne sono andate per conto
loro senza che egli
minimamente se ne accorgesse o tentasse qualcosa
per legarle - come gli
era possibile - a se'.
* * *
("Je n'ai volu pas voter, c'est la faute a
Voltaire, je n'ai vu pas le
facho, c'est la faute a Rousseau...")).
* * *
Trotskisti, comunisti, verdi, radicali (l'elenco
non e' in se'
dispregiativo, anzi: la sinistra plurale e' una
bella cosa) e
quant'altro, con la loro felice irresponsabilita',
hanno fatto il
resto: ciascuno deciso a guadagnare il piu' possibile
in termini di
visibilita' personale, nessuno preoccupato dell'immediato
- e non
percepito - pericolo comune. (Delle liste giulive
francesi, ben tre si
richiamavano al trotskismo: ignorando che nella
realta' il Trotski vero
si batte' disperatamente per indurre socialdemocratici
e comunisti
tedeschi a far fronte unico contro i nazisti).
E' come se, in una citta' liberata dai partigiani
dopo aspri scontri, i
garibaldini pensassero per prima a organizzare una
bella sfilata con
tanto di bandiera in testa; e intanto quelli di
giustizia e liberta'
facessero un bel comizio sugli ideali repubblicani,
i badogliani
l'alzabandiera con tromba e cosi' via. E mentre
tutte queste belle e
gratificanti - per i comandanti - cerimonie si susseguono,
nessuno
resta a presidiare le strade e i posti di blocco
in periferia: tanto i
tedeschi, si pensa, sono ancora lontani.
Solo i ragazzi, in Francia, hanno percepito subito
e pienamente la
gravita' del pericolo. Non hanno perso un attimo
a discutere il se e il
come. Sono corsi subito in piazza, tutti insieme.
Sono stati loro gli
unici saggi, l'unica vera sinistra.
* * *
("Ecco un altro scellerato".
"Ma guarda un po' che furfante d'un moccioso!".
"Non son tranquilli se non rovesciano l'autorita'!".
Gavroche, sdegnoso, si limito', per rappresaglia,
a sollevare col
pollice la punta del naso aprendo tutta la mano).
* * *
Non e' piu' possibile usare le elezioni come momento
di
autoriconoscimento di nicchia. Tutte le elezioni,
ormai, sono dei
referendum. Non c'entra il sistema elettorale; il
bipolarismo, e' nella
struttura. La societa' e' cambiata, la democrazia
non e' affatto piu'
il suo stato naturale. Siamo - padroni contro masse,
napoleoni terzi
contro cittadini - molto piu' dentro Marx di quanto
ci piacerebbe
credere. Siamo spaccati in due classi, con l'unico
problema che, per
nostra pigrizia, non sappiamo piu' quali esse siano.
Un giorno,
torneremo a saperlo. Nel frattempo, pero', dobbiamo
difendere i diritti
minimi e la democrazia.
Questo, qui ed ora, comporta l'unita'. Essa nasce
piu' facilmente fra i
giovani e fra i senza-diritti che non fra gli integrati
e gli adulti;
piu' facilmente nella strada che fra i partiti.
Essere "di rifondazione" o "dei ds"
implica, in senso politico, un
privilegio. Essere "di sinistra" invece
implica rimettersi in gioco, a
pelle nuda. Qui ed ora. In Francia i ragazzi semplicemente
"di
sinistra", nei fatti, sono stati molto piu'
di sinistra della sinistra
targata. C'e' un senso profondo, dentro di cio'.
* * *
La globalizzazione, infatti, e' anche questo. La
democrazia elettorale,
in cui siamo cresciuti, e' sotto tiro esattamente
come le nostre
vecchie osterie, che vengono trasformate in McDonald.
Le elezioni, che un tempo erano delle feste popolari
in cui ogni
sfumatura politica trovava posto, adesso sono state
trasformate di
fatto in referendum (quando va bene: il presidente
degli Stati Uniti
viene eletto da magistrati).
A me questo non piace. Ma non posso ordinare tortellini
al sugo in un
McDonald. E non posso far finta che l'elezione-referendum
siano ancora
le elezioni a tutto campo di prima. Posso scegliere
solo,
rudimentalmente, fra freno e acceleratore. Posso
solo evitare di finire
sfasciato contro un muro.
E' la situazione dell'Ottocento: si votava si',
ma si votava solo fino
a un certo punto. Non c'era il suffragio universale
e non votavano -
per esempio - le donne. Oggi, gran parte della popolazione
e' esclusa
di fatto, con l'alienazione culturale, dal diritto
al voto. E il voto
e' limitato a occasioni sempre piu' circoscritte,
in cui peraltro le
opzioni sono poche, generalissime e raramente coincidenti
con le scelte
concrete che la societa' via via va affrontando.
Ma allora... La sovranita' popolare, la scelta dei
cittadini, il
diritto alle idee? Un giorno, quando saremo riusciti
a conquistare
qualcosa di analogo a quello che fu allora il suffragio
universale
(quando cioe' saremo in grado di utilizzare per
la democrazia le
tecnologie) potremo tornare a usare pienamente le
elezioni. Oggi come
oggi, sono solo un momento in cui si dice si' o
no e le gradazioni
intermedie non sono ammesse. Servono solo per la
difesa, e vanno
vissute con serieta' e senza illusioni.
Come per i lavoratori dell'ottocento, pero', le
cose non finiscono qui.
La societa' civile e' sempre piu' regno nostro;
e' nostra la
possibilita' di riorganizzare, giorno per giorno,
il lavoro; e' nostra,
soprattutto, l'economia reale. Basta infatti un
tre-quattro per cento
di spostamento nel consumo di un dato prodotto perche'
l'azienda che lo
produce - e che detiene il potere reale - vada in
crisi. I compagni,
nell'ottocento, lo sapevano bene: facevano le elezioni
ma anche, e
soprattutto, le cooperative, i sindacati, i boicottaggi.
Questa e' la strada. Su questi terreni possiamo
non solo contrastare
efficacemente la destra, ma anche mettere in condizioni
di non far
troppo danno i vip, i fighetti e i baroni della
stessa sinistra.
* * *
Di boicottaggio, in particolare, si comincia a parlare
appena ora. Se
ne parla in termini ancora politichesi e poco comunicativi
(l'elegante
"pasta Cunegonda" di Umberto Eco) ma se
ne parla. Cambiamogli nome,
troviamo qualcosa di piu' "moderno" e
immediato; facciamo dei comitati
etici non di sinistra, ma indiscutibilmente indipendenti;
facciamo
campagne non contro "i padroni" in genere
o contro Mediaset o
Berlusconi ma contro degli episodi (pochi e ben
scelti) assolutamente
evidenti di uso stronzo del meccanismo pubblicita'-potere;
poniamoci
l'obiettivo *realistico* di raggiungere quel tre-quattro
per cento, per
una decina di aziende precise, entro non piu' di
un anno. Questo lo
possiamo fare.
* * *
Va bene, basta cosi'. "Il dibattito no!".
Chiudiamola sui visi dei
ragazzini di Parigi, bianchi, neri, marroni, di
tutte le gradazioni. Un
corteo piu' rivoluzionario ancora dei miei, che
erano di un colore solo
e dentro di se' nascondevano anche facce di futuri
licenziapopolo e
notai. C'e' stato un momento in cui ho avuto l'impressione
precisa di
essere uscito un attimo dal corteo - "compagni
vado a comprare il
tabacco e torno". Il tempo di andare e venire,
ed erano passati
trent'anni. Ma mi son messo a correre, ed eccomi
di nuovo la' dentro.
"Ce n'est - qu'un debut". Si', comincia
ora.
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Quale delle frasi elencate sotto contiene un errore?
A) L'Italia e' l'unico paese occidentale in cui
- come oggi -
scioperano i magistrati.
B) L'Italia e' l'unico paese occidentale dove la
mafia ha ammazzato
tutti i principali magistrati.
C) L'Italia e' l'unico paese occidentale in cui
un presidente della
Repubblica, per farsi vedere spiritoso, definisce
i magistrati
antimafia "giudici ragazzini", un mese
prima del loro funerale.
D) L'Italia e' l'unico paese occidentale dove un
ministro del governo
dichiara che i magistrati sono un pericolo, e che
bisognerebbe
sostituirli con gli sceriffi.
(Soluzione: tutt'e quattro. L'errore e' il termine
"paese occidentale").
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"Noi siamo le colonne". Il Bossi e i boss.
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(Un particolare. Nell'accusare la magistratura,
come in genere in altri
casi, Bossi utilizza largamente metafore sessuali.
"La magistratura
cerca il potere guardando dal buco della serratura,
a me i guardoni non
sono mai piaciuti". L'uso di terminologia sessuale
da parte di Bossi
non e' mai interiettiva ("cazzo" ecc.)
ma sempre descrittiva e
contenutisticamente insistita. Uno psicanalista
qui avrebbe da
lavorare).
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Detroit. La Fiat continua a precipitare in Borsa.
Dopo Fiat (Italia),
General Motors intanto compra anche Daewoo (Corea).
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Mosca. Proposta di legge alla Duma (il "parlamento"
locale) per tornare
a inserire nel codice penale il delitto di omosessualita',
introdotto
dagli zar, eliminato da Lenin, rimesso da Stalin
e rieliminato da
Gorbaciov.
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Pechino. Il viceministro del lavoro cinese, Wang
Dongjin, prevede
un'esplosione della disoccupazione in Cina nei prossimi
quattro anni.
Le valutazioni di Wang, espresse nel corso di un
simposio con operatori
stranieri, si basano sulla previsione di difficolta'
occupazionali
aggravate dall'adesione della Cina alla Omc (Two),
che dovrebbero
tuttavia risolversi - secondo il governo - nel giro
di una decina di
anni.
Attualmente le statistiche ufficiali parlano di
circa dodici milioni di
disoccupati; gli esperti stranieri ritengono che
il numero vada
collocato fra i diciassette e i venti milioni di
persone, circa l'otto
per cento della popolazione urbana attiva. La cifra,
in ogni caso, e'
destinata nei prossimi anni a un incremento annuale
di circa quattro
milioni di unita', dovuto alla differenza fra il
numero dei giovani che
entrano sul mercato del lavoro e il numero dei nuovi
posti che il
mercato e' in grado di offrire: rispettivamente
otto e dodici milioni
di unita' l'anno.
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Parigi. Il governo israeliano ha deciso di sostituire
il proprio
ambasciatore a Parigi, che rientrera' quindi in
patria fra alcuni mesi.
L'ambasciatore, l'anziano storico Elie Barnavi,
era stato nominato dal
precedente governo laburista e viene considerato
poco affidabile dal
governo attuale, che lo accusa di non sostenere
abbastanza la politica
di Sharon.
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I tre quattordicenni di Netzalim, presso Gaza. Con
due coltelli, una
scure e una carica di rudimentale esplosivo sono
stati sorpresi dai
soldati mentre strisciavano sotto i reticolati di
un insediamento di
coloni. "Mamma, prega per me", l'ultima
lettera di uno di loro. "Su
cose come queste dovremmo riflettere tutti",
ha detto - persino - un
esponente di Hamas.
* * *
< Omar Jada, un ragazzo palestinese, si tuffa
per salvare un bambino
israeliano che sta per annegare nel lago di Tiberiade.
Riesce ad
afferrare il bambino e a passarlo ad un uomo sulla
riva. Lui, che non
sa nuotare, comincia ad annaspare e infine annega.
"L'ho stretto forte
per restare a galla. Aveva un costume rosso. Non
dimentichero' mai il
suo viso" ha detto il bambino salvato, Gosha,
che ha sei anni. "Mio
figlio forse adesso e' con Dio - ha detto il padre
di Omar - Arabi,
ebrei... siamo tutte creature sue" > (San
Libero, agosto 2000).
* * *
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Marco Reggiani wrote:
< E' stupefacente come il numero delle braccia
rubate alla terra sia in
continuo aumento. Lei ne e' un fulgido esempio.
Ma la colpa NON e' Sua. E' di chi come me perde
(anche se solo una
volta) il tempo a leggere parole faziose e qualunquiste
come le sue.
Sentire parlare di legge e legalita' da chi come
Lei e' senza dubbio un
bell'erede del Comunismo con la C maiuscola fa tenerezza
e ribrezzo
nello stesso tempo. Se non fosse patetico sarebbe
da compatire. >
* * *
Elvica wrote:
< se sei comunista "vero" dovresti
tralasciare queste stronzate che
dici o che riporti. berlusconi col fascismo non
ha niente a che vedere
ed i vari d'alema, bertinotti, curzi - moretti /
parietti non hanno
NIENTE a che vedere col comunismo... impiega il
tempo diversamente... >
* * *
Sergio Corradi wrote:
< Sono un militante del PRC e non sopporto piu'
la tua spocchia contro
di noi. Va al diavolo e cancellami dalla tua mailing
list >
* * *
Gianni di Imola wrote:
< Ne ho sentite tante, ma che il bertinottismo
(categoria stupidamente
semplificatoria che mi ricorda alcune di un infausto
passato
(culturame, panciafichisti, ecc.) abbia causato
la "vittoria" di Le Pen
alle presidenziali francesi mi pare davvero una
sciocchezza. se, oltre
a tranciare giudizi, sei in grado anche di ascoltare
potremmo parlarne
>
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I muri del maggio.
"Victor Hugo, Louise Michel,
Jaures etc... au socours!"
* * *
"Le gros facho/ a deja prostitue Jeanne/
mais il n'aura jamais Marianne"
(Jeanne d'Arc e' stata presa d'autorita' a proprio
simbolo da Le Pen)
* * *
Touts les skinheads ne sont pas des fachos!"
(la firma: il disegno di un elmo da oplita greco...)
* * *
"J'ai quinze ans, pensez a mon avenir"
* * *
"Pas de detail contre Le Pen"
* * *
"Immigre', ne nous laisse pas seuls avec
les francais"
* * *
"Au pais des aveugles, le bourgne fait fuhrer"
(bourgne = guercio)
* * *
"Premier tour, la merde. Deuxieme tour, tire
la casse".
* * *
"Eh, la gauche, que risponde-tu aux gens
que Pen?"
* * *
"Je n'ai pu voter. Mon vote, c'est la rue"
* * *
"A television de merde, vote de merde"
(su un manifesto del Grande Fratello locale)
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it
-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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