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Giro89
Risonanze
L'erba Proibita
di ugo giansiracusa
L'erba Proibita, un film-documentario
di: Alberto Amato, Cristiano Bertone, Georges
Bottos, Candida tv, Renato Ciunfrini, Vincenzo
Cusumano, Nicola Condemi, Roberto De Franceschi,
Juan Gambino, Davide Gaudenzi, Francesco Menghini,
Daniele Mazzocca, Arturo Menichetti, Aliocha Marker,
Giandomenico Michilin, Marco Onorato, Gianni Russo,
Vauro, Guido Votano
In
un momento in cui si torna a parlare della Cannabis
e del suo uso terapeutico esce nelle sale italiane
questo film-documentario che, come recita il sottotitolo,
informa su "tutto quello che non vi hanno
mai detto" riguardo questa pianta.
E' di un paio di giorni fa la richiesta della
Giunta della Regione Lombardia al Governo e al
Parlamento italiano di rendere legale l'uso della
Cannabis a scopi terapeutici. E ci sono, infatti,
molte malattie e patologie in cui l'utilizzo dei
principi attivi della Cannabis si è rilevato
importante in alternativa a farmaci con effetti
collaterali notevoli e di scarsa efficacia. Parliamo
della terapia del dolore, nei casi di trattamenti
chemioterapici, per il glaucoma, per l'anoressia,
per il controllo dell'epilessia, per la sclerosi
multipla e svariate altre applicazioni. Non dimenticando
che alcuni dei principi attivi della Cannabis
si possono ormai produrre in laboratorio e che
in molti paesi l'uso di medicinali con questi
principi attivi è una cosa del tutto legale.
Ma il film indaga anche molti altri aspetti dell'uso
della Canapa. Dall'edilizia ai tessuti, dagli
usi alimentari a quelli cosmetici e perfino come
combustibile. Lo sapevate che una delle prime
autovetture della Ford camminava grazie a un combustibile
tratto da questa imprevedibile pianta?
Il film ci porta a spasso, con ironia e simpatia,
fra tutti gli utilizzi possibili, attraverso le
testimonianze di personaggi famosi e non. Dal
premio Nobel Dario Fo a Paolo Rossi, da un avvocato
anonimo che illustra come coltivare la Cannabis
al Dott. Salvatore Grasso presidente dell'"Associazione
per la Cannabis Terapeutica", da Zulu cantante
dei 99 Posse ai fratelli Bernardini fondatori,
a Pisoniano, del museo della Canapa, dal Dott.
Giampaolo Grassi dell' "Istituto Sperimantale
per le Culture Industriali" a Marco Pannella
e ancora Dario Vergassola, Tiromancino, Articolo
31, Sud Sound System e tanti altri.
E' facile immaginare che questo film provocherà
la reazione degli ambienti conservatori e benpensanti
del paese. Quegli stessi ambienti che stanno già
preparando una nuove legge da presentare in parlamento
in questi mesi. Una legge firmata Fini...
Caso più unico che raro, quindi, nelle
sale del paese sommerse da filmoni hollywoodiani
e da commedie vacanziere italiane vedremo un documentario.
E non un documentario qualsiasi... ma un documentario
su una delle piante più discusse e controverse
del pianeta. Un documentario che appassiona e
che fornisce realmente una notevole quantità
di informazioni e pareri e realtà che non
riescono mai ad arrivare al grande pubblico nutrito,
di solito, di pregiudizi e di affermazioni infondate
e senza alcun riscontro scientifico.
Abbastanza evidente, nel film, l'intenzione di
andare oltre la semplice liberalizzazione a scopi
terapeutici a favore di una liberalizzazione tout
court della canapa e dei suoi derivati (hashish
e marijuana). Una libertà che vada dalla
coltivazione al consumo contro una realtà
paradossale in cui lo Stato vieta, i consumatori
aumentano e le mafie si arricchiscono. Il documentario
ripercorre la storia, antichissima, della Canapa
al fine da illustrare come sia una questione di
pregiudizio ideologico la base del secco rifiuto
della società contemporanea verso questa
"erba".
Un film che sarebbe potuto durare ore e ore per
la grande ignoranza che si pone il compito di
colmare ma che in 90 minuti, circa, tocca una
notevole quantità di temi scottanti e discussi.
Con coraggio e passione, con la lucidità
di chi sa di combattere contro un sistema intero,
ma con la determinazione di chi è convinto
delle proprie ragioni. Contro una criminalizzazione
insensata che porta e ha portato in galera molti
giovani che hanno commesso il crimine di farsi
trovare con un paio di spinelli in tasca o con
una piantina in balcone. Contro una chiusura ideologica
ottusa che continua a rifiutare a migliaia di
persone la possibilità, a volte unica,
a curare le loro malattie o a lenire i propri
dolori.
Riaprire la discussione, quindi, anche provocando
se è necessario.
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