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Giro89
Movimento
Lettera a mio figlio dalla Palestina
Ti scrivo dalla Palestina,
la terra di Gesù e di tante altre grandi
persone che hanno vissuto qui. Ma guardando quello
che succede ora è difficile cogliere le
tracce della loro umanità. Vorrei raccontarti
favole che ti possano far sognare, ma non riesco.
La mia mente è piena di incubi e il mio
cuore è colmo di sofferenza. Qui c'è
una guerra, una brutta cosa, a cui tutti ci dovremmo
opporre. Nella guerra ci sono persone che uccidono
altre persone, ed è difficile parlare di
qualcosa che non sia la morte. Non devi preoccuparti
troppo per la tua operazione, in Italia ci sono
bravi medici. Qui i bambini feriti dai militari
spesso non riescono neppure ad arrivare in ospedale
perchè l'esercito blocca le ambulanze.
Anche se riescono a raggiungere gli ospedali non
sempre possono essere operati. A volte manca l'ossigeno,
anche quello può rimanere per giorni in
un ambulanza ferma fuori dalla città. Qui
i bambini per andare a scuola devono alzarsi molto
presto, quando tu ancora dormi e magari stai sognando,
perchè le città sono controllate
dai militari che spesso non li fanno passare.
Quando trovi questi militari per strada, ti devi
mettere in fila, file interminabili fin quando
il soldato non ti chiama e fa aprire le borsa
agli adulti, e li controlla sotto i vestiti, per
vedere se portano delle armi. Quelle stesse armi
che indossa e che utilizza quando è irritato
per la presenza di altre persone o per paura.
Quando succede questo i bambini si spaventano
e piangono. In queste città occupate dall'esercito,
c'è una cosa che si chiama "coprifuoco".
Nel coprifuoco ne i bambini ne i genitori possono
uscire da casa, neppure andare a fare la spesa,
e se gli capita di farlo rischiano che gli venga
sparato perchè hanno violato il divieto.
Per i bambini come te è difficile capire
questo, e a volte corrono a giocare davanti la
loro casa. Tu non hai mai visto una persona morta,
qui per i bimbi e' normale. Ti sto scrivendo perche'
quando guardo questi bambini ancor di piu' non
riesco a spiegarmi l'assurdita' della guerra,
e penso che potrebbero essere figli miei come
te. Mi chiedo perche' chi fa la guerra non ha
nessun pensiero e nessuno scrupolo verso di loro,
nonostante sia anche lui un genitore. So che nella
tua innocenza tu puoi comprendermi e puoi aiutarmi
a trovare la serenita' che tanta violenza mi ha
levato.
Giovanni - Comunita' Papa Giovanni XXIII
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