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Giro88
Palestina aprile 2002
"Beati": lettera a israeliani e palestinesi
Invio la lettera ai cittadini israeliani
e palestinesi scritta il 3 aprile da Gerusalemme
dai partecipanti di "Beati i Costruttori
di Pace" (don Albino Bizzotto, Lisa Clark,
Letizia Paterlini e Carmine Stillavato) all'azione
di pace "Action for Peace". I volontari
dei BCP sono stati presenti a Gerusalemme, Betlemme
e Ramallah nei giorni scorsi. Con preghiera di
pubblicazione. Grazie e buon lavoro!
Mariagrazia Bonollo - uff.stampa
BCP
348/2202662 - 0445/884091
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"Beati i costruttori di pace"
Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus
Iscritta al Registro Regionale delle OO.VV. (L.
Reg. Veneto n° 40/93) con D.P.G.R. n°
46 del 12/2/98 (N° Classificazione PD0331)
Associata al Dipartimento di Pubblica Informazione
delle Nazioni Unite
Lettera aperta
A tutti i cittadini di Israele e Palestina
Carissimi,
E' possibile in questo momento rivolgere a ciascuno
di voi, Palestinesi e Israeliani insieme, un saluto
amichevole ed affettuoso? Oppure per salutare
gli uni dobbiamo rifiutare gli altri?
Siamo semplici persone, le più diverse,
provenienti da vari paesi, noi in particolare
dall'Italia. Siamo venuti per esprimervi la nostra
solidarietà in questo momento drammatico.
Stiamo prendendo atto che la realtà è
ben più pesante e complessa di quanto avevamo
immaginato.
Sappiamo che non saremo noi a risolvere i vostri
problemi e i vostri conflitti (ne abbiamo a sufficienza
nel nostro Paese), ma la vostra realtà
da troppi anni è segnata da una violenza
le cui radici e responsabilità non sono
solo tra voi, ma sono anche internazionali. Il
desiderio e la volontà di condividere la
grande sofferenza di molti di voi ha prevalso
sulla nostra naturale paura dei rischi che possiamo
correre anche di fronte alle armi. Non abbiamo
alcun titolo per essere qui tra voi se non la
nostra umanità; eppure possiamo garantirvi
che in questo momento siamo accompagnati e in
qualche modo siamo i rappresentanti di tantissime
persone che con noi condividono la stessa sofferenza
e lo stesso impegno di pace, sconvolti per quanto
sta accadendo nella vostra terra.
Noi vi supplichiamo: scegliete la pace per un
futuro di vita nella convivenza. La pace non vi
arriverà, dovete sceglierla! E sapete che
la prima condizione passa attraverso il riconoscimento
pieno dell'esistenza, della pari dignità
e degli uguali diritti dell'altro. Non si possono
sottoscrivere accordi per non attuarli e violarli.
Voi sapete che i diritti delle persone e i diritti
sociali, politici, religiosi e culturali possono
essere realizzati solo se prima viene riconosciuto
reciprocamente il diritto ad esistere come due
popoli.
Dopo l'esperienza di anni e anni di violenza,
paura e ritorsioni, che hanno procurato solo morte
e distruzioni, ma che non hanno portato nessun
risultato per la soluzione del conflitto, sembra
arrivato il momento in cui si voglia affidare
solo alle armi e alla totale distruzione dell'altro
la soluzione definitiva di tutti questi anni di
storia travagliata. Per noi e per quanti nel mondo
stanno seguendo le vostre vicende è semplicemente
assurdo quanto sta avvenendo, è contro
la storia.
Sembra che solo la vittoria, intesa
come l'umiliazione e la morte dell'altro, possa
garantire la sicurezza e il futuro. E con un odio
che a volte porta al godimento della morte dell'altro,
in una spirale senza fine che arriva fino a contaminare
anche i bambini. Sembra che siate due popoli votati
al reciproco sacrifico.
Chi, con il pretesto della sicurezza, decide e
vi trascina nella guerra vi inganna doppiamente.
Nei fatti l'uso della violenza rende tutti terribilmente
più insicuri. Come strumento politico la
violenza apre un futuro di crimini, disintegrando
la società stessa che la produce, minando
alla base la fiducia nella vita e i valori che
la sostengono ed esponendo la società intera
all'isolamento e alla condanna morale di tutti
i popoli.
Non si può vivere della morte altrui. Proprio
in questi giorni molti di voi sentono quanto è
ingiusta la violenza che colpisce persone care
innocenti! Ma è proprio il grande dolore
che, più della rabbia e della paura, ci
fa capire la sofferenza e ci permette di riconoscere
l'umanità di chiunque viene ingiustamente
colpito. Proprio quando si tocca il fondo della
disperazione collettiva per tutte le vittime che
piangiamo possiamo scoprire la nostra comune umanità.
Sono troppi i giovani uccisi. E con loro anche
i genitori muoiono un po'. Per questo siamo vicini
a tutti coloro che, anche a costo di essere rifiutati
dalla propria Comunità, o di pagare con
la prigione le loro scelte, rimangono coscienza
critica, affinché non sia la violenza a
determinare le scelte politiche della società
e affinché l'opinione pubblica sconfessi
e si opponga alle scelte di guerra dei propri
governanti.
Non tacciateci da utopisti che non conoscono la
vostra storia. Sappiamo che scegliere la pace
sarà comunque un rischio, ma sarà
sempre meglio rischiare per la vita che per la
morte. Sappiamo che rimarranno i conflitti, ma
ci sarà un altro modo per affrontarli.
In questo momento tutto vi sembra impossibile;
dell'altro sentite solo il negativo, eppure le
comuni matrici storiche, culturali, religiose
possono offrire altri elementi di speranza.
Al fondo di tanta sofferenza è scomparsa
totalmente dal cuore di ciascuno di voi la nostalgia
di vivere senza paura, di camminare per le stesse
strade, e perché no, arrivare anche al
momento della festa insieme? E' un sogno?
Siamo fermamente convinti che la pace ci permette
non soltanto di coltivare questo sogno, ma anche
di realizzare questa speranza, e sarebbe la felicità
più grande: noi, testimoni ora dello straripare
della guerra e della violenza, potere insieme
a voi presto celebrare la Festa della Pace.
Gerusalemme, 3 aprile 2002
Il gruppo di "Beati i costruttori di pace"
partecipanti ad Action for Peace.
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