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Giro88
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare
di riccardo orioles, 25 marzo
2002 - n.119
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Pare che la sinistra abbia trovato
il suo Kutuzov. Niente pose
napoleoniche, toni pacati, parole ben meditate e
poche, nessun
autocompiacimento, fermezza. L'opposto di quello
a cui eravamo stati
abituati in questi ultimi anni, quando caratteristiche
indispensabili
dei leader di sinistra sembravano diventate il bon
ton in societa', la
battuta cinica, il cuoco personale, e il pugno di
mosche in mano. Non
e' esattamente il leader che avrebbe voluto darci
Berlusconi,
Cofferati. Ma e' quello di cui avevamo bisogno.
Non c'e' niente di male
a lasciar giocare (ma nella stanza dei giochi, e
stando attenti che non
si facciano del male) i Blair pugliesi e i Jospin
de noantri: ma per le
faccende serie adesso cominciamo ad avere un gruppo
dirigente serio e
all'altezza della situazione. Visto che l'altra
volta siamo stati tanto
intelligenti da dividerci fra di noi e regalare
il governo a Taormina e
Sgarbi, adesso ci tocchera' lavorare diversi anni
per rimediare il
malfatto, alle prossime elezioni. Ma questa e' la
democrazia: in
compenso, ora sappiamo che se non facciamo cazzate
siamo
tranquillamente in grado di mandare a casa i banditi
e di chiudere
questa terrificante parentesi berlusconiana.
* * *
Il popolo della sinistra, spesso ingenuo ma raramente
stronzo, e in
genere moralmente superiore ai suoi capi, ha dato
in queste settimane
una delle prove piu' belle della sua storia.
Per anni e anni ha dato pazientemente fiducia alla
piu' incredibile
collezione di cinici arroganti e perdenti che abbia
mai infestato una
sinistra europea. Questo per disciplina, perche'
la prima cosa e'
l'unita' - antichissimo insegnamento - e la gente
seria non si ribella
ai propri generali solo perche' hanno perso una
battaglia. Una
battaglia? Una, e due, e tre, e quattro - e poi
sentirsi dire anche che
si perde perche' non si imita sufficientemente il
nemico. Alla fine, la
pazienza dei pazientissimi e' saltata.
Sara' stato Moretti, sara' stata qualche altra goccia
che ha fatto
traboccare il vaso, fatto sta che a un certo punto
il popolo della
sinistra, senza agitarsi troppo, ha deciso che la
pazienza era
abbastanza e che era arrivato il momento di cominciare
a cambiare
rotta. Senza panico e senza confusione, ha preso
i propri litiganti
generali e generalissimi, li ha depositati delicatamente
in un angolo,
e ha cominciato a inquadrarsi spontaneamente per
affrontare il nemico.
La prima battaglia grossa - poteva benissimo abortire,
finire nel
solito giro di chiacchiere: invece e' stata tranquillamente
combattuta -
e' stata questa dell'articolo diciotto. E' una battaglia
sola, certo,
ce ne vorranno altre - quattro anni di battaglie,
per la precisione -
prima di liberare il paese da cio' che l'infesta
adesso: ma abbiamo
cominciato bene.
Dopo anni di vergogne, di inciuci, di velarderie,
di rondolini, ecco
che finalmente un bel colpo di vento caccia via
anche il ricordo di
tutta quella gentaglia parassita e perdente e torna
a mostrare le belle
bandiere e i bei visi della sinistra italiana.
* * *
Ecco: che cos'erano, i girotondi e le moretterie,
il si-salvi-chi-puo'
di gente ormai anziana e allo sbando, o la critica
d'un popolo giovane
e sano che chiede piu' serieta' ai suoi capi? Adesso
ognuno puo'
rispondere a questa domanda. Le critiche e le contestazioni
sono segno
di vitalita', non di debolezza. E' la destra quella
che s'irrigidisce
nell'obbiedienza al capo, perche' e' lei quella
che adesso sente il
declino. Ed e' la sinistra quella che che non s'accontenta
di se
stessa, perche' sente che sta ricominciando la sua
stagione.
* * *
Non c'e' dubbio che, in quest'ultimo anno, fra i
valori di parte
governativa abbiano cominciato ad essercene alcuni
con cui non e'
assolutamente possibile pensare di dialogare. Penso
alla crociate
antimagistrati, alle "cannonate in pancia"
di Radio Padania, alle
esternazioni di Taormina: con faccende del genere,
diceva Pajetta,
abbiamo smesso di discutere il 25 aprile del 45
e non abbiamo alcuna
intenzione di ricominciare. Ma questa e' solo una
parte piccola dei
valori "di destra": la grande maggioranza
di coloro che votano a destra
e' gente forse rozza ma onesta, diversa da noi -
ma proprio noi
sappiamo che non bisogna offendersi della diversita'
- e spesso portata
alla destra dalle nostre ipocrisie quanto dalla
propaganda di
Berlusconi.
A questi nostri avversari, ma concittadini, e' forse
arrivato il
momento di dire: Amici, noi non vogliamo convertirvi.
Vi diciamo
semplicemenrte che la sinistra e' questa qui che
vedete qui in piazza a
testa alta. Non i parassiti, gli ipocriti, gli uomini
di carriera:
questi abbiamo avuto il coraggio di criticarli pubblicamente,
senza
paura di fare il gioco di nessuno. C'e' andata bene,
perche' siamo
riusciti a indebolire loro, e a rendere piu' forte
la nostra sinistra.
Adesso, pero', tocca a voi di destra. Voi avete
i Taormina, gli Sgarbi,
i Bossi, i Berlusconi. Siete sicuri che siano loro
a dover
rappresentare la destra? Per noi, non e' un problema.
Ma per voialtri?
O siamo solo noi di sinistra a saper fare pulizia
in casa nostra? Noi,
a un certo punto, abbiamo avuto il coraggio di ribellarci.
Quando lo
farete, voi?
Pensate cosa vi stanno facendo pensare ora, e cosa
invece pensavate
dieci anni fa. Sui giudici, sulla mafia, sui politici
ladri, su Mani
Pulite. Guardate l'intervista a Borsellino, quella
vigliaccamente
censurata da Lerner. Guardate la faccia di Borsellino
mentre parla di
Dell'Utri. Io credo che quella faccia vi dica un
sacco di cose, solo
che non volete accorgervene per non fare "il
gioco dei comunisti". Ne
vale la pena?
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Scorte. Il problema del terrorismo non si risolve
con le scorte, ha
giustamente osservato il ministro dell'interno:
per cui, dare la scorta
a uno in pericolo oppure non dargliela praticamente
e' la stesa cosa.
Poi ha cominciato a circolare la voce che i brigatisti
intendevano
prendersela anche con qualcuno del governo. Immediatamente
c'e' stata
la fila per farsi assegnare scorte numerose e armatissime.
Il piu'
veloce di tutti e' stato Bossi, che da alcuni giorni
e' affidato alla
protezione degli agenti Gargiullo, Musumeci, Barbera,
Mustafa'
(italiano d'Eritrea), Esposito Pasquale, Esposito
Gennaro, Bagnacavallo
e Micciche'.
Non del tutto rassicurato circa la sua incolumita',
Bossi (che qualche
anno fa ammoniva i magistrati: "Attenti, una
pallottola costa poche
centinaia di lire") ha voluto tutelarsi a modo
suo mandando in giro il
messaggio: "Se toccano la Lega scoppia la guerra
civile". Come il boss
dei corleonesi che "avverte" quelli di
Porta Nuova.
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Kriegsmarine. Due unita' della Marina Padana hanno
preso il mare dalle
basi di Taranto e Augusta con compiti "di contrasto
all'immigrazione
clandestina". Allo scopo di meglio ingannare
il nemico in vista di
eventuali azioni tattiche, i comandanti del "Radetzky"
e del "Graf von
Hindenburg" sono stati autorizzati a issare
la bandiera italiana al
posto di quella regolamentare durante le ore diurne
(di notte la stessa
bandiera potra' essere utilizzata per soddisfare
le necessita'
fisiologiche degli equipaggi, secondo quanto a suo
tempo disposto dalle
autorita' competenti). "Abbiamo inoltre raccomandato
ai comandanti - ha
dichiarato l'ammiraglio von Fini - di vigilare con
particolare
attenzione sugli equipaggi, nel caso qualche marinaio
di origine
napoletana profittasse d'un momento di disattenzione
per cercare di
salvare dall'affogamento qualche bambino".
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Politici. D'Alema: "La sinistra deve smetterla
di criticare se stessa".
Berlusconi: "La campagna d'odio contro di Me".
Taormina: "I brigatisti
braccio armato del sindacato". Padani vari:
"Una bella cannonata dentro
la pancia" (delle navi). Maroni: "I no-global
e i centri sociali che
hanno giustificato l'assassinio di Biagi".
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Lavori atipici. Il vandalo conto terzi: consiste
nel devastare a
pagamento le scuole di altri ragazzi in modo tale
da determinarne la
chiusura, con relativa vacanza, per uno o piu' giorni.
Precursori: i
nove ragazzini fra i tredici e i quattordici anni,
tutti figli di
affermati professionisti, che hanno costituito un'organizzazione
di
questo genere a Roma. Venticinque commesse in poco
piu' di un mese,
tariffe promozionali (cinquanta euro a giornata
di chiusura) e
creazione di un consistente portafoglio clienti
fra i ragazzi del liceo
Democrito e della scuola media Platone.
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Mucca pazza. E' stata addirittura sottovalutata.
Secondo il nobel
americano Stanley Prusiner il prione della malattia
sarebbe presente
non solo nel midollo ecc. dell'animale malato, ma
anche nei tessuti
muscolari. Questo significherebbe - se l'ipotesi
venisse confermata -
che la maggior parte delle precauzioni prese finora
contro la malattia
avrebbero un valore molto limitato.
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Neolingua. Riformare una cosa: abolire ogni riforma
civile
precedentemente effettuata sulla cosa stessa. Riformare
il lavoro:
abolire la rappresentanza sindacale dei lavoratori
e ritornare al 1800.
Riformare la giustizia: abolire la separazione fra
potere esecutivo e
potere giudiziario e ritornare al 1700. Riformare
la scuola: abolire la
laicita' dell'insegnamento pubblico e ritornare
al 1600. Riformare
tutto: abolire case e caverne e ritornare ad arrampicarsi
sugli alberi
da cui, per colpa dei communisti, siamo improvvidamente
discesi.
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Campagne d'odio. I magistrati che ce l'hanno con
me sono peggio dei
brigatisti. Chi l'ha detto?
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Ici Paris. Le chef de la delegation culturelle italienne,
un ancient
truffateur condamne' pour truffe et manteinant engage'
en autres
truffes, a ete' conteste' au salon du livre par
un group de persons
pourbien. La delegation s'est ritiree pour proteste.
La France s'en
enfiche, les editeurs italians aussi.
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Ossessioni. Dopo l'elegante signora Sellerio da
Palermo, anche il colto
ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli,
ha sprecato un po'
del suo preziosissimo tempo per deplorare l'"ossessione
antimafia" di
Claudio Fava. La mafia non e' il centro del mondo,
la lotta alla mafia
non ha niente a che spartire con la politica, ci
vuole misura e metodo,
i magistrati non debbono fare battaglie, che non
e' il loro mestiere:
questi i saggi insegnamenti che, dalla poltrona
nel suo tranquillo
studio di via Solferino, il Mieli ha amabilmente
impartito a Fava.
Mieli, che ha un'opinione alta di se' (la sua rubrica
sul Corriere e'
impaginata esattamente come quella che un tempo
era di Montanelli: dal
che deduco che se ne consideri l'erede), non ha
tuttavia particolari
caratteristiche individuali, in bene o in male,
che lo distinguano da
altri intellettuali italiani: da giovani ribelli,
nella maturita'
impiegatizi, infine - quando hanno fortuna - dispensatori
di saggezza
al pubblico da un seggio in consiglio d'amministrazione.
Senza volerlo e' tuttavia riuscito a ferire me e,
credo, Fava, citando
come sostenitore della sua tesi un compagno dei
miei bei tempi, Carmine
Mancuso: "Quando Sciascia lancio' la sua provocazione
contro i
professionisti dell'antimafia - gli fa dire Mieli
- noi lo contestammo
duramente; ma aveva visto giusto, era stato un profeta,
anche se allora
quelle espressioni apparvero fuori luogo perche'
in anticipo sui
tempi".
Fra Carmine e me, a quei tempi, uno degli scherzi
preferiti era la
grande fortuna materiale da me e da lui accumulata
grazie al nostro
abile "professionismo dell'antimafia".
C'incontravamo in qualche
trattoria da tre soldi, e subito cominciavamo a
prenderci in giro: "Ehi
professionista! Come hai investito i miliardi, oggi?".
Questo quando
eravamo di buonumore, quando cioe' non avevano appena
ammazzato
qualcuno di noi.
Ecco: di quello che pensa Mieli o la signora Sellerio,
onestamente, non
me ne importa granche'. Invece di Carmine si'. Se
qualcuno lo vede gli
chieda, per favore, se davvero ha cambiato idea
sull'antimafia e i
relativi professionisti.
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Cronaca. Roma. Uno scolaro di sette anni, alle elementari
Fratelli
Bandiera, e' stato denunciato alla polizia da un
comitato di genitori
esacerbati dalle continue monellerie del bambino.
Le indagini sono in
corso.
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Cronaca. Genova. Assolti i due vigilantes che nel
luglio 98 furono
messi a guardia di otto clandestini sorpresi a bordo
di una nave
tunisina appena giunta in porto. "Non posso
rimpatriarli subito -
dichiaro' il capitano - Debbo restare in porto per
riparazioni".
Percio' i clandestini furono rinchiusi in un paio
di cabine della nave,
coi due vigilantes a sorvegliare. Una delle cabine
ando' a fuoco poco
dopo e cinque degli otto emigranti ci lasciarono
la pelle.
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Cronaca. Roma. Vince con largo margine (cinquantotto
per cento) la
lista unitaria di sinistra alla nuova universita'
di Roma, la RomaTre.
Gli studenti di sinistra, che tradizionalmente si
dividono in
quattrocento liste diverse, quest'anno avevano avuto
la strana idea di
provare a presentarne una tutti insieme.
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Cronaca. Roma. Una serie di immobili appartenenti
a enti pubblici e'
stata messa all'asta, senza troppo rumore, nei giorni
scorsi dal signor
Stato. La maggior parte di essi (fra cui il Colonna
Palace ex Inpdai,
l'Hotel del Corso, i due palazzi per uffici di via
Nazionale e il
Mozart) sono stati aggiudicati, per un prezzo molto
inferiore al loro
valore, all'imprenditore romano Franco Caltagirone,
proprietario fra
l'altro dei principali quotidiani cittadini.
Fra i cittadini romani, solo quelli che leggono
Repubblica hanno quindi
avuto il bene di sapere che fine avevano fatto le
proprieta' che fino
all'altro giorno facevano parte - accumulate col
sacrificio di
generazioni di cittadini-contribuenti - del loro
patrimonio collettivo
e ora, da un momento all'altro, sono passate ad
arricchire il
patrimonio privato di una famiglia privilegiata.
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Mimmo Lombezzi wrote:
< L'idea di Radio Padana di cannoneggiare le
navi dei clandestini
potrebbe in effetti risolvere il problema dell'immigrazione
da zone di
guerra mandando un "segnale forte" (come
si suol dire) in fondo al
mare. A quel punto pero' tanto vale speronarle.
Sarebbe piu' economico
(dal punto di vista delle munizioni) e piu' sicuro
dal punto di vista
dei risultati. Col mare mosso una "canunada"
potrebbe mancare il
bersaglio offrendo oltretutto il fianco a noiosissime
querimonie
internazionali se a bordo avessero il tempo di lanciare
messaggi radio.
Lo speronamento invece (come dimostra la vicenda
della "Kater i Rades"
affondata nello stretto di Otranto) ha effetti immediati
e inoltre -
nel casino della tempesta - permette di affogare
in un mare di
interrogativi eventuali responsabilita'. >
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Giacomo <solitario@infinito.it> wrote:
<La naturalezza dello scrivere
e' cosi' comandata che posto il caso che
per conservarla bisognasse mancare alla chiarezza,
io considero che
questa e' come di legge civile, e quella come
di legge naturale, la
qual legge non esclude caso nessuno, e va osservata
quando anche ne
debba soffrire la societa' o l'individuo, come
non e' straordinario che
accada.>
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it
-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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