segnali dalle città invisibili
  Giro88 Movimento
Notizie dal Venezuela

Giacomo e Federica sono in Venezuela da due anni e
mezzo; lavorano nei barrios di Ciudad Guayana, tra
il pueblo, possono permettersi di avere una
visione ravvicinata di quello che succede. Quello
che loro raccontano non è esattamente quello che è
passato in televisione oggi, credo sia esemplare.
Quante altre volte le notizie che arrivano a noi
sono così manipolate?

Carissimi amici, rispondiamo con una lettera
circolare a quanti ci hanno scritto e telefonato
in queste ore.
Vi preghiamo di diffondere questo messaggio a
tutti gli amici, anche a quelli che non hanno un
indirizzo di posta elettronica.
Per prima cosa vorremmo dirvi di stare tranquilli
per noi: qui in cittá non é successo quasi niente,
gli scontri sono solo a Caracas, la capitale.
Come quasi tutti voi sapranno questa notte c'è
stato infatti un colpo di Stato ed é caduto il
governo del Presidente Hugo Chávez.
Un governo legittimo che é passato per 6 processi
elettorali in meno di tre anni e non ha mai
ottenuto meno del 60% dei consensi.
Un governo che ha fatto sí molti errori, ma che
consideriamo solo errori di forma, non di
principio.
Un governo che al clamore delle folle che
esigevano mano dura, ha sempre risposto no (sará
forse stato questo il suo piú grande errore?).
Un governo decisamente sbilanciato verso la
promozione della partecipazione popolare.
Un governo che ha fermato il processo di
privatizzazione delle principali imprese statali contrarrestando cosí gli effetti della globalizzazione ed é stato accusato dai media di portare il paese verso una situazione simile a quella argentina (ci domandiamo com'é possibile, visto che Chávez stava facendo quasi l'esatto contrario di quanto fatto da De La Rua).
Un governo che come primo passo ha deciso di
promuovere un'Assemblea Costituente che in seguito
ha promulgato una nuova Costituzione, fra le piú
avanzate al mondo per quanto riguarda i diritti
umani.
Un governo che ha lavorato e che ha riconosciuto
senza vergogna la situazione di estrema povertá
vissuta dall'80% della popolazione.
Un governo che nei discorsi ufficiali ha sempre
invitato alla calma, al dialogo ed alla pace,
aggiungendo un solo piccolo particolare: "Dove non
c'è giustizia non c'é pace!"
 Tutte queste cose sui mezzi di comunicazione
 italiani non si diranno.
 Come non si dirá che cosa sia successo davvero
 l'11 aprile a Caracas.
Certo si é a conoscenza del numero di morti e
feriti, ma chi li ha causati?
Dalle informazioni raccolte si sa solo che la
marcia organizzata da chi voleva la rinuncia di
Chávez si é spinta fino al palazzo del Governo,
che era difeso oltre che dall'esercito, dalla
gente che stava appoggiando il Presidente. Ci sono
molte testimonianze che indicano che i franchi
tiratori che hanno sparato sulla folla erano
poliziotti in borghese della Polizia Metropolitana
(un corpo che obbedisce al Sindaco Alfredo Peña,
avversario di Chávez).
Ma tutto questo non é dimostrabile perché ora,
visto che le forze "democratiche" che hanno
incitato a questa "presa di potere per la
salvaguardia della democrazia e della libertá di
espressione", hanno il controllo di tutte le
televisioni private e uno dei primi provvedimenti
presi ieri sera é stato quello di oscurare il
canale di stato (fino ad allora unica fonte
alternativa di informazione).
 Per favore, vi preghiamo di non credere che
 questo colpo di stato sia a favore della libertá
 e della democrazia. Il governo caduto era stato
 eletto democraticamente dalla gran
maggioranza della popolazione. Chi lo ha abbattuto
ha potuto farlo perché contava su forti
finanziamenti, anche dall'estero, sull'appoggio
dei grandi imprenditori venezuelani e sul
controllo totale dei mezzi di comunicazione.
 In tre anni di governo "rivoluzionario" non vi é
 stato nessun arresto politico.
Oggi, a meno di dodici ore dal colpo di stato, in
una situazione inconstituzionale e senza un
documento di rinuncia da parte del presidente
Chávez, si sono effettuati una serie innumerevole
di arresti a persone ASSOLUTAMENTE INNOCENTI, ree
solo di appartenere ad un governo che cercava un
cambiamento nella gestione del potere politico ed
economico in Venezuela.
 Susana, una delle donne con cui lavoriamo nel
 barrio ci ha telefonato stamattina presto
 dicendo: "Siamo in lutto: ormai é finita ogni
 speranza per i poveri", questo é il clima che si
 respira, qui nei quartieri marginali, mentre a
 Puerto Ordaz, la zona ricca della cittá, si sta
 festeggiando.
Domani 35 donne del nostro gruppo di Altamira
avrebbero dovuto consegnare i progetti per
altrettante microimprese di produzione per
ottenere un piccolo credito dal Banco de la Mujer
(la "banca della donna", uno dei tanti programmi
del governo volto a dare un appoggio concreto alle
iniziative di autosviluppo). Era per noi una bella
esperienza in cui le persone hanno imparato a
scrivere i loro piccoli progetti, senza per forza
chiedere soldi a noi italiani.
Ormai non c'è piú nessun Banco de la Mujer.
Hermelinda, una delle collaboratrici dello SVI, ci
ha invitato ad andare a fare una visita casa per
casa a tutte le donne del gruppo, perché non
perdano la speranza. Ci ha invitato a organizzare
un corso o una qualsiasi attivitá per far sí che
la gente non si perda d'animo.
Abbiamo camminato, abbiamo incontrato persone che
piangevano altre che pregavano. La gente non
riesce a capire: "Era il nostro Presidente, noi
abbiamo votato per lui".
Rosa, un'altra delle donne con cui lavoriamo, ha
dichiarato: "adesso verrá la repressione, poi
tornerá la corruzione piú forte di prima, noi cosa
volete che facciamo? Continuiamo a lavorare per la
comunitá".
Abbiamo solo pochi giorni per poter almeno parlare
di tutto questo con le persone che non sono cadute
nella trappola della propaganda.
La gente di cui meno ci si puó fidare sono
purtroppo molti membri attivi della Chiesa e se
oggi le ricerche sono orientate ai circoli
bolivariani ed alle persone con cariche politiche
strategiche che non si siano giá giocate come
voltagabbana, piú in lá potranno presentarsi
controlli ramificati fino alle organizzazioni
popolari in genere.


Giacomo Signoroni e Federica Nassini
SVI - Servizio Volontario Internazionale
Volontari in servizio a Ciudad Guayana - Venezuela
12/04/02

 

Il Progetto
[Up] Inizio pagina | [Send] Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa | [Email] Mandaci una email | [Indietro]