Giro88
Palestina aprile 2002
La situazione palestinese secondo l'UNICEF
documento diffuso da PeaceLink
1. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE
D'EMERGENZA
Colpiti centinaia di migliaia di
bambini
Il perdurare delle violenze sta avendo conseguenze
sul benessere psicologico dei bambini e sulla
loro capacità di concentrazione e di apprendimento.
L'impatto psicologico e sociale del conflitto
armato sui bambini è incalcolabile. Eventi
traumatici come la morte o il ferimento di familiari
e amici, perquisizioni casa per casa, umilianti
retate e arresti di padri e fratelli provocano
un danno irreparabile al senso di fiducia dei
bambini negli adulti; accrescono la loro tolleranza
verso la violenza come strumento idoneo alla risoluzione
dei problemi; diminuiscono la loro speranza nel
futuro.
Il coprifuoco continuo, le restrizioni
e le violenze rendono difficile e spesso impossibile
per i bambini e i loro maestri raggiungere le
scuole. Nel corso dell'anno scolastico 2000-2001
più di 31 mila giornate scolastiche sono
andate perse nel West Bank e 7.400 a Gaza. Le
giornate scolastiche andate perdute hanno costretto
i responsabili scolastici a ri-programmare, nei
13 distretti, un totale di 278 giorni di scuola.
Il 36 per cento degli studenti d'età compresa
tra i 5 e i 17 anni ha dichiarato che le loro
giornate scolastiche sono state ridotte a causa
del conflitto. Le operazioni militari attualmente
in corso nella maggior parte delle città,
associate al coprifuoco e/o a un alto livello
di insicurezza, impediscono ai bambini di recarsi
a scuola e di svolgere attività sociali
e ricreative. Le istituzioni per l'infanzia sono
duramente provate dalla carenza di cibo e di acqua.
Alcune delle 166 scuole sono state
distrutte o danneggiate, tre edifici scolastici
sono stati sequestrati dai militari israeliani,
che hanno evacuato 3000 studenti, per essere e
trasformate in postazioni militari.
Tra i 500.000 e i 600.000 ragazzi
al di sotto dei 18 anni d'età, che vivono
nei centri abitati e nelle città più
grandi, sono esposti alle conseguenze delle operazioni
militari, mentre l'accesso all'assistenza umanitaria
è spesso negato e rimane estremamente difficoltoso
a causa della mancanza di sicurezza.
LE ATTIVITA' DELL'UNICEF
Le vaste operazioni militari attualmente
in corso compromettono pesantemente i delicati
interventi che erano stati avviati fin dall'inizio
dell'Intifadah nel settembre del 2000. In particolare,
le violenze indiscriminate e l'impossibilità
di accesso a beni primari come l'acqua o il cibo
sono divenute le maggiori minacce per i bambini,
specialmente per il loro benessere fisico e psicologico.
L'UNICEF da lungo tempo sta aiutando
i bambini del Territorio Occupato Palestinese
nel campo dell'educazione e dell'assistenza psicosociale.
Nella crisi attuale le priorità dell'UNICEF
sono fornire il sostegno psicosociale, garantire
un ambiente scolastico sicuro, fornire ai bambini
che sono ora sottoposti alle violenze e al coprifuoco
vie d'accesso all'istruzione innovative e integrative.
I partner dell'UNICEF nel Territorio Occupato
Palestinese sono il Ministero dell'Istruzione
e le ONG, specializzate in interventi psicosociali,
così come il Segretariato del Piano d'Azione
Nazionale per i Bambini Palestinesi. Nel recente
passato l'UNICEF ha mobilitato risorse a sostegno
a favore di:
n L'istruzione integrativa: sostegno
allo sviluppo di un programma di educazione nella
comunità di Hebron e di Khan Younis, al
fine di garantire a migliaia di bambini, la cui
istruzione è stata ostacolata a causa del
blocco dei territori, la prosecuzione degli studi.
Il programma ha coinvolto insegnanti, genitori,
reti televisive locali e le direzioni distrettuali.
n La campagna per il ritorno a
scuola: fornite 2.500 divise scolastiche per ragazze
e altrettante per ragazzi (secondo il modello
anglosassone in Palestina la divisa scolastica
è obbligatoria) e 2.623 cartelle scolastiche
complete.
n La definizione di modelli nazionali
per i servizi e per gli interventi psicosociali
nel Territorio.
n La formazione di 320 insegnanti,
di 2.408 maestri di scuola materna e di 550 consulenti
scolastici per gli interventi psicosociali.
n Distribuzione di 180 pacchi di
materiali per le famiglie le cui case sono state
demolite a Rafah e a Khan Younis nella striscia
di Gaza.
3. INTERVENTI PROGRAMMATI DALL'
UNICEF
Sostegno psicosociale
I programmi dell'UNICEF a sostegno degli interventi
psicosociali sono in linea con il Codice di Condotta
Palestinese per l'Intervento Psicosociale (un
iniziativa promossa dall'UNICEF) per tutti gli
stadi dell'infanzia, cioè dalla prima infanzia
all'adolescenza. Servizi psicosociali e alimenti
di base, acqua e altri generi di prima necessità
saranno forniti alle istituzioni per l'infanzia,
comprese scuole di specializzazione, orfanotrofi,
centri di riabilitazione per adolescenti che hanno
problemi con la legge. La formazione sullo sviluppo
psicosociale sarà estesa ai genitori e
al personale delle scuole materne e degli asili
nido. L'UNICEF mira inoltre a istituire servizi
psicosociali nelle strutture sanitarie di base,
come parte dei servizi sanitari per l'infanzia,
e programmi di sostegno scolastici. Le opportunità
di partecipazione saranno estese attraverso l'istituzione
di un telefono amico gestito dai giovani per i
giovani, al fine di accrescere la loro partecipazione
alla vita comunitaria. Inoltre saranno istituite
dei team multidisciplinari, a base locale, per
operare nelle comunità duramente colpite
dalle violenze e dalla crescente povertà.
Un ulteriore sostegno sarà fornito per
potenziare il ruolo degli esperti che lavorano
nel campo dell'assistenza psicosociale.
Istruzione
L'UNICEF prevede di adottare diverse misure per
i bambini la cui istruzione continuerà
a essere ostacolata dall'attuale situazione. Per
consentire ai bambini di proseguire le attività
didattiche, l'UNICEF svilupperà per maestri
e genitori pacchetti per l'auto-apprendimento
che possano essere utilizzati al di fuori delle
strutture scolastiche. Il sostegno sarà
esteso alla formazione di ispettori scolastici
e degli insegnanti delle scuole forzatamente chiuse,
per metterli in grado di assicurare ai bambini
l'istruzione, e si promuoverà la capacità
di monitoraggio del programma da parte degli ispettori
scolastici. Sarà inoltre sviluppato un
programma d'istruzione radio/Tv a distanza. Si
condurranno valutazioni per individuare siti idonei
per la creazione di centri di formazione. La campagna
nazionale "ritorno a scuola" continuerà
ad essere sostenuta.
Riguardo alle scuole ancora in
funzione l'UNICEF mira a sostenerle perché
possano garantire un ambiente maggiormente protettivo
per i bambini. Si fornirà agli insegnanti
una formazione che accresca le loro capacità
di riconoscere i segni di disagio e disturbo tra
gli alunni, dare loro un'adeguata consulenza e
quando necessario indirizzarli ai consulenti specializzati.
L'assistenza psicosociale sarà inoltre
estesa agli insegnanti sì da metterli in
grado di affrontare i traumatici eventi in corso.
Inoltre, saranno introdotti nel curriculum scolastico
nazionale elementi di base di self help e life
skills, per promuovere la fiducia in se stessi
e l'iniziativa individuale. Alle scuole sarà
fornita un limitata assistenza in danaro contante
per migliorare i loro ambienti.
Appoggio per l'accesso umanitario
Le azioni sopra menzionate saranno appoggiate
dall'azione dell'UNICEF volta a garantire la maggiore
sicurezza possibile per le operazioni e a promuovere
l'applicazione del diritto umanitario internazionale,
l'accesso all'assistenza umanitaria e la fine
della violenza e del coprifuoco. Queste azioni
richiederanno l'assistenza a tempo pieno da parte
di professionisti esperti.
4. L'IMPATTO DELLA MANCANZA DI
SICUREZZA E DELLA SCARSITA' DI FINANZIAMENTI
L'assistenza dell'UNICEF ai bambini
del Territorio Occupato Palestinese continuerà
a essere limitata fino a quando la situazione
non migliorerà. Circa 13 mila bambini non
saranno in grado di continuare la propria istruzione.
Per i bambini che frequentano la scuola l'apprendimento
sarà seriamente ostacolato se non sarà
garantito un sostegno psicosociale, comportando
un aumento del tasso di emarginazione tra gli
scolari e maggiori difficoltà nel farli
tornare a scuola. Tra i 500.000 e i 600.000 bambini
subiranno danni al loro normale sviluppo a causa
della mancanza di sostegno psicosociale e della
scarsa formazione. Ciò minerà anche
la loro capacità di comportarsi come genitori
responsabili, cittadini e promotori di pace per
il futuro.
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