segnali dalle città invisibili
 

Giro88 Movimento
Questo è un pride resistente!

a cura di Open Mind, Catania

28 giugno 2002. Per il terzo anno il Centro di iniziativa GLBT Open Mind
invita tutte/i a scendere in piazza a Catania, per ribadire i motivi di un
percorso di rivendicazione e crescita che non si interrompe mai e che si
caratterizza, di anno in anno, per l'esigenza di una sempre maggiore
attenzione ai diversi livelli delle problematiche attuali.
33 anni dopo la rivolta dello Stonewall bar di New York - scelta come icona
da un movimento variegato e accomunato dall'orgoglio con cui rivendica
dignità di esistenza e qualità della vita - si continua a lottare per la
difesa del diritto di essere e manifestare qui, in un'Europa che sembra
voler trovare comunanza di intenti più nei rigurgiti omofobici che
nell'allineamento alle, pure presenti, posizioni democratiche di molti Stati
membri.
Non un appuntamento rituale né, solo, una grande festa collettiva:
un'occasione per ricordare a tutte/i che la costruzione di un mondo più
giusto comporta una lotta consapevole e quotidiana nella tutela dei diritti
di tutte/i.


Open Mind centro di iniziativa Gay Lesbica Bisex Trans tel-fax: O95~532685
e-maiI opencatania@tiscalinet.it sito www.openmind.too.it
ccp N. 20002952

1. Il sistema patriarcale ha generato un pensiero gerarchico e aggressivo,
che trova la sua naturale espressione nella guerra come unica risoluzione
dei conflitti, nelle regole del capitalismo che sfruttano milioni di
individui e distruggono sistematicamente le risorse ambientali, con un
totale disprezzo della dignità umana.
Il controllo sociale che ne deriva. veicolato dalle religioni e dalle
organizzazioni militari/industriali, si è sempre espresso con particolare
violenza sulle donne, sulla loro sessualità, sulla riproduzione, relegando
il corpo femminile ad un semplice contenitore passivo.
Ci allarmano le posizioni di questo governo sul tema del riconoscimento
giuridico dell'embrione, che significano un chiaro attacco alla legge
sull'aborto e all'autodeterminazione delle donne.
Riteniamo che il pensiero femminista sia ancora attuale e indispensabile per
corrodere le fondamenta del patriarcato e riteniamo necessaria la
trasmissione della memoria storica delle donne da una generazione all'altra.

2. La condizione delle/dei transessuali e transgender, ci ritrova a dover
difendere quei pur minimi diritti che sembravano ormai riconosciuti e
acquisiti. Questo, se da una parte può rallentare oggettivamente il percorso
di rivendicazione e tutela di una piena dignità di esistenza, dall'altra
intensifica portata e urgenza delle richieste, giacché non è accettabile
mettere in discussione i diritti di nessun individuo. L'attacco alle/ai
trans è tra i più odiosi poiché colpisce sapendo di colpire persone
particolarmente aggredibili, nei cui confronti il solo proposito
istituzionale pare essere quello di ridurre al minimo i livelli di garanzie
e qualità della vita.
Contro una politica che vorrebbe confinare persone portatrici di diritti in
stanze insonorizzate e. soprattutto. lontane dalla scena sociale, l'Open
Mind resiste e lotta per:
- il rispetto per ciascun individuo, un'informazione seria e corretta a cura
delle agenzie educative e formative che sradichi pregiudizi e stereotipi
negativi;
- l'adozione della piccola soluzione, già in uso in Germania, che consente
di cambiare il nome sui documenti ancor prima dell'intervento chirurgico di
adeguamento del sesso. Si supererebbe cosi la stringente dicotomia
maschio/femmina. rendendo alla persona la piena libertà di essere ciò che
vuole essere nel mondo;
- per chi decide di effettuare l'intervento di riattribuzione del sesso,
servizi integrati ed efficienti erogati dal servizio sanitario nazionale,
garantendo il massimo supporto - medico, psicologico - in un'atmosfera
accogliente e non giudicante;
- difesa e potenziamento della legge n. 164 che, pur essendo attiva da
vent'anni, risulta inapplicata in molte zone dell'Italia e,
complessivamente, disattesa nelle sue linee-guida;
- procedure semplificate e gratuite per ottenere il cambiamento del nome sui
documenti.

3. Consideriamo le rivendicazioni del movimento GLBT parte integrante del
più vasto movimento di lotta e resistenza alla globalizzazione e auspichiamo
che cooperazione e umanità possano prevalere sugli imperativi dell'economia
di mercato.
Riteniamo che l'attuale fase di sviluppo economico continui aminacciare la
sopravvivenza della vita sulla terra, generando una povertà senza precedenti
e uno stato di guerra permanente che viene di volta in volta giustificata da
ideali utilizzati pretestuosamente. La guerra non può essere ammissibile
come strumento della politica, non esistono guerre possibili, umanitarie o
contro il terrorismo, la guerra è solo l'annullamento della dignità
dell'essere umano e rappresenta il fallimento della ragione.
4. L'Open Mind, oltre a considerare legittime le rivendicazioni che
riguardano i diritti delle/dei lavoratrici/lavoratori, resiste e lotta per
la soluzione di specifiche problematiche GLBT nel mondo del lavoro.
Il mobbing è una realtà che riguarda, al di là delle stime ufficiali, fin
troppe/i lavoratrici/tori GLBT che, in assenza di specifiche norme
antidiscriminatorie, vivono una condizione di costante attacco alla propria
dignità.
Il quadro potrebbe sicuramente aggravarsi qualora venisse smantellato il
complesso di tutele previsto dall'art. 18 dello Statuto dei lavoratori,
esponendo le/i lavoratrici/tori GLBT a ogni sorta di arbitrio legato al
pregiudizio. Non dimentichiamo che in Italia alcune professioni sono tuttora
precluse alle persone omosessuali.

La formazione di una cultura democratica ha bisogno di una scuola pluralista
e laica, libera dall'orientamento clericale e dai condizionamenti di un
pensiero unico dominante che si identifica nelle logiche del potere politico
ed economico. Ancora, privatizzazioni massicce, ingerenze continue della
Chiesa negli aspetti pubblici e privati della vita di ciascuna/o, la svolta
autoritaria dell'attuale governo in materia. ad esempio, di immigrazione e
ordine pubblico stanno trascinando la vita democratica verso una
pericolosissima deriva.
Rispettiamo la spiritualità di ciascuna/o, ma non permettiamo a nessuna
Chiesa di fomentare velleità integralistiche e intolleranza.
Rivendichiamo inoltre l'immediato riconoscimento dello status di rifugiato
politico per tutte quelle persone che vengono perseguitate nel loro paese
d'origine a causa del loro orientamento sessuale.

5. Quasi tutti gli Stati dell'Unione Europea stanno progressivamente
smantellando il complesso di discriminazioni giuridiche basate
sull'orientamento sessuale, mentre in Italia si assiste ad una drammatica
situazione di paralisi totale. L'intera classe politica, con qualche rara
eccezione, manifesta nei confronti della questione GLBT un atteggiamento
complessivamente negativo, che va dalla desolante indifferenza all'imbarazzo
fino all'ostilità. manifestata con toni indegni di uno Stato che ha la
pretesa di definirsi democratico.
Lo stesso stato italiano che ha sottoscritto più di tre anni fa il Trattato
di Amsterdam (la cui clausola 6A dell'art. 13 vieta espressamente agli stati
membri ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale) e che, non
avendo legiferato in materia, si trova di fatto in una situazione di
paradossale illegalità. Allo stato attuale non esiste una legge che protegge
le persone GLBT dai sempre frequenti atti di omofobia e discriminazione.
Nessuna tutela per le coppie di fatto omosessuali che non possono godere di
importanti riconoscimenti giuridici già garantiti alle coppie di fatto
eterosessuali come, per esempio, reversibilità delle pensioni, degli
affitti, agevolazioni fiscali, risarcimenti, assistenza sanitaria, adozioni,
eredità, permessi parentali sul luogo di lavoro. L'accesso alle tecniche di
riproduzione assistita è impedito alle coppie lesbiche o alle single. Non è
prevista al momento alcuna campagna di educazione o di aggiornamento per le
figure professionali del settore pubblico (scuola, polizia, servizio
sanitario...) che si trovano a confronto con la realtà GLBT nel quotidiano e
che spesso agiscono in maniera non restitutiva di un chiaro rispetto di
ciascuna/o.


Catania, 3 aprile 2002

 

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