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Il vero conflitto d'interessi? Pierluigi Collina

di giacomo alessandro fangano

Con nostro sommo stupore, anche agli osservatori più accorti è sfuggito il più preoccupante fra i conflitti d'interesse del nostro paese, quello dell'arbitro Pierluigi Collina. Alcuni giorni dopo aver ricevuto il riconoscimento come miglior arbitro al mondo, Collina è stato designato, probabilmente per le pressioni del presidente della Roma Sensi, che vuole per la sua squadra i migliori direttori di gara, come arbitro per una partita dal destino già segnato, come doveva essere Venezia- Roma. Essendo i lagunari già matematicamente retrocessi, i calciatori della Roma sono andati a fare una vacanza nella splendida città lagunare, li immaginiamo sul ponte dei sospiri, al Palazzo Ducale o in Piazza San Marco.

In quella assolata domenica pomeriggio di fine stagione, la voglia di calcio era praticamente assente nella rosa dei Lupi, ma i veneti, che alle bellezze di Venezia sono abituati, invece di pensare allo shopping o alle romantiche passeggiate in laguna hanno giocato veramente al calcio, come poche volte erano riusciti a fare quest'anno. La situazione si complica quando la Roma riesce a subire due goal senza mai rendersi pericolosa… ma il più preoccupato è proprio lui, l'arbitro Collina.

A favore della tesi che svolgeremo concorrono due fattori extra-calcistici molto importanti, decisivi per la nostra ricostruzione dello scenario del conflitto d'interessi:
1. Gli arbitri italiani non sono dei professionisti, e sono "costretti" a fare un altro lavoro. L'arbitro Collina, oltre a fare le pubblicità per gli orologi, è un consulente finanziario della Banca Fideuram.
2. Tre fa le più importanti squadre della nostra serie A, Lazio, Roma e Juventus sono quotate in Borsa.

Ipotizziamo che l'arbitro Collina decida di far investire ai propri clienti, amici, parenti, famiglia o perché no alla moglie, una certa somma in azioni delle squadre quotate in borsa. L'esperienza, in questi anni di quotazione della Lazio e della Roma (la Juventus è ancora una matricola di Borsa), ci ha insegnato che dopo le sonore sconfitte, o dopo l'eliminazione dalla corsa per un obiettivo sportivo, i titoli subiscono forti vendite, un po' come se i produttori di petrolio decidono di estrarre meno greggio.

Consideriamo, ancora per ipotesi che abbia fatto acquistare azioni della Roma considerando che la Juventus sembrava ormai tagliata fuori dalla corsa scudetto e che l'Inter aveva una partita difficile con l'Atalanta in lotta per non retrocedere e con gli impegni di Coppa Uefa. Avrebbe preferito una vittoria o una sconfitta della Roma? E se questo non è un conflitto d'interessi.. Attendiamo impazienti che il Ministro Frattini porti in Parlamento un decreto simile a quello che sta studiando per il meno importante caso del Presidente del Consiglio, che come tale non può essere anche il Presidente di una squadra di calcio.

Segnalateci eventuali altri conflitti d'interessi… approfondiremo le indagini!

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