segnali dalle città invisibili
 

Giro88 E-Mov vs E-Gov
Seminario nell'aula magna della Facoltà "occupata" di Lettere di Palermo
di Angelo Luca Pattavina

 

 

10 aprile 2002
La Facoltà di Lettere di Palermosi sveglia di buon ora (per la verità c'è qualcuno che non è andato neanche a dormire per riuscire a rendere operativa la giornata che stava per iniziare).
Sono le 8,30 e gli studenti palermitani cominciano ad arrivare nei viali della cittadella universitaria, perlopiù ignari di quello che li attendeva (santa ignoranza!). Oggi non ci saranno lezioni, la facoltà è occupata e così come giustamente dovrebbe essere anche per il resto dell'anno, assolve al compito primario ed essenziale di un'università, cioè quello di essere luogo d'incontro, di confronto e di approfondimento.
Oggi si discute e ci si confronta sui temi della cooperazione internazionale e sull'impatto delle tecnologie, sulle problematiche associate allo sviluppo di grandi opere, sulla globalizzazione dei saperi, sull'e-media e sulla possibilità di rendere veramente libera la comunicazione. Un seminario promosso dai Forum Sociali Siciliani di Palermo, Messina e Catania in risposta al vertice ufficiale (quello dei "Grandi" arroccati nella loro zona rossa).
Un incontro che vuole mettere in chiaro le reali intenzioni di chi, dall'alto e con falso senso di solidarietà, vuol dare l'impressione di volersi occupare dei "tecno-problemi" dei Paesi in via di sviluppo, in realtà territori "vergini" di conquista e con urgenze di più fondamentale importanza.
Il seminario è stato preceduto da un'assemblea introduttiva che ha chiarito i motivi dell'occupazione (sostenuta tra l'altro anche dal preside stesso della Facoltà di Lettere, il prof. Giovanni Ruffino, che aveva già concesso l'aula magna) e illustrato l'agenda delle manifestazioni di questi due giorni.
Poi, dalle 10 alle 13, la parola è passata agli esperti e agli studiosi delle rispettive tematiche che in un aula attenta e curiosa hanno messo a nudo il re (il potere) e tutta la sua corte (governi, mercati, multinazionali, etc.). L'E-movement contrapposto all'E-government, le tecnologie proprietarie (Microsoft) ed il free-software (Linux), l'informazione controllata dei grandi network e quella libera di IndyMedia, i prodotti e i concetti dell'informatica.
Numerosi infatti i contributi che, grazie alla chiarezza dei relatori, hanno contribuito a chiarire le idee ai molti studenti partecipi delle mobilitazioni di questi giorni, ma che poco sapevano su E-government, tecnologie proprietarie e free software. Durante la conferenza e di fronte ad una aula magna piena in ogni ordine di posti, uno spazio non indifferente è stato impiegato per spiegare e descrivere il ruolo e la copertura informatica di Indymedia, un intervento curato dagli stessi membri dell'Indymedia Center presenti qui a Palermo per garantire la massima copertura mediatica delle manifestazioni. Successivamente si è dato ampio spazio a riflessioni sulle nuove tecnologie e sui risvolti sociali che le stesse potrebbero avere nei prossimi anni. "Il computer è molto più simile ad uno specchio piuttosto che a carta e penna", sottolinea un tecnico informatico intervenuto al seminario, sottolineando il rischio di un isolamento a cui potremmo essere sottoposti nei prossimi anni. La prospettiva di un e-government in mano solo ai potenti della terra spaventa per possibili implicazioni che questo potrebbe avere, come schedare ed individuare milioni di persone che ogni anno varcano le frontiere europee. La possibilità di un nuovo regime oppressivo mondiale andrebbe ad intaccare la privacy dei futuri cittadini digitali, un tema su cui dovremmo riflettere ed agire, cercando di promuovere semre più un approccio "collettivo" per un nuovo piano di comunicazione tre gli esseri umani.
Tantissimi quindi gli spunti per una riflessione più critica e matura riguardo il futuro prossimo venturo. Ed una sola strada possibile: quella di smettere d'inseguire l'agenda dei grandi e cominciare autonomamente a portare avanti un processo di mobilitazione che vada oltre la protesta e che inizi prima ed altrove, nel nostro essere cittadini, produttori, consumatori, in una parola sola, nel nostro essere coscienze libere e critiche.


 

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