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Il concerto di Max
Gazzè al Metropolitan di Catania,
il 29 marzo 2002, è stato come bere
un bicchiere d'acqua frizzante: dissetante
e piacevole.
Il cantautore romano
per questo suo "ognuno fa quello che
gli pare tour" ha organizzato qualcosa
in più della solita forma concerto
con i musicisti che suonano e il pubblico
che ascolta.
Già dalla prima canzone Gazzè
canta da dietro un telone enorme creando
giochi di ombre (cinesi), e per tutto lo
spettacolo punterà molto sulle luci
e su l'uso di lavagne luminose per creare
suggestioni scenografiche. Un "basso"
(lo strumento) calerà dal soffitto
per essere suonato in alcuni brani.
Le canzoni arrangiate, non per una versione
acustica, ma per il teatro, sono il corpo
fondamentale dello spettacolo e senza esimersi
da responsabilità compiono il loro
dovere appagando il pubblico.
Le tappa di Palermo
e quella di Catania, hanno visto la presenza
di Paola Turci, accolta da un caloroso applauso,
e quella della cantantessa catanese, Carmen
Consoli, che ha ricevuto una grossa ovazione
appena comparsa sul palco.
Il pubblico catanese è innamorato
della sua beniamina e non le ha risparmiato
gli applausi più forti, quasi a voler
sottolineare la loro presenza più
per lei che per Gazzè.
Impossibile non citare per pregevolezza
e bravura la presenza di Ginevra Di Marco
e Francesco Magnelli (per chi malauguratamente
non dovesse sapere chi sono, consiglio di
non ascoltare più musica rock italiana),
voce e "magnellophoni" degli ormai
sciolti C.S.I.
Il concerto finisce
con "una musica può fare"
cantata da tutta la band più gli
ospiti, (dimenticavo: c'era anche Massimo
Roccaforte) che fa scatenare le giovani
fans che lasciando i posti a sedere ballando
e saltando si sono affollate sotto il palco.
Come un bicchier d'acqua frizzante dicevo
all'inizio, il concerto di Max Gazzè
è stato piacevole e dissetante, ma
pur sempre un bicchiere d'acqua e nulla
più.
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